Neoclassica, economia

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

neoclassica, economia

Ester Faia

Espressione usata per indicare l’insieme delle teorie economiche che ha l’obbiettivo di studiare la determinazione di prezzi e quantità  attraverso un approccio di equilibrio generale. Tale equilibrio è ottenuto tramite l’incrocio di domanda e offerta. Un aspetto importante risiede nel fatto che sia il lato della domanda sia quello dell’offerta sono determinati come risultato dei processi di massimizzazione rispettivamente dei consumatori e delle imprese. Domanda e offerta sono sempre in equilibrio, indipendentemente dal numero di agenti o di mercati, in base alla legge di Walras (➔ Walras, legge di).

La nascita delle teorie dell’economia n. si può datare intorno al 1870, con i contributi di M.-E.-L. Walras, W.S. Jevons, A. Marshall. Successivamente l’espressione è stata usata per indicare il complesso delle teorie economiche canoniche, che include parte della teoria keynesiana, quella monetarista e le teorie derivate.

Le assunzioni dell’economia neoclassica in ambito microeconomico

Nel dettaglio, le assunzioni sottostanti la determinazione dell’equilibrio economico generale nella teoria n., da un punto di vista microeconomico, sono le seguenti:

• gli agenti economici compiono scelte ottimizzanti e razionali e ciò vale sia per i consumatori sia per le imprese;

• in una situazione di scarsità delle risorse e vincolo di bilancio, gli agenti devono fare scelte economiche di consumo e risparmio, tenendo conto dei loro vincoli di bilancio;

• nella scelta fra due beni, tenendo presente il concetto di costo-opportunità (➔ costo-opportunità, teoria del), all’interno del metodo di analisi noto come  marginalismo (➔), l’individuo deve rinunciare a uno dei due beni, rinuncia che rappresenta il suo costo di opportunità;

• le imprese compiono scelte ottimali massimizzando i loro profitti, cosa che, sotto alcune assunzioni, è equivalente alla minimizzazione dei costi, che a sua volta dà origine, tramite la legge di Eulero (➔ Eulero, teorema di), alla relazione tra la retribuzione dei fattori (lavoro e capitale) e la produttività;

• le scelte ottimizzanti di tutti gli agenti si incontrano nell’equilibrio di mercato (equilibrio perfetto di mercato); il mercato walrasiano, in assenza di asimmetrie informative (➔ asimmetria informativa) e concorrenza imperfetta (➔), porta a un’allocazione ottimale, come stabilito anche dal combinato dei teoremi dell’economia del benessere (➔ benessere, teoremi dell’economia del); in questo contesto l’equilibrio di mercato è sempre Pareto efficiente, vale a dire che non è possibile accrescere l’allocazione delle risorse di alcuni agenti senza diminuire quella di altri.

La soluzione dei processi di ottimizzazione dal punto di vista microeconomico e l’aggregazione delle scelte ottimali portano alla formulazione di funzioni di domanda e di offerta aggregate (➔ domanda aggregata; offerta aggregata).

La teoria neoclassica in ambito macroeconomico

Dal punto di vista macroeconomico, la teoria della domanda aggregata è stata formalizzata tramite il modello IS-LM (➔ IS-LM, modello) di J.R. Hicks. Nel suddetto modello vengono rappresentati l’equilibrio nel mercato dei beni (curva IS) e quello nel mercato della moneta (curva LM). L’incorcio tra le due curve ne genera una di domanda aggregata per la quale un aumento dei prezzi riduce la domanda di beni. Concetto di rilievo nella teoria n. è quello del crowding out effect (➔ spiazzamento), vale a dire il fatto che un aumento della spesa pubblica provoca una diminuzione dei consumi privati: questo tipo di effetti può essere studiato anche tramite l’analisi dell’equilibrio nel mercato dei beni nell’ambito del modello IS-LM. La funzione di offerta del mercato è stata formulata a partire dal problema di massimizzazione dell’impresa che sceglie i fattori in modo ottimale. Sotto l’ipotesi di perfetta competizione tra aziende, l’economia si trova al livello di piena occupazione (o converge a esso nel lungo periodo): tale assunto implica che la curva di offerta aggregata risulti verticale in corrispondenza del livello di piena occupazione. L’incrocio tra la curva di offerta aggregata in corrispondenza della piena occupazione e quella di domanda aggragata fa sì che incrementi della domanda in generale producano solo aumenti di prezzi nel lungo periodo. Questa considerazione ha aperto un acceso dibattitto sull’efficacia delle politiche monetarie o fiscali espansive.

L’economia n. si è sviluppata ulteriormente nella new neoclassical synthesis (➔). Anche questo gruppo di teorie mantiene come assunzione sottostante il raggiungimento dell’equilibrio di piena occupazione nel lungo periodo.

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