DE MARCO, Domenico

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 38 (1990)

DE MARCO, Domenico

Vincenzo Rizzo

Non ci sono notizie sulla formazione di questo maestro stuccatore napoletano, appartenente ad una famiglia di capi maestri fabbricatori, attivo dal 1680 al 1735. Dovette acquisire ben presto notorietà come stuccatore di composizioni decorative (includenti anche statue, busti, fastigi, cartocci, volute ed elementi architettonici), se già nell'agosto del 1706, come si rileva dalla documentazione reperita (Arch. storico del Banco di Napoli, Banco dello Spirito Santo, Giorn. di cassa, matr. 884, p. 8), riceveva - in unione col maestro stuccatore Onofrio Giordano - la rilevante somma di 760ducati "per tutto lo stucco che stanno facendo per la chiesa della Casa Santa della Redenzione dei Cattivi a Portalba ... secondo l'idea datagliene dal regio Ingegnere ed Architetto don Ferdinando San felice...".

Come si sa, la facciata di questa chiesa è uno dei capolavori della giovinezza del grande architetto napoletano. Nella facciata, che ci è pervenuta integra nel suo insieme di stucco, il D., sotto le direttive del Sanfelice, oltre a realizzare due statue a misura umana, rappresentanti S. Domenico Guzman e S. Francesco Saverio, eseguì ai lati del grosso finto drappeggio centrale, sostenuto e mantenuto aperto da puttini vezzosi (sul tipo di quelli derivati direttamente dal Bernini e sviluppati in seguito a Napoli, dal 1671 in poi, numerose volte in marmo, dai fratelli Bartolorneo e Pietro Ghetti), un décor di tipo vegetale, costituito da fronde di palme intrecciate e da varie altre morfologie protorococò, di notevole bellezza e compostezza.

Ad attestare la qualità manifatturiera del D. valgono anche gli altri suoi lavori pervenutici, tutti condotti sotto la guida di eccellenti architetti, che si annoverano tra i migliori del gusto rococò napoletano.

Nell'ottobre 1726 egli eseguì gli stucchi interni all'ampio vestibolo della chiesa di S. Giuseppe dei Ruffo, all'epoca detta "di S. Agostino delle Signore Monache", che, a similitudine di quelli per la Redenzione dei Cattivi, inglobano statue di santi a grandezza naturale (S. Agostino d'Ippona e S. Gennaro vescovo) ed elementi vegetali e architettonici di grande eleganza ed armonia, che il D. condusse sotto le direttive e i disegni degli architetti Arcangelo e Marcello Guglielmelli, padre e figlio.

A vieppiù confermare la valentia del D. vi è il suo documentato intervento per i due cappelloni laterali, nel presbiterio della chiesa napoletana dello Spirito Santo, che l'architetto Niccolò Tagliacozzi Canale (Rizzo, 1982) andava realizzando nell'agosto 1728: decorazioni a stucco che andarono distrutte nella successiva riedificazione e ridecorazione fatta dall'ingegnere Mario Gioffredo, negli anni 1759-60.

Ultima notizia che si riferisce al D. è che nel 1735 egli lavorò a stucchi decorativi nel vecchio edificio di Scipione Di Sangro, duca di Casacalenda, a piazza S.Domenico Maggiore, anch'essi non sopravissuti (Fiengo, 1983).

Nonostante la scarsezza di documenti il D. si impone come una delle personalità migliori nel magistero dello stucco decorativo napoletano della prima metà del sec. XVIII, anche perché ebbe a lavorare, come si è detto, con i maggiori architetti.

Fonti e Bibl.: Napoli, Arch. stor. d. Banco di Napoli, Banco dello Spirito Santo, anno 1706, matr. 884; anno 1728, m. 1188; Banco della Pietà, anno 1726, m. 1549, V. Rizzo, N. Tagliacozzi Canale e il trionfo dell'ornato nel Settecento napoletano, in Settecento napoletano. Documenti, a c. di F. Strazzullo, I, Napoli 1982, p. 153, doc. 28; G. Fiengo, Organizzaz. e produz. edilizia a Napoli all'avvento di Carlo di Borbone, Napoli 1983, p. 109.

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