ELISABETTA imperatrice di Russia

Enciclopedia Italiana (1932)

ELISABETTA (Elisaveta Petrovna) imperatrice di Russia

Antonij Vasiljevic Florovskij

Figlia di Pietro il Grande, nata a Kolomenskoe il 19 dicembre 1709, morta a Pietroburgo il 25 dicembre 1761. Passò l'infanzia nei villaggi della Corona, vicino a Mosca e ricevette un'accurata educazione. Nel 1722 fu dichiarata maggiorenne; il progetto di Pietro il Grande di farla sposare a Luigi XV non fu effettuato, né riuscirono quelli con principi tedeschi. Di carattere gaio e vivace, appassionata per i divertimenti e i balli, E. visse durante il regno di Anna Ivanovna lontana dalla corte, nell'Aleksandrovskaja Sloboda. Durante il regno del minorenne Giovanni VI, E. viveva a Pietroburgo, dove presto si concentrarono su di lei le speranze e i progetti dei diplomatici stranieri (l'ambasciatore francese La Chétardie, quello di Svezia Nalkon) e degli ufficiali della guardia imperiale che desideravano l'abolizione del duro regime di Biron e dei suoi successori. La notte del 25 novembre 1741 fu compiuto dalla guardia imperiale il rivolgimento politico che portò sul trono di Russia Elisabetta. I membri della casa Brunswick, dalla quale discendeva Giovanni VI, furono mandati o in esilio o in prigione; molti alti personaggi, quali Ostermann, Münnich, Mengden ed altri, furono esiliati in Siberia. Tutto ciò produsse un grande scoppio di entusiasmo nel popolo russo. Appoggiando sul diritto la sua assunzione al trono, E. assicurò anche la successione del regno, nominando (7 novembre 1742) suo erede il nipote principe Pietro Ulrico, che sposò più tardi la futura Caterina II.

Il marito morganatico di E., Alessio Razumovskij (1743), non esercitava alcuna influenza nella politica. La parte dirigente nella politica interna ed estera fu occupata nel regno di E. dai rappresentanti di nobili famiglie russe, i conti Šuvalov (sopra tutto Pietro e Giovanni), i Voroncov, il conte A. P. Bestužev-Rjumin, A. M. Cerkasskij ed altri. Salita sul trono con l'aureola della grandezza di suo padre, E., in nome delle tradizioni di Pietro, ristabilì il senato nella sua posizione di prima, abolì il Gabinetto dei ministri, ma sostituendolo, più tardi, con la "Conferenza" per gli Affari esteri. La partecipazione personale di E. negli affari dell'amministrazione e della politica estera non aveva alcun carattere regolare e dirigente; gli affari esteri attiravano di più la sua attenzione, ma soprattutto essa era concentrata nei piaceri mondani e in parte anche nelle pratiche religiose. Ma con tutto questo il suo regno fu segnalato da una serie di notevoli successi nella politica interna ed estera. Nella politica estera il trattato di pace con la Svezia, concluso ad Åbo il 16 giugno 1743, diede alla Russia la metà orientale della Finlandia meridionale, la provincia di Kiumenegor, con le città di Fredrickshamn, Villmanstrand e Nyslott. La vittoriosa partecipazione della Russia nella guerra dei Sette anni contro la Prussia fu segnalata dall'occupazione della Prussia orientale, con Königsberg, e più tardi di Berlino e di Kolberg. Questi due brillanti momenti della politica estera di E. si svolsero in mezzo a un gioco diplomatico molto complicato, che attirava la Russia ora nella sfera dell'influenza francese - molto forte alla corte russa nei primi anni del regno di E. (affare L'Estocq nel 1748) e ristabilita in parte più tardi nel periodo della partecipazione della Russia alla coalizione austro-francese contro la Prussia - ora nella sfera dell'azione unita dell'Inghilterra e dell'Austria, sostenuta in modo speciale dal cancelliere conte Bestužev-Rjumin, di cui la caduta nel 1758 significò in realtà la vittoria del partito francese alla corte russa. Insieme con l'allargamento del territorio russo al nord, nella Finlandia, ebbe inizio l'assimilazione economica e culturale della periferia a sud e all'est della Russia, che venne compiuta durante il regno di Elisabetta.

Nella steppa dell'oriente fu organizzata nel 1744 la provincia di Orenburgo, nella quale S. I. Nepljuev svolse una vasta attività, colonizzandola con elementi russi e affermandovi i principî di un ordinamento statale. A mezzogiorno, nelle steppe che si stendono lungo il fiume Dnepr, dentro i limiti delle future provincie di Cherson e di Ekaterinoslav, venne dato inizio alla colonizzazione per mezzo dei reggimenti di ussari e di panduri, sotto la direzione degli ufficiali serbi Horvat, Švić e Preradović. Le nuove colonie ricevettero il nome di Novaia Serbija (1781) e Slavianoserbija (1753), e il loro centro era la fortezza di S. Elisabetta (più tardi la città di Elisavetgrad) sul fiume Ingul. Questa colonizzazione serba era una minaccia evidente all'indipendenza della zaporožskaja seč, situata sulla parte bassa del Dnepr, benché nel suo insieme il regno di E. costituisse per l'Ucraina piuttosto un passo in avanti nel ristabilimento di una certa indipendenza amministrativa e benché la simpatia dell'imperatrice per questa regione si fosse manifestata fin dal 1750 con la restaurazione del potere degli Hetmani che fu affidato a Cirillo Razumovskij. Nella vita interna della Russia il regno di E. si segnalò con fatti importanti nello sviluppo dei rapporti sociali e politico-sociali, come pure nello sviluppo e nell'organizzazione dell'attività culturale russa. Il fatto che rappresentanti delle nobili famiglie russe avevano cominciato ad aver parte nel governo ebbe per effetto nelle condizioni interne della Russia di quei tempi il rafforzamento e l'affermazione della posizione dirigente dei nobili; il servizio dello stato divenne un privilegio esclusivo dei nobili, e ciò insieme con la riconferma della durata di servizio di 25 anni; ai soli nobili venne riconosciuto il diritto di possedere terreni con annessi contadini. L'abolizione (1754) dei dazî interni era intesa pure in parte ad assicurare il commercio dei proprietarî terrieri e dei contadini. Il tentativo del governo di E. di regolare i rapporti interni della Russia con la pubblicazione di un nuovo codice di leggi non fu coronato dal successo, benché i lavori della commissione speciale istituita a tale scopo nel 1755 avessero dimostrato la generale necessità di mettere in azione l'energia creatrice legislativa. Nel campo della storia della cultura russa il regno di E. trae merito dalla fondazione dell'università di Mosca (1755), dalla riforma dell'Accademia delle scienze e dall'inaugurazione del primo teatro pubblico (1756). In complesso il regno di E. rappresenta nella storia della cultura russa un passo essenziale in avanti nell'europeizzazione della vita russa, nell'assimilazione organica compiuta dai suoi strati superiori delle forme della cultura e dei costumi europei. Circa l'avventuriera che, verso il 1770, si diede per la figlia di Elisabetta, v. tarakanov.

Bibl.: S. M. Solov′ ev, Istorija Rossii, XVIII-XXII, Pietroburgo 1895; A. Vandal, Louis XV et Élisabeth de Russie, Parigi 1892; K. Waliszewski, La dernière des Romanov, Parigi 1902.

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