Egina

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(gr. Αἴγινα) Isola della Grecia (85 km2), nel Golfo Saronico. Collinosa, è unita amministrativamente al nomo dell’Attica. Capoluogo è il centro omonimo, porto sulla costa nord-occidentale. Vi si producono grano, vino, olive e fichi. Rilevante la pesca e l’artigianato (ceramica).

Per la sua ubicazione, fin dall’antichità E. fu una fra le basi navali più notevoli della Grecia. Cresciuta in floridezza commerciale, nel 6° sec. aumentò progressivamente la rivalità con Atene che nel 459 la conquistò dopo un lungo assedio. L’isola fu poi dei Macedoni (322-229), della Lega achea (229-211), di Attalo II di Pergamo che (210) l’acquistò dagli Etoli, i quali a loro volta l’avevano avuta dai Romani. Visse oscuramente in età romana (dal 133 a.C.). Dopo il 1204 fu feudo dei Dalle Carceri e dei catalani Coapena; dal 1451 appartenne a Venezia. Fu distrutta nel 1537 da Khair ad-dīn Barbarossa e poi ripopolata da Albanesi. Conquistata da F. Morosini nel 1664, ridivenne turca nel 1715. Nel 1828 fu la prima sede del governo di G.A. Capodistria.

Nella località di Capo Colonna gli scavi hanno evidenziato l’esistenza di un insediamento dell’epoca neolitica (inizio 3° millennio), cui si aggiunsero villaggi dell’Elladico Antico (2550-2050) e Medio (1900-1650); la tarda età del Bronzo vide l’espansione dei borghi fortificati (1600-1100). Pausania ricorda a E. molti santuari, un teatro e uno stadio. Sul Capo Colonna resta in piedi una sola colonna del tempio dedicato ad Apollo (520-510 a.C.); al 5° sec. va ascritto un piccolo tempio dedicato ad Artemide, del quale restano le fondamenta. All’estremità NE dell’isola si elevano i resti del santuario tardoarcaico di Aphaia (inizio della costruzione del terrazzamento nel 7° sec. a.C.; primo ampliamento nel 570 ca.; ricostruzione nel 510). Gli scavi hanno dimostrato che nel luogo esisteva un culto dedicato a una divinità femminile della fertilità già in epoca medioelladica, che si mantenne fino all’età micenea (12° sec. a.C.). Al centro del peribolo, cui si accedeva da un propileo, era il tempio periptero, dorico, in calcare stuccato, con rampa di accesso e grande altare. Di notevole importanza sono le sculture frontonali in marmo pario (Monaco, Glyptothek). Databili all’incirca tra il 500 (frontone O) e il 490 a.C. (frontone E), illustrano le mitiche battaglie degli Aiacidi contro Troia. Assieme ad altre sculture restituite dagli scavi, ci illuminano sullo stile della scuola di E., che contò soprattutto bronzisti (Callone, Glaucia, Onata). Ceramica di E. Ceramica del Medio Elladico (2000 a.C.), a superficie opaca, di colore rossastro, nota come Mattmalerei («a pittura opaca»).

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