ELDĀD ha-DĀNĪ

Enciclopedia Italiana (1932)

ELDĀD ha-DĀNĪ

Umberto Cassuto

. Enigmatico personaggio ebreo che nell'880 d. C. si presentò alla comunità ebraica di Qayrawān asserendo di appartenere alla tribù di Dan, la quale, emigrata nell'Africa orientale prima della divisione del regno d'Israele, sarebbe stata successivamente raggiunta, dopo la caduta di Samaria in mano degli Assiri, dalle tribù di Neftālī, Gad, e Āsēr. Secondo il racconto di E., queste tribù sarebbero state ancora a tempo suo unite in un reame forte e bellicoso, parlante l'ebraico e basante la sua cultura sulla Bibbia e su tradizioni simili, ma non identiche, a quelle del Talmūd e risalenti a Giosuè.

Altre meraviglie egli raccontava dei "Figli di Mosè" (Bĕnē Mōsheh) i quali sarebbero discesi da Leviti miracolosamente trasportati in Africa dall'esilio babilonese, e il cui territorio, confinante con quello delle quattro tribù, sarebbe stato racchiuso dal prodigioso e invalicabile fiume Sambaṭyōn. Aggiungeva ancora strabilianti notizie intorno ad altre tribù israelitiche indipendenti, in Asia e nell'Europa orientale e raccontava particolari straordinarî e fantasiosi intorno ai suoi viaggi.

Gli Ebrei di Qayrawān, dubitando della veridicità di tali racconti, chiesero il parere di Ṣemaḥ ben Ḥayyīm, Gā'ōn di Sūrā, il quale li rassicurò con un suo responso, la cui autenticità sembra non possa essere revocata in dubbio, in favore di E.

Successivamente Eldād ha-Dānī passò nel Marocco, ove s'incontrò col filologo Yĕhūdāh en Quraish, e di là in Spagna (883). Dopo si perdono le sue tracce; ma le sue narrazioni e le sue notizie restano vive nella cerchia ebraica.

Il Sěfer Eldād (Libro di Eldād), pervenutoci in sei o sette redazioni diverse, più volte stampato (1ª ed., s. a. né l., [Mantova 1480]), e tradotto in latino, in arabo e in diverse lingue europee, fu secondo alcuni redatto da uno dei suoi ascoltatori di Qayrawān, secondo altri è un'amplificazione apocrifa dei dati contenuti nella lettera della comunità di Qayrawān al Gā'ōn Ṣemaḥ e nel responso di questo. Le Hàlākōt, o regole rituali di E., pure pervenuteci, sembrano essere state redatte da lui stesso. In varî modi è stato tentato dagli studiosi moderni di risolvere l'enigma della personalità di E. È probahile che egli provenisse dall'Arabia meridionale o dall'Africa orientale (forse dalla cerchia dei Falascià), che i riti da lui esposti fossero realmente i riti della sua gente, e che ciò che egli narrava delle tribù d'Israele fosse un curioso miscuglio di verità e di fantasia, nel quale i dati relativi alla reale esistenza dei Falascià, dei gruppi ebraici autonomi in Arabia e nel Khōrāsān, e del regno dei Cazari venissero collegati fra loro in unità, inquadrati in una cornice mitica, e coloriti, magari in buona fede, con elementi fantastici. La leggenda storico geografica cristiana del Prete Gianni è sotto l'influsso del Libro di Eldād.

Bibl.: Epstein, Eldad ha-Dani, Presburgo 1891; Müller, Die Rezens. und Versionen des Eldad had-Dânî, in Derkschriften d. kais. Akad. d. Wissensch., Phil.-hist. Klasse, Vienna 1892; Schlössinger, The Ritual of Eldad ha-Dani, Lipsia 1908; C. Conti Rossini, Leggende geogr. giudaiche del IX sec. (il Sefer Eldad), Roma 1925 (estr. dal Boll. della R. Soc. geogr. ital., 1925, fasc. 1-6).

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