Dizionario

Enciclopedia dei ragazzi (2005)

dizionario

Franco De Renzo

Strumento indispensabile per conoscere una lingua o una disciplina

Un dizionario è un'opera che raccoglie e descrive, solitamente in ordine alfabetico, le parole e locuzioni di una lingua, di un dialetto, di una particolare disciplina o settore, o di un autore o di un periodo. Esistono diversi tipi di dizionario: monolingue, bilingue, specialistico, enciclopedico. Lo sviluppo dell'informatica ha reso i volumi di molti dizionari consultabili anche in CD e DVD e ha creato il dizionario multimediale

Vari tipi di dizionario

Quasi tutti, di sicuro tutti quelli che sono andati a scuola, hanno fatto l'esperienza di consultare il dizionario, o vocabolario, per conoscere o verificare il significato di una parola. Il dizionario più comune è quello monolingue, che descrive cioè le parole di una sola lingua: dizionario italiano, inglese, russo e così via. Vale la pena ricordare che il primo dizionario monolingue di una lingua europea fu il Vocabolario degli Accademici della Crusca, realizzato tra Firenze e Venezia nel 1612.

Vi è poi il dizionario bilingue, cioè che riguarda due lingue, che descrive e traduce le parole in un'altra lingua (per esempio, italiano-inglese, inglese-italiano; italiano-latino, latino-italiano). Ci sono inoltre i dizionari dialettali (siciliano, calabrese), dove in genere i vocaboli dialettali vengono illustrati in italiano.

disciplina

Altri tipi di dizionario raccolgono i termini di un particolare settore o disciplina, come il dizionario della musica, della marina, ma esiste pure quello del calcio, della canzone italiana, di filosofia o di cucina. La parola dizionario è usata anche per indicare opere che raccolgono le parole usate da un singolo autore, per esempio per Dante avremo il dizionario dantesco; o le parole di un periodo storico, come il dizionario della lingua italiana del Duecento. Esistono inoltre dizionari che descrivono specificamente alcuni aspetti della lingua, come i dizionari dei sinonimi e dei contrari, i dizionari etimologici, e via dicendo.

I dizionari che trattano una disciplina specifica o un particolare aspetto del lessico vengono definiti dizionari specialistici. Infine esiste anche il dizionario enciclopedico: una raccolta sistematica di termini, compresi i nomi propri di persona e di luoghi, che dovrebbe fornire la più ampia informazione possibile in tutti i campi del sapere.

Ora, oltre alla versione tradizionale su carta, molti dizionari ne hanno anche una informatica, consultabile cioè su CD, DVD e simili. L'informatica ha favorito la nascita dei dizionari multimediali, che utilizzano cioè diversi mezzi (media), e consentono di associare con grande facilità immagini, suoni e scrittura.

Le parole di una lingua

Parole che restano fuori. Le parole di una lingua sono innumerevoli e nessun dizionario, per quanto esteso, può raccoglierle tutte. Solo le parole della chimica sono oltre 300.000, e altre centinaia di migliaia sono quelle della botanica o della zoologia. Nessuno le ha contate, ma le parole di una lingua come l'italiano o l'inglese sono milioni, secondo alcuni anche decine di milioni. Invece, perfino nel dizionario più esteso del mondo, cioè l'Oxford English dictionnary, in ben venti volumi, ne troviamo circa 500.000. E il dizionario più esteso dell'italiano (in sei volumi) contiene circa 250.000 parole. Ancora di meno sono ovviamente le parole nei più comuni e diffusi dizionari monovolume, cioè di un solo volume, che superano raramente le 150.000.

Chi realizza un dizionario deve fare scelte difficili, cioè decidere quali parole inserire e quali escludere, poiché sarebbe molto difficile creare un'opera talmente grande da raccogliere tutte le parole di una lingua.

Parole ammesse. In genere in un dizionario sono presenti tutte le parole che ci servono per comunicare, studiare, scrivere, pensare e per esprimere idee, sentimenti e opinioni. Queste parole basterebbero per coprire oltre il 97% di tutti i testi scritti e parlati. Ma i dizionari registrano anche un numero consistente di parole relative a linguaggi tecnici, cioè specifici di un determinato settore (medicina, ingegneria, calcio, vela, meccanica: i settori sono centinaia): per esempio adipsìa, termine medico che vuole dire assenza dello stimolo della sete, o un termine della meccanica come nìpplo, che è un dado cilindrico che unisce al cerchione ogni raggio metallico nelle ruote di cicli e motocicli.

