ELEFANTIASI

Enciclopedia Italiana (1932)

ELEFANTIASI (dal gr. ἐλέϕας "elefante")

Piero BENEDETTI
Aldo CASTELLANI

Detta anche pachidermia acquisita, consta d'un ispessimento ipertrofico della pelle e del tessuto sottocutaneo. V'è una forma d'elefantiasi dei paesi tropicali e subtropicali a carattere endemico; in Europa si presenta sporadicamente e per cause diverse. Il processo colpisce specialmente gli arti inferiori e gli organi genitali maschili e femminili. L'arto può essere coinvolto in toto, assumendo così una forma cilindrica, un aspetto massiccio e un enorme volume. Gli strati elefantiasici della pelle presentano consistenza varia, ora dura, ora molle; la superficie si presenta liscia oppure scabra; presenta anche ulcerazioni dalle quali scola un liquido lattescente (linforragia). L'elefantiasi dei paesi europei segue a processi infiammatorî cronici recidivanti della pelle a carattere erisipelatoso, linfangitico o eczematoso, che possono causare gravi alterazioni circolatorie locali nell'ambito dei vasi sanguigni e linfatici. Il ristagno del sangue, quale si ha nelle varici, flebiti, trombosi venose e specie quello della linfa, generano le condizioni favorevoli alla produzione dell'elefantiasi.

Elefantiasi degli Arabi. - È questa la più vistosa e frequente fra le manifestazioni patologiche della filariasi causata nell'uomo dalla penetrazione nelle vie linfatiche della Filaria Bancrofti (v.); vengono in seconda linea e in ordine decrescente la linfangite, le varici linfatiche, le ghiandole inguinali varicose, l'orchite e il linfoscroto, il linfocele, i versamenti linfatici e la chiluria (v.). La filariasi bancroftiana è probabilmente originaria dell'Asia, dov'è più frequente e donde si propagò da una parte all'Oceania e dall'altra all'Africa, e quindi all'America. Oggidì è largamente distribuita nelle regioni tropicali e pretropicali, fra il 41° N. e 28° S. dell'emisfero orientale, e fra il 31° N. e 23° S. dell'emisfero occidentale. In Europa l'elefantiasi non esiste e qualche caso eccezionale pare sia sostenuto da altre cause che possono bloccare alcuni vasi linfatici. Si stabilisce un'infiammazione ipertrofizzante cronica del tessuto connettivo fibroso del territorio in cui è prodotta la stasi linfatica e ne risulta una considerevole ipertrofia della pelle e dei tessuti sottocutanei; e ciò più frequentemente alle estremità inferiori e specialmente alle gambe, che raggiungono talora dimensioni enormi e dove le pieghe naturali, per es. alla caviglia, diventano così esagerate da formare profondi solchi, con fetido e ripugnante ristagno di detriti, talora ulceri, ecc. Nell'inizio e nel corso del morbo si hanno anche attacchi di linfangite con febbre, ma queste complicanze possono del tutto mancare. Altre volte l'elefantiasi è circoscritta allo scroto, che può raggiungere le proporzioni d'una piccola damigiana, in cui sta affondato il pene. Questa localizzazione è però suscettibile di radicale trattamento chirurgico, per il quale si sono escogitati varî metodi. Nell'elefantiasi delle gambe ottimo successo ha il sistema di cura di A. Castellani, consistente in iniezioni di fibrolisina e contemporanea applicazione di tale trattamento; la pelle si riduce di volume e si rende abbastanza soffice ed elastica da permettere l'escissione di larghe strisce ellittiche; i margini di così vaste brecce vengono poi riuniti con suture.

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