Domìnici, Giovanni, beato

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Domenicano (Firenze 1357 - Buda 1419), figlio di Domenico Banchini. Lettore di teologia a Venezia dal 1388, fu bandito nel 1399 per aver favorito una processione di penitenti "Bianchi", contro il volere della Serenissima, e si trasferì a Firenze, dove fu, tra l'altro, lettore di Sacra Scrittura (1403). Vicario generale dell'Ordine già dal 1393 e fino al 1399, attese con gran zelo alla riforma dei conventi domenicani. Arcivescovo di Ragusa nel 1407, cardinale nel 1408. Mandato in Boemia per reprimere l'eresia ussita, riusciti vani i tentativi pacifici, invitò l'imperatore Sigismondo a reprimerla con le armi. Teso a un profondo rinnovamento della vita religiosa, fu avversario della cultura umanistica, e nella Lucula noctis (1405) volle dimostrare illeciti al cristiano gli studî classici in polemica con Coluccio Salutati. Ciò sostenne anche nelle prediche, ch'egli condensò in latino, in forma di trattati; più di questi sono vivi gli scritti volgari (Il libro d'amor di carità, composto nel 1397-98; la Regola del governo di cura famigliare, del 1401-03; le Lettere). Prese parte alle dispute mariologiche, scrivendo un trattato (De conceptione B. Virginis) contro la dottrina dell'Immacolata Concezione.

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