Bramante, Donato

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Architetto, pittore e teorico dell'architettura (Monte Asdrualdo, ora Fermignano, presso Urbino, 1444. - Roma 1514). Ebbe la sua educazione artistica con ogni probabilità a Urbino, dove poté ammirare soprattutto L. Laurana, Piero della Francesca, Paolo Uccello, Melozzo da Forlì, Francesco di Giorgio, ecc., e una schiera di marmorarî lombardeschi. Nel 1477, a Bergamo, dipinse sulla facciata del palazzo dei Priori una serie di filosofi, oggi alla pinacoteca di Brera. Ma la sua attività principale si svolse a Milano, alla corte di Ludovico il Moro: disegno di una Prospettiva fantastica (1481), incisa da B. Prevedari; ricostruzione della chiesa di S. Satiro (1480 circa-1486); collaborazione ai lavori del duomo di Pavia (dal 1488), suo disegno per il chiostro della canonica di S. Ambrogio; lavori nel castello ducale di Vigevano (Palazzo forte e la Torre); costruzione della tribuna absidata di Santa Maria delle Grazie. Nel 1497 viene innalzata la facciata del duomo di Abbiategrasso e, interrotto il chiostro della canonica a Sant'Ambrogio, s'iniziano col suo modello i quattro chiostri conventuali. Nel 1499 il B. parte per Roma, dove costruisce il chiostro di Santa Maria della Pace (1500-04), sola parte realizzata di un più vasto complesso, l'abside (1509) di Santa Maria del Popolo; e forse collaborò ai lavori del palazzo della Cancelleria e dell'annesso San Lorenzo in Damaso. Seguono il palazzo dei tribunali, con nell'interno la chiesa di San Biagio alla Pagnotta, ed il palazzo che sarà poi di Raffaello Sanzio. Tra i molti lavori affidati al B. da Giulio II (tracciati edilizî, costruzioni di pubblici edifici, bonifiche, fornitura d'acqua, ecc.), i più importanti sono i lavori della nuova fabbrica di S. Pietro e del Palazzo Vaticano. Il progetto del B. per S. Pietro, noto da disegni del Sangallo e del Serlio e da una medaglia del Caradosso, rappresentava un edificio a pianta centrale, poliabsidato, con alta cupola retta da un tamburo e fiancheggiato da quattro torri. I lavori per la cupola, iniziati nel 1506, erano giunti nel 1510 fino all'imposta, mentre nel 1512 era terminato il coro provvisorio poligonale. Ma la morte di Giulio II (1513) e del B. li interruppe bruscamente, come pure i lavori del Palazzo Vaticano dove il B. aveva iniziato i due grandi cortili del Belvedere e di S. Damaso. Il B. è una delle più potenti ed originali personalità del Rinascimento. Innestandosi, a Milano, nella tradizione lombarda permeata di elementi tardo-gotici e toscani, egli la supera ben presto per il suo spiccato senso della monumentalità realizzata attraverso la ritmica ed unitaria articolazione delle masse architettoniche modellate con una raffinata sensibilità per i valori coloristici ed atmosferici. Questa sua tendenza all'ampio e sereno respiro spaziale, di cui si possono trovare anticipazioni significative nelle costruzioni mantovane di L. B. Alberti, si approfondisce, a Roma, a contatto dell'artista con gli edificî classici da lui intensamente studiati e culmina nel tempietto di San Pietro in Montorio, e soprattutto nel nuovo tempio di San Pietro in Vaticano. Profonda è stata l'influenza esercitata dal B. sull'architettura del suo tempo; e a lui si collega soprattutto l'arte del Sansovino, del Sanmicheli e del Palladin. Le pitture del B. rivelano una forte disparità di livello tra gli affreschi bergamaschi e le pitture milanesi (gli affreschi con gli Uomini d'arme di casa Panigarola, ora a Brera, e la tavola con il Cristo alla colonna dell'abbazia di Chiaravalle, oggi pure a Brera). Di largo e robusto impianto compositivo, queste pitture rivelano prevalentemente suggestioni di Melozzo da Forlì e del Mantegna. ▭ Tav.

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