Disintermediazione

Lessico del XXI Secolo (2012)

disintermediazione


disintermediazióne s. f. – Eliminazione di intermediari dalla catena distributiva o dal processo di acquisizione di beni o servizi, in modo che l’offerta e la domanda possano incontrarsi direttamente, senza la mediazione di importatori, distributori, grossisti, dettaglianti, agenti commerciali e simili. La diffusione di Internet e del commercio elettronico (v. ) hanno dato un enorme impulso a questo fenomeno. La d. ha colpito in particolare i mercati dei servizi e dei beni immateriali, che non necessitano di un’infrastruttura di distribuzione fisica e che possono essere distribuiti in formato elettronico attraverso le reti che adottano il protocollo IP. Tra i mercati dei servizi maggiormente interessati si distinguono quelli connessi al turismo (prenotazioni alberghiere, viaggi aerei e simili), le assicurazioni e anche i mercati finanziari. Con l’introduzione del trading online e grazie all’uso di strumenti finanziari come bond e convertibili, le banche, tradizionale tramite tra chi ha denaro da prestare e chi ne necessita, possono essere scavalcate mettendo in diretta comunicazione domanda e offerta di capitali. Tra i mercati dei beni immateriali maggiormente colpiti da questo fenomeno vi è quello della musica registrata, dove il formato digitale MP3 ha consentito di svincolare il contenuto dal supporto fisico tradizionale (CD, disco in vinile o musicassetta) e di distribuire copie di brani registrati attraverso le reti informatiche. La prima piattaforma di distribuzione di musica digitale è stata Napster, costretta successivamente a chiudere a causa della violazione delle leggi internazionali sul copyright. Si sono poi affermati sistemi legali di distribuzione di musica digitale, aggregatori come , che hanno sostituito, disintermediandola, gran parte della filiera commerciale della musica registrata (dai distributori ai negozi di dischi). Un’analoga trasformazione è avvenuta nel settore dell'home video. Un altro mercato sottoposto a una forte dinamica di d. è quello del libro in carta stampata. Negli ultimi dieci anni si è assistito alla comparsa di grandi rivenditori online (segnatamente di Amazon, v.) in grado di mettere a catalogo milioni di opere e di distribuirle a livello globale attraverso i servizi postali e i corrieri espresso. La d. nel mercato del libro è destinata a intensificarsi con l’affermazione del libro elettronico (v. e-book), che non ha bisogno di infrastrutture fisiche di distribuzione. Un particolare vantaggio competitivo degli aggregatori dell’offerta rispetto ai rivenditori tradizionali si trova nell’ampiezza del catalogo messo a disposizione dei clienti finali, che permette di sfruttare le dinamiche del modello economico della coda lunga individuate da Chris Anderson. Tali dinamiche sono particolarmente accentuate nei mercati dei beni informativi (v. ). Un secondo vantaggio degli aggregatori risiede nell’estensione globale del loro mercato di riferimento, rispetto alle tradizionali catene distributive, spesso confinate nell’ambito dei territori nazionali. La combinazione di questi vantaggi porta a inquadrare la d. in termini di semplificazione dei mercati di riferimento e quindi di concentrazione dell’offerta a livello globale.

Aspetti sociali e culturali della disintermediazione. ‒ Nel campo dei beni informativi, il processo di d. si combina con forze, tendenze e abitudini culturali consolidate in grado di indirizzarlo verso esiti imprevedibili. È il caso del mercato editoriale dell’informazione, che trova il suo punto di forza nella professione giornalistica. L’affermazione dei blog (v.), dei social network, dei feed RSS ha esercitato una forte pressione sulle imprese attive nel campo dell’editoria quotidiana e periodica, minacciando di sottoporla a d. nel suo compito di mediare tra il complesso di eventi che si verificano quotidianamente e l’opinione pubblica, selezionando quelli degni di nota e inserendoli in una narrazione coerente per il lettore. Sarebbe arduo monitorare e tenere in conto tutti gli eventi, locali, nazionali e globali che accadono quotidianamente senza subire una qualche forma di information overload. A fronte delle forti dinamiche di d. si conferma quindi l’esigenza di un lavoro di filtro delle notizie e di mediazione a beneficio del pubblico. Tuttavia, con l’affermazione di Internet, in particolare del web 2.0 (v.), tale lavoro sta subendo esso stesso forti cambiamenti e presenta dinamiche di d., sia per quanto riguarda l’attività dell’impresa editoriale, sia per quanto riguarda la professione giornalistica. Il processo di d. nei mercati dei beni informativi coinvolge la singola unità del bene in transazione. Nei mercati tradizionali, il contenuto informativo è strettamente legato al supporto fisico che lo conteniene. Così le notizie sono raccolte in articoli e gli articoli in un giornale; nel campo televisivo le news sono contenute in servizi, inseriti in una o più edizioni di una testata giornalistica, a loro volta facenti parte di un palinsesto. La liberazione del contenuto digitale dal contenitore materiale porta a una dinamica di d. delle forme e delle strutture materiali e culturali tradizionali. La singola notizia può viaggiare come breve testo, il singolo servizio può essere visionato svincolato dal resto del telegiornale e del palinsesto. Anche nel campo musicale, la forma album (indipendentemente dal fatto che si presenti sotto le vesti di un lp, di un CD o di una lista di brani MP3) sta cedendo il passo all’acquisto di singoli e specifici brani. In questo caso a subire d. è il lavoro di organizzazione dell’offerta culturale, con conseguenze non indifferenti sulla forma dell’opera.