Disinfezione

Dizionario di Medicina (2010)

disinfezione


Operazione o complesso di operazioni per la distruzione dei germi patogeni. Viene eseguita con mezzi fisici, chimici (disinfettanti) e meccanici. Se è diretta alla distruzione di insetti o di piccoli animali è indicata più propriamente con i termini di disinfestione o di disinfestazione. La d. delle acque, allo scopo di renderle potabili, è detta potabilizzazione.

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Modalità per eseguire la disinfezione

La d. delle ferite si pratica spargendo i disinfettanti sulla parte ferita, mediante batuffoli di ovatta o di garza. Le sostanze impiegate sono comunemente l’alcole puro a 70° o denaturato, l’acqua ossigenata, l’alcole iodato, la tintura di iodio, ecc. La d. di ambienti o di oggetti ed effetti d’uso, quando sia d’interesse pubblico (in casi di epidemie, di malattie contagiose, ecc.) è eseguita a cura delle organizzazioni sanitarie (in Italia dalle unità sanitarie locali). D. chimica: quella eseguita per mezzo dei disinfettanti chimici, organici e inorganici. D. fisica (detta più propriamente sterilizzazione): quella eseguita con mezzi fisici quali: 1) calore secco o aria calda: nelle stufe a secco, in genere per vetrerie di laboratorio, siringhe di vetro, ecc.; 2) vapore d’acqua: questo può essere utilizzato fluente (cioè non compresso) o sotto pressione (in autoclave), talvolta misto a formaldeide, per la d. di biancheria, materiale di medicazione, ecc.; 3) acqua in ebollizione: comunem. impiegata per siringhe, ferri chirurgici, ecc. Allo scopo di distruggere anche le spore batteriche si usa aggiungervi il carbonato sodico nella proporzione del 2%. D. meccanica: consiste nell’impiego di filtri che trattengono i microbi (per es., in impianti per la potabilizzazione dell’acqua). In genere essa è completata con mezzi chimici (cloro, sali d’argento, ecc.).

Finalità della disinfezione. D. assoluta: la d. che, in condizioni ideali, consegue la distruzione completa degli agenti infettivi, per es. quella eseguita in autoclave o con l’ebollizione. D. relativa: la d. per effetto della quale risulta distrutta la maggior parte ma non la totalità dei germi infettivi. La d. correntemente eseguita in ambienti d’abitazione, di soggiorno o di degenza è spesso relativa per difficoltà tecniche. D. continua: è praticata nell’ambiente stesso di degenza dell’ammalato, a complemento dell’isolamento. Ha lo scopo di evitare che oggetti, effetti d’uso, e gli stessi escreti escano dall’ambiente non disinfettati; ad essa si ricorre specialmente per malattie infettive acute o croniche. D. occasionale: quella eseguita su oggetti o effetti d’uso di provenienza dubbia o sospetta (libri, indumenti, ecc.). D. periodica: quella eseguita periodicamente negli ambienti in cui presumibilmente possano accumularsi germi patogeni, per es. latrine, sale d’aspetto, navi, vetture ferroviarie, ecc. D. terminale o finale: la d. eseguita nell’ambiente dove abbia avuto luogo la degenza di un malato infetto, guarito, deceduto o trasferito altrove. D. a domicilio: quella eseguita a cura delle autorità sanitarie in caso di malattie epidemiche, contagiose o infettive, con l’opera di tecnici specialisti, detti disinfettori.

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