Ellissi

Enciclopedia dell'Italiano (2010)

ellissi

Dario Corno

Definizione

L’ellissi (dal gr. élleipsis «mancanza»; in lat. ellipsis) è una figura retorica che consiste nell’omissione di un segmento discorsivo entro un’unità globale, che sia recuperabile attraverso l’integrazione di conoscenze esterne.

La tradizione distingue tra ellissi grammaticale ed ellissi retorica. Non sempre si tratta di una distinzione chiara. In entrambi i casi, gli enunciati manifestano lacune, che possono essere riempite inserendo elementi o integrando conoscenze fornite dal contesto attraverso la cooperazione interpretativa del destinatario. Di norma si intende il caso sintattico come figura grammaticale (integrando le informazioni nei posti vuoti, ma previsti dalla struttura o modello grammaticale dell’enunciato: ellissi in praesentia) e il caso semantico come figura retorica (inserendo per via parafrastica conoscenze che completano il quadro di riferimento dell’enunciato: ellissi in absentia). Così in:

(1) Lo sai: debbo riperderti e non posso (Eugenio Montale, “Mottetti”, in Occasioni, v. 1)

il terzo segmento del verso (non posso) è ellittico dell’infinito (non posso [Ø], con il simbolo Ø che marca il cosiddetto posto vuoto), ma questo è desumibile per via co-testuale (➔ contesto) attraverso la ripresa dell’infinito che precede (riperderti) secondo il modello grammaticale previsto dalla lingua: si tratta allora di ellissi grammaticale. In questo caso, l’espediente crea un meccanismo di coesione testuale (➔ coesione, procedure di) per via della ‘traccia’ stabilita dal lettore fra l’oggetto del primo predicato e il secondo.

Nell’esempio che segue, invece:

(2) Il sole, in alto, – e un secco greto (Montale, “Gloria del disteso mezzogiorno”, in Ossi di seppia, v. 5)

l’organizzazione del verso è integrata dal lettore cui spetta il compito di inserire i predicati (Il sole, [Ø] in alto, – e [Ø] un secco greto) secondo una modalità parafrastica: si tratta di ellissi retorica.

Precedenti storici

Questa distinzione era già nota nell’antichità e Quintiliano nella sua Institutio oratoria mette in guardia dal confondere la figura dell’ellissi (variamente denominata) con l’➔aposiopesi, una forma di ellissi retorica: nel primo caso, infatti, se sono eliminati una parola o un segmento discorsivo, essi possono chiaramente dedursi grazie a quelli rimasti (IX, 3, 58); nel secondo invece bisogna ricorrere a un lungo giro di parole per interpretare quanto è stato taciuto (IX, 3, 60). Ne consegue che la sospensione retorica in senso stretto è uno strumento di espressione dell’enfasi di pensiero e, come tale, può essere intesa in qualità di realizzazione sintattica dell’allusione.

I maestri medievali di retorica fanno confluire l’ellissi nei meccanismi più congrui per la brevitas (la concisione del discorso) e la collegano apertamente alla reticenza. Dante mostra un uso preponderante di ellissi grammaticali di varia natura nella Commedia, come l’omissione ripetuta del verbo dire nei dialoghi (e io a lui; ed elli a me; questo io a lui; ecc.), o di altri verbi più ricercati in direzione della brevitas, come nel seguente caso (con le due ellissi disposte a chiasmo):

Rispuosemi: «Non omo, omo già fui,

e li parenti miei furon lombardi,

mantoani per patria ambedui» (Dante, Inf. I, 67-69)

Un altro caso di ellissi è realizzato da Dante mediante l’omissione di aggettivi o pronomi prima del che consecutivo (Tateo 2005). In tutti questi casi, l’ellissi si conferma (anche nella sua variante più specifica dell’aposiopesi) come l’artificio principale per condensare i discorsi.

Nel definirla, a inizio Ottocento, Pierre Fontanier (1971) la riporta tipicamente agli scambi dialogici della conversazione come un modulo di cooperazione transfrastica, soprattutto nella variante ‘domanda-risposta’ (➔ ellittici, enunciati):

(3) A: che cosa leggi?

B: un libro

Ma a partire dall’Ottocento l’ellissi si dispone soprattutto allo stile nominale (la cosiddetta ellissi del predicato); così in Manzoni essa si presta tipicamente all’illustrazione dei contorni descrittivi della scienza, come in (4):

(4) La gente era già molto diradata, dimodoché poté contemplare il brutto e recente soqquadro. Le mura scalcinate e ammaccate dai sassi, da mattoni, le finestre sgangherate, diroccata la porta (Alessandro Manzoni, Promessi sposi, cap. XII)

Nel senso dello stile nominale (con costante omissione del predicato verbale; ➔ nominali, enunciati) l’ellissi sembra prediligere moduli sintattici enumerativi (➔ enumerazione) in cui la progressione tematica avviene attraverso cumuli di informazione per lo più senza congiunzioni esplicite tra di loro (tecnicamente, asindesi) con una scomposizione del quadro descrittivo.

Tale fenomenologia retorica di tipo ellittico si attua soprattutto nella poesia italiana della seconda parte del Novecento, come in Eugenio Montale:

(5) e poi lo schianto rude, i sistri, il fremere

dei tamburelli sulla fossa fuia,

lo scalpicciare del fandango, e sopra

qualche gesto che annaspa …

(Montale, “La bufera”, in La bufera e altro, vv. 16-19)

dove si nota anche la chiusa aposiopesica (affidata ai puntini sospensivi) a conferma di un quadro in cui il lettore coopera nel ricomporre la scena sciogliendo le ellissi.

Nell’italiano contemporaneo l’ellissi è particolarmente presente nei titoli (su giornali, in pubblicità, ecc.) perché permette di agganciare più direttamente il destinatario, non solo secondo i meccanismi della brevitas, ma più apertamente con la richiesta di una maggiore cooperazione interpretativa. Ad es., in un titolo come:

(6) Casa, Italia salva dal crollo dei mercati («La Repubblica» 12 settembre 2009)

si prospetta una complessa architettura ellittica (tanto in praesentia, quanto in absentia). Strutturazioni di questo tipo dipendono dal fatto che molte informazioni sono lasciate sullo sfondo e affidate alle competenze enciclopediche del destinatario.

Fonti

Cicerone, Marco Tullio (1992), La retorica a Gaio Erennio, a cura di F. Cancelli, in Id., Tutte le opere, Milano, Mondadori, 33 voll., vol. 32°.

Fontanier, Pierre (1971), Les figures du discours, Paris, Flammarion (1a ed. Des figures du discours autres que les tropes, Paris, Maire-Nyon, 1827).

Montale, Eugenio (1980), L’opera in versi, edizione critica a cura di R. Bettarini & G. Contini, Torino, Einaudi.

Quintiliano, Marco Fabio (2001), Institutio oratoria, a cura di A. Pennacini, Torino, Einaudi, 2 voll.

Studi

Lausberg, Heinrich (1960), Handbuch der literarischen Rhetorik. Eine Grundlegung der Literaturwissenschaft, München, Hueber, 2 voll.

Mortara Garavelli, Bice (199710), Manuale di retorica