Dióne Crisostomo

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Letterato greco (n. Prusa, Bitinia, 40 - m. dopo il 114), una delle figure più notevoli della seconda Sofistica, detto Crisostomo (bocca d'oro) per la sua eloquenza.

Vita

Venuto a Roma in giovane età, fu (82) coinvolto nella condanna di Flavio Sabino, e da Domiziano esiliato dall'Italia e dalla sua patria. Andò perciò peregrinando e conducendo la vita del filosofo cinico, finché, morto Domiziano (96), tornò a Prusa donde si allontanò spesso, per tenere prediche morali nelle città dell'Asia. Fu di nuovo, sotto Traiano, a Roma, dove ebbe la cittadinanza romana e il cognome di Cocceiano dal suo protettore Cocceio Nerva.

Opere

Delle 80 orazioni (λόγοι) a noi giunte, quelle sofistiche, in minor numero, sono del primo periodo della sua vita, in cui D. aveva trattato argomenti di puro interesse dialettico, come nell'orazione Troiana, in cui si dimostra la falsità della tradizione omerica sulla presa di Troia; altre orazioni, di accurata elaborazione letteraria, trattano problemi politici e morali, come le quattro Sul regno o le cosiddette bitiniche, in cui D. si rivolge a varie città della Bitinia perché desistano dalle lotte fra città e classi sociali sotto la garanzia della pace dell'impero di Roma; più numerose sono infine le vere e proprie diatribe ciniche. Nell'Olimpica, dove Fidia esprime la concezione della divinità, è sostenuta la superiorità della poesia sulle arti figurative. Nell'Euboica (detta anche Il cacciatore) è esaltata la vita semplice dei campi in contrapposto all'artificiosa raffinatezza della città. D. è fondamentalmente un sofista erudito; la sua opera è interessante come documento delle varie tendenze della cultura ellenistica della sua età. Stilisticamente D. è un atticista, e ha per modello Senofonte.

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