MEMMO, Dionisio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 73 (2009)

MEMMO, Dionisio

Vittorio Bolcato

MEMMO (Memo), Dionisio. – Nacque a Venezia nella seconda metà del XV secolo. Membro della nobile famiglia veneziana, il M. fu frate dell’Ordine della S. Croce («crosacchieri» o crocigeri) e virtuoso di strumenti a tastiera. Ricevette la formazione musicale da Giovanni Marino (Zuan Maria de Marin), organista della Cappella Ducale di S. Marco in Venezia, e da Paul Hofheymer (anche Hofhaimer, 1459-1537), il maggiore organista tedesco del tempo, come ricorda il fratello del M., Fantino, nell’encomiastica dedica latina delle Harmoniae poeticae Pauli Hofheimeri, una pubblicazione postuma di composizioni di Hofheymer.

Nei primissimi anni del Cinquecento il M. iniziò l’attività musicale quale cantore della Cappella di S. Marco diretta da Pietro De Fossis. Il 22 sett. 1507 fu nominato organista della Cappella Marciana, al posto del defunto Giovanni Marino, con un salario di 60 ducati annui.

Il 12 genn. 1511 il M. fu probabilmente a Mantova per l’inaugurazione della Cappella di Federico Gonzaga, esibendosi a corte come organista e come suonatore di clavicembalo (Canal, 1881).

Nel settembre 1516 si recò in Inghilterra «con un suo bellissimo instrumento da sonar, condutto con gran spesa» (Cicogna, IV); il 16 settembre, infatti, gli successe come organista in S. Marco Giovanni Armonio, suo confratello e allievo. Arrivato a Londra il 30 settembre, il M. fu presentato dall’ambasciatore della Repubblica di Venezia Sebastiano Giustinian a Thomas Wolsey, cardinale e lord cancelliere, che lo volle sentire suonare alla presenza di numerosi nobili e virtuosi suoi ospiti che apprezzarono molto l’esibizione musicale. In seguito Giustinian introdusse il M. a corte, dove suonò alla presenza di Enrico VIII e della regina Caterina d’Aragona suscitando grande ammirazione soprattutto nel re, esperto musicista, che suonava il liuto e il clavicembalo, cantava bene a prima vista e componeva. Enrico VIII promise quindi di nominarlo cappellano regio e capo dei musicisti.

In una lettera del 19 maggio 1517 Nicolò Sagundino, segretario di Giustinian, scriveva che il M. aveva composto il mottetto a quattro voci Memor esto verbi tui servo tuo, in quo mihi spem dedisti, giudicato bellissimo, da eseguire davanti a EnricoVIII, il cui testo doveva rammentare al sovrano le promesse non ancora mantenute (Sanuto, XXIV, col. 392). L’episodio è analogo a quello ricordato da Enrico Glareano nel Dodekachordon (Basilea 1547), a proposito di Josse (Josquin) Després, che musicò lo stesso testo per ricordare a Luigi XII re di Francia la promessa di un beneficio ecclesiastico. La composizione del M. si riferiva forse alla promessa nomina a cappellano regio, non facile da ottenere per chi era membro di un ordine monastico; Sagundino, infatti, informava il Senato che il re aveva scritto al pontefice per ottenere la dispensa dall’Ordine del M. e la conseguente nomina a prete di S. Pietro. Il nuovo stato ecclesiastico costituiva la condizione necessaria perché il M. fosse nominato cappellano del re e capo dei musicisti di corte. Il M. ottenne i due incarichi che gli fruttarono, come asseriva Sagundino, «una bona ventura e bona intrata» (ibid., XXIII, col. 126), ma il suo nome non appare nelle liste dei salari del tesoriere della Camera; ciò può indicare che il M. fosse pagato direttamente dalla lista civile del re, della quale però non sopravvive alcuna traccia posteriormente al 1510. Il 14 ag. 1517 il M. si presentò nella chiesa di Henbury, nella diocesi di ­Coventry e Lichfield, probabilmente per ricevere un beneficio, da aggiungere quindi alla ricompensa che percepiva a corte per le sue prestazioni musicali.

Nel dicembre 1517, mentre a Londra infieriva la peste, il re si ritirò a Windsor lasciando la famiglia e la corte, ma portando con sé il M., a cui fu richiesto di suonare sempre più frequentemente; in un’occasione arrivò a suonare per ben quattro ore. Pietro Pasqualigo, uno dei tre ambasciatori veneziani alla corte inglese (Nagel, p. 3), in una sua relazione riportava le parole di elogio indirizzate nel marzo 1518, durante un banchetto, dal re al M.: «Per Deum, iste est honestissimus vir et unus clarissimus, nullus nunquam servivit mihi fidelius et melius illo, scribaris Domino vestro quod habeat ipsum commendatum» (Giustinian, p. 161; Nagel, p. 4). Successivamente il M. fu anche il primo maestro di musica della giovanissima Maria nata nel 1516, figlia di EnricoVIII.

Numerosi sono i riferimenti al M., per lo più concernenti le sue esecuzioni musicali in occasioni di banchetti, balli e ricevimenti di ambasciatori, nei dispacci che Giustinian inviava a Venezia. È verosimile che fosse proprio il M., per i suoi frequenti contatti con il re, la regina e altri influenti personaggi, a essere incaricato di informare l’ambasciatore sulla vita di corte; in una relazione alla Repubblica di Venezia Giustinian riferiva che il 18 maggio 1519 il M. aveva viaggiato da Greenwich a Londra per portargli notizie della corte.

Nel quadro delle vicende che nei primi decenni del Cinquecento coinvolsero i sovrani d’Europa e i principi italiani contro l’espansionismo in terraferma della Repubblica di Venezia e che portarono alla stipula della Lega di Cambrai, il servizio informativo che il M. svolgeva per la sua patria potrebbe essere stato scoperto; lo si deduce dalla relazione di Sagundino, del 24 dic. 1525, in cui si parla del «frate di cà Memo di Crosacchieri» che aveva goduto di una «gran provision» in Inghilterra, da dove era poi fuggito «per dubito della vita; e si dice sia in Portogallo» (Sanuto, XL, col. 534). Nel 1526, infatti, il M. si trovava sulle coste della Biscaglia in Spagna, dove era stato salvato da un naufragio; per lo scampato pericolo fece voto di suonare gratuitamente per un anno l’organo del santuario di Santiago de Compostela.

La presenza del M. a Santiago nel 1539 è testimoniata da C. de Villalón; questi affermò che nella chiesa di Santiago di Galizia all’epoca era organista il M., la cui abilità nel suonare gli strumenti a tastiera era considerata insuperabile. Non è quindi da escludere che la fama del M. possa avere esercitato una qualche influenza sugli organisti spagnoli attivi intorno alla metà del secolo XVI.

Dopo il 1539 non si hanno altre notizie del Memmo. Della sua attività di compositore nulla è noto, a parte la notizia del mottetto Memor esto, peraltro perduto.

Fonti e Bibl.: F. Memmo, Paulo Hofheimer musicorum antistiti, in Pauli Hofheimeri Harmoniae poeticae, Noribergae 1539, pp. n.n. (registro b2r, b3v, b4r); P. Contarini, Argo vulgar, Venezia 1542, pp. n.n. (registro E.ii); E.A. Cicogna, Delle inscrizioni veneziane, IV, Venezia 1834, p. 511; V, ibid. 1842, pp. 551 s.; S. Giustinian, Four years at the court of Henry VIII. Selection of despatches, a cura di R. Brown, London 1854, II, pp. 161-164, 301; M. Sanuto, I diarii…, Venezia 1879-1903, XXIII, coll. 126, 173, 176; XXIV, coll. 392, 535, 538 s.; XXV, coll. 136, 327; XXVII, col. 386; XL, col. 534; P. Canal, Della musica in Venezia, in Venezia e le sue lagune, Venezia 1847, I, 2, p. 481; F. Caffi, Storia della musica sacra nella già Cappella ducale di S. Marco in Venezia dal 1318 al 1797, Venezia 1854, I, pp. 68-73; II, pp. 31, 280; P. Canal, Della musica in Mantova, in Archivio veneto, XXI (1881), p. 25; W. Nagel, Annalen der englischen Hofmusik…(1509-1649), Leipzig 1894, pp. 3-7; C. de Villalón, Ingeniosa comparación entre lo antiguo y lo presente, a cura di M. Serrano y Sanz, Madrid 1898, p. 177; O. Kinkeldey, Orgel und Klavier in der Musik des 16. Jahrhunderts: ein Beitrag zur Geschichte der Instrumentalmusik, Leipzig 1910, p. 150; H. Anglès, Orgelmusik der Schola Hispanica vom XV. bis XVII. Jahrhundert, in K. Weinmann, Festschrift Peter Wagner, Leipzig 1926, p. 16; H.J. Moser, Paul Hofhaimer, ein Lied-und Orgelmeister des deutschen Humanismus, Stuttgart-Berlin 1929, pp. 25, 41, 89, 116 s.; Andrea e Giovanni Gabrieli e la musica strumentale in S. Marco, a cura di G. Benvenuti, Milano 1931, I, pp. XXIII-XXV; T. Dumitrescu, The early Tudor court and international musical relations, Bodmin 2007, pp. 3, 40 s., 83, 87, 89, 95s., 114 s., 232; H. Riemann, Dictionnaire de musique, Paris 1931, p. 830; Biographical Dictionary of English court musicians (1485-1714), Aldershot 1998, pp. 797-799; R. Eitner, Quellen-Lexicon der Musiker, V, pp. 434 s.; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Il lessico, IV, p. 682; Le biografie, V, pp. 17 s.; The New Grove Dict. of music and musicians, XVI, p. 379.

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