Efeso

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(gr. ῎Εϕεσος, lat. Ephĕsus) Antica città dell’Asia Minore, sulle coste dell’Egeo. Fu colonizzata dagli Ioni sullo scorcio del 2° millennio a.C., e nel 334 Alessandro Magno la liberò dai Persiani. Passata sotto il dominio romano divenne capitale della provincia di Asia (129). La città fu devastata dai Goti (263 d.C.) e, rifiorita nel 4°-5° sec., nel 655 fu presa e saccheggiata dagli Arabi.

Dopo l’identificazione delle rovine del tempio di Artemide ai piedi della collina di Ayasuluk (od. Selçuk), gli scavi hanno permesso di riconoscere le varie fasi di costruzione dell’Artemisio, che nel 6° sec. a.C. era un grande tempio marmoreo, ionico, diptero. Incendiato nel 356 a.C., fu ricostruito dall’architetto Chirocrate. La città ellenistica e romana si stendeva sulle due colline, il Pìon (od. Panayir-Daǧ) e il Coresso (od. Bulbul-Daǧ). Si conservano tratti della cinta di mura costruita da Lisimaco: alta circa 6 m, costruita in grossi blocchi e guarnita di torri quadrangolari, in essa si aprivano alcune porte. La via Arcadiana, lungo la quale erano i maggiori edifici della città, era fiancheggiata da un duplice porticato e chiusa ai due estremi da due porte. Nella piazza vi era il teatro, un ginnasio-terme e il teatro ellenistico (ricostruito nel 1°-3° sec. d.C.). Nel 3° sec. d.C. l’agorà commerciale ellenistica risultava circondata da portici a due navate con botteghe e magazzini. Nell’altra agorà (sul luogo di una precedente necropoli tardo-arcaica), erano l’Odeon costruito da P. Vedio Antonino (2° sec. d.C.), la basilica, ricostruita in età augustea, una fontana (2°-4° sec.), un tempio dedicato a Domiziano. Prima della porta di Magnesia, c’è la cosiddetta tomba di s. Luca, costruzione circolare di età classica trasformata in cappella cristiana. Le strade fuori delle mura erano fiancheggiate da sepolcri. La città bizantina era più ristretta, lasciando fuori dalle mura la parte meridionale dell’abitato. Tra gli edifici cristiani: i resti della chiesa della Vergine, dove si tenne il concilio, e quelli della chiesa di fondazione pregiustinianea di S. Giovanni. Notevoli anche i resti di una fontana e la necropoli dei Sette dormienti. Del periodo selgiuchide, il monumento più importante è la moschea di ῾Īsa I (1375).

Nel mese artemisio a E. si tenevano le efesie, feste notturne in onore di Artemide. Avevano carattere orgiastico e vi prendevano parte uomini, donne non maritate e schiave. Da E. prendevano nome anche le lettere efesie, formule misteriose, la cui invenzione era attribuita ai Dattili Idei e che si diceva possedessero effetti magici; erano perciò incise su amuleti da portare indosso.

Concilio di E. Terzo concilio ecumenico (431). Convocato dall’imperatore Teodosio II e presieduto da Cirillo di Alessandria, condannò la dottrina di Nestorio e proclamò la divina maternità di Maria (theotòkos).

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