Fontana, Domenico

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Architetto (Melide, Lugano, 1543 - Napoli 1607). Venuto a Roma ventenne, lavorò dapprima come stuccatore, poi (dal 1570) il card. F. Peretti, il futuro Sisto V, lo prese al suo servizio affidandogli l'elaborazione del nuovo piano regolatore di Roma (nell'ambito del quale realizzò nuovi tracciati viarî di collegamento di S. Maria Maggiore con Trinità dei Monti e le basiliche di S. Giovanni, S. Croce in Gerusalemme, San Lorenzo) e imprese di notevole impegno ingegneristico, come l'erezione di grandi obelischi (sulle piazze di S. Pietro, 1586, di S. Maria Maggiore, 1587, di S. Giovanni in Laterano, 1588, del Popolo, 1589) quali punti focali di significativi spazî urbani e, nell'ambito della costruzione della cappella Sistina (o del Presepe) in S. Maria Maggiore, il sollevamento e la conservazione integrale dell'antico sacello. F. fu inoltre impegnato, sempre tra il 1585 e il 1590, in importanti cantieri architettonici (il palazzo del Quirinale; il Palazzo Lateranense; la Biblioteca Vaticana) e nella costruzione, in collaborazione con G. Della Porta, della cupola di S. Pietro. È interessante il suo libro sull'erezione dell'obelisco vaticano (1590). In questo periodo romano ebbe come collaboratori il fratello Giovanni, il nipote C. Maderno e gli architetti Matteo di Castello e G. Rainaldi. Alla morte di Sisto V, invidie e sospetti provocarono il suo esonero, da parte di Clemente VIII, dalla carica di architetto pontificio. Il F. allora riparò a Napoli, ove fu nominato (1592) architetto regio e ingegnere maggiore del regno. Ivi tracciò le vie di Chiaia e di S. Lucia, eresse la fontana Medina, il palazzo Carafa della Spina e iniziò (1600) il suo capolavoro architettonico: il Palazzo Reale, che, pur attraverso svariate trasformazioni, conserva la vasta linea impressagli dal Fontana. La lunga attività del F., pur essendo dal punto di vista formale soltanto ripetitiva delle invenzioni del Rinascimento, è notevole soprattutto per la capacità di organizzare grandi sviluppi edilizî su linee dignitose e severe e di progettare su scala sino allora inusitata, per aver risolto problemi di ingegneria con una sicurezza di metodo che precorre le maggiori imprese costruttive del Settecento europeo. Il fratello Giovanni (Melide, Lugano, 1540 - Roma 1614) collaborò a tutte le opere romane del F. e operò soprattutto nell'ambito dell'ingegneria idraulica.

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