ELISEO

Enciclopedia Italiana (1932)

ELISEO (ebraico 'Ělīshā‛ "Dio è salvezza"; greco 'Ελ[ε]ισαῖε, -σαῖος; Vulgata Elisaeus)

Giuseppe Ricciotti

Profeta israelita, discepolo e successore di Elia (v.). Era figlio di Shaphat, e oriundo di Abel-mehola a nord della valle del Giordano verso il Galaad; doveva essere un benestante agricoltore, giacché Elia lo trovò ivi che arava con dodici paia di buoi (I[III] Re, XIX, 15-21). Sul campo stesso Elia lo scelse a suo collega nell'ufficio profetico, gettandogli simbolicamente addosso il proprio mantello; E. lo seguì prontamente, e fu insieme con Elia fino all'ascensione di costui, cioè a un dipresso 6 o 7 anni (cfr. I[III] Re, XXII, 1; II[IV] Re, I, 17), mostrandosi sinceramente devoto al maestro.

Il discepolo tuttavia non riprodusse tutte le caratteristiche del maestro, anzi si presenta come figura morale notevolmente diversa. Non sembra che E. imitasse l'austerità di Elia sia negli indumenti (cfr. II[IV] Re, II, 12, testo ebraico; ibid., IV, 29) sia nel prediligere dimore solitarie; E. esplica il suo ministero specialmente nei centri abitati (ibid., VI, 14, 32), o in mezzo alle cosiddette "scuole dei profeti"; aveva anche un servo di nome Giezi (Gehazi) che lo seguiva dovunque. Dimorò anch'egli, almeno per qualche tempo, sul Carmelo (ibid., II, 25); ma, mentre Elia per lo più cercava la comunicazione con Dio nella pace dei monti e delle valli, Eliseo l'otteneva anche ricorrendo all'efficacia della musica strumentale (ib., III, 15). Sembra godesse grande autorità, non solo in Israele, ma anche presso i re di Giuda, di Edom e della Siria (II [IV] Re, VI, 21; XIII, 14; III, 11-19; VIII, 7-8); infine tutta la narrazione della sua vita è disseminata di gesta miracolose più frequenti e caratteristiche di quelle di Elia.

Dopo l'ascensione di costui, E. col mantello del maestro tocca le acque del Giordano, che si aprono per farlo passare; a questo segno egli è riconosciuto successore dello scomparso dai "figli dei profeti", che ripetono: "Lo spirito di Elia si è posato su Eliseo!" (ib., II, 13-15). Poco dopo, vicino a Gerico, risana miracolosamente le acque insalubri di quella regione; passato quindi a Bethel e schernito per la sua calvizie da alcuni ragazzi, egli li maledice, e subito due orse uscite fuori dal vicino bosco ne sbranano quarantadue (ib., 18-24; quest'ultimo episodio, di severità così cruda, è ben differente dall'altro analogo, assai mite ed umano, narrato in VI, 20-22). Nella guerra contro Moab predisse al re Giosafat di Giuda, unito in lega con i re d'Israele e di Edom, la vittoria e salvò anche i loro eserciti dal pericolo della sete (ib., III, i segg.). Dopo di che la tradizione riporta una lunga serie di miracoli operati da E. (ib., IV-VIII, 6): quali la moltiplicazione della provvista d'olio d'una vedova, perché pagasse i suoi creditori; l'impetrazione di un figlio a una donna Sunamite sterile; la resurrezione, poi, dello stesso ragazzo; la sanazione di cibo velenoso; il saziare con venti pani un centinaio di persone per più d'un giorno; il guarir dalla lebbra il siro Naaman, la cui malattia passò al servo di E. in punizione della sua avarizia; ecc.

Avendo Benhadad re di Siria inviato Hazael a consultare E. circa la sua malattia, egli predisse a Hazael ciò che, divenuto re a sua volta, avrebbe fatto di male ad Israele (ib., VIII, 7 segg.). Fece ungere da uno dei suoi discepoli Iehu a re d'Israele in sostituzione della dinastia di Achab, il re riprovato da Elia (ib., IX, 1 segg.), favorendo così l'avvento di quella dinastia le cui azioni erano esecrate ancora un secolo dopo dal profeta Osea (I, 4-5). Finalmente, vicino a morte, predisse al re d'Israele, Gioas, che avrebbe vinto tre volte i Siri (ib., XIII, 14-19). Anche dopo la sua morte, avvenuta poco appresso, l'aureola miracolosa circondò il suo cadavere, giacché un morto, deposto sulla tomba di lui, rivisse al tocco delle ossa del profeta (ibid., 20-21). Specialmente sotto questo aspetto taumaturgico la figura di E. rimase viva nella tradizione d'Israele; cfr. Ecclesiastico, XLVIII, 14-15. È venerato come santo dalle chiese latina e greca, e la sua festa celebrata il 14 giugno.

Bibl.: Vedi i commenti ai libri dei Re (v., e bibbia, e carmelo: Bibl.).

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