HINES, Earl Kenneth

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1992)

HINES, Earl Kenneth

Antonio Lanza

Pianista statunitense di jazz, nato a Duquesne (Pennsylvania) il 28 dicembre 1903, morto a Oakland (California) il 22 aprile 1983. I primi ingaggi da professionista furono col cantante L. Deppe (1922) e, successivamente, con il violinista V. Robinson e l'orchestra di C. Dickerson, nella quale entrò a far parte, nell'aprile 1926, anche L. Armstrong.

L'intesa tra H. e il grande trombettista fu immediata e dette luogo a una serie di registrazioni (1928), a nome dei Savoy Ballroom Five di Armstrong, considerate come i capolavori del jazz tradizionale. Sempre nel 1928 aveva inciso altri celebri brani col clarinettista J. Noone e i suoi primi assolo di piano: Caution blues, A monday date, 57 varieties e I ain't go nobody.

In tutte queste incisioni H., ben presto soprannominato Fatha (cioè, il padre di tutti i pianisti jazz), palesa una maniera personalissima: con la destra imita il fraseggio della tromba, con intensi tremolii, passaggi rapidissimi e pause improvvise; con la sinistra fornisce un accompagnamento sincopato, a decime, che spesso interviene a completare il discorso iniziato dalla destra. È il cosiddetto trumpet style, assai più moderno dello stile stride.

Nel 1928 costituì inoltre un'orchestra che si esibì al Grand Terrace di Chicago fino al 1947. In essa nel 1943 militarono D. Gillespie, Ch. Parker, B. Green, O. Pettiford e la cantante S. Vaughan, corifei del be bop. Sciolta l'orchestra, H. formò un trio (1947-48) e successivamente entrò nelle All Stars di L. Armstrong (1948-51), con il quale partecipò al festival di Nizza e a una tournée in Europa (il gruppo fu in Italia nel 1949). In seguito lavorò sulla West coast, venendo nuovamente in Europa con J. Teagarden (1957). Nel 1964 H. tornò al successo grazie a tre concerti di piano solo al Little Theatre di New York; da allora compì numerose tournées in Europa, incidendo album di alto livello (Spontaneous explorations, 1964; E. Hines in Europe, 1965; Dinah e Once upon a time, 1966; Plays Gershwin, 1973).

Bibl.: R. Hadlock, Jazz masters of the 20's, New York 1965; A. McCarthy, Big band jazz, New York-Londra 1974; A. Polillo, Jazz - La vicenda e i protagonisti della musica afro-americana, Milano 1975; S. Dance, The world of E. Hines, New York 1977; L. Moxhet, A discography of E. Hines, 1923-1977, Parigi 1978; D. Dexter jr., E. Hines, in AA.VV., I grandi del jazz, Milano 19792.

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