HALLEY, Edmund

Enciclopedia Italiana (1933)

HALLEY, Edmund

Emilio Bianchi

Astronomo, nato a Londra il 19 ottobre 1656, morto a Greenwich il 14 gennaio 1742. Studiò a Oxford, e nel 1676 pubblicò una memoria sulle teorie planetarie. Nello stesso anno si recò all'isola di S. Elena per compiervi osservazioni di stelle australi, raccolte poi sotto forma di catalogo stellare. Fra il 1698 e il 1700 percorse le coste dell'Africa meridionale e dell'America Meridionale onde compiervi studî di magnetismo terrestre. Nel 1720, alla morte di N. Flamsteed, fu nominato astronomo reale e direttore della specola di Greenwich.

Il suo nome è legato alla cometa periodica che, apparsa nel 1456, nel 1531, nel 1607 e nel 1682, fu da lui identificata come uno stesso astro, e che trovò in A.-C. Clairaut il poderoso calcolatore delle perturbazionì degli elementi orbitali. Trattò dei passaggi di Venere sul disco del Sole preveduti per gli anni 1761 e 1769, designandoli come ottimi per una rideterminazione della parallasse solare, e quindi della distanza media Terra-Sole. È sua la scoperta che le cosiddette "stelle fisse" fisse in realtà non sono, ma dotate di un movimento proprio intrinseco. È questa la prima proclamazione di un fatto capitale nel campo del cosmo delle stelle, e che sta alla base di tutta la cinematica e la dinamica del mondo siderale. Studioso anche di fisica solare, si occupò di rievocare i lavori dei grandi astronomi dell'antichità; si deve a lui la pubblicazione degli scritti di Apollonio e del catalogo stellare di Tolomeo.