Sono riportati anche gli esotismi, cioè parole o espressioni straniere entrate ormai nell'uso dell'italiano (game, random, baby-sitter, killer, mascotte, brioche, machete, Lager, kimono) e le locuzioni, cioè espressioni di due o più parole, usate regolarmente, come vedere rosso, lavoro nero, prendere in giro, e così via.

Oltre alle parole nel dizionario possono esserci sigle, come ENEL (Ente nazionale per l'energia elettrica), ONU (Organizzazione delle nazioni unite) e abbreviazioni come sig. (signore), avv. (avverbio, avvocato), pag. (pagina). Infine, sempre più spesso i dizionari registrano anche i prefissi e i suffissi. I prefissi e i suffissi sono quelle particolari particelle che se messe all'inizio (prefissi come pre- ri-, semi-) o alla fine (suffissi, come ‒tore, -bile, -ista) consentono di formare nuove parole.

Le regole della consultazione

Sapere com'è fatto un dizionario è fondamentale per poterlo usare. Infatti non vengono registrate tutte le forme che una parola può assumere, ma solo una di esse, alla quale si riconducono le altre. Nei dizionari dell'italiano i verbi sono registrati all'infinito, pertanto se s'incontrano forme specifiche come sospetterebbero, avevano sospettato, bisogna trovare l'infinito del verbo: sospettare. Gli aggettivi sono registrati con il singolare maschile, così per rosse, che è plurale femminile, bisogna trovare rosso, per mostruosi, plurale maschile, avremo mostruoso. I nomi (o sostantivi), sono registrati al singolare, così noci deve essere ricondotto a noce, ganci a gancio, ippari a ippario (mammifero fossile del Pliocene simile a una zebra).

I dizionari non sono organizzati tutti allo stesso modo. Per il latino e il greco, infatti, si usa registrare i verbi con la prima persona singolare dell'indicativo presente e non con l'infinito.

Ciascuno dei vocaboli registrati da un dizionario, stampati in grassetto come titoli delle definizioni o delle trattazioni, si chiama lemma. Per ogni lemma, cioè per ogni parola presente nel dizionario, viene fornita una descrizione, dove vengono illustrati il significato e le sue eventuali accezioni. Le accezioni sono i vari significati che una parola può assumere. Per esempio, paese può voler dire sia una piccola località sia l'intera nazione; e banco può voler dire il banco dove ci si siede, ma ci sono anche i banchi di aringhe, i banchi di nebbia, il banco del negozio, il banco del giudice. In genere le accezioni sono indicate da numeri. In molti dizionari accanto alla definizione vi è anche un esempio di frase che serve a spiegarne meglio l'uso.

Pluralità delle informazioni

Anche se lo scopo principale per il quale si consulta è conoscere il significato delle parole, un dizionario offre anche molte altre informazioni. Intanto consente di risolvere eventuali dubbi ortografici, poiché è riportata la corretta grafia delle parole. Ma si trovano anche importanti informazioni grammaticali. Di ciascuna parola è specificata la categoria grammaticale, e cioè se si tratta di un aggettivo, un sostantivo, un avverbio, una preposizione.

Accanto ai sinonimi e ai contrari, può essere presente una sezione dedicata all'etimologia, che informa cioè sull'origine della parola. In alcuni casi si può trovare anche la divisione in sillabe e, talvolta, la trascrizione fonetica, cioè l'indicazione attraverso i caratteri dell'alfabeto fonetico della corretta pronuncia delle parole. Ciò è particolarmente utile nei dizionari bilingui, a patto però che si conosca l'alfabetico fonetico.

Insomma il dizionario è uno strumento utilissimo, forse l'opera più importante per chi vuole conoscere e usare bene una lingua. Ma poiché le lingue sono in continuo movimento, un dizionario non può valere per sempre. Infatti, col passare del tempo entrano nuove parole (neologismi) e magari escono dall'uso altre che già c'erano. In effetti in un dizionario di solo qualche anno fa non troverete messaggino, Internet, sms, videochiamata, parole ormai largamente diffuse. Consapevoli di ciò, i lessicografi, cioè gli autori dei dizionari ‒ appunto chi descrive (grafo) le parole di una lingua (lessico) ‒, tendono a pubblicare nuove edizioni o specifiche aggiunte per raccogliere tali innovazioni. E dunque, almeno per questo aspetto, sarebbe opportuno consultare di preferenza dizionari recenti, in modo da avere maggiori possibilità di conoscenza della lingua.

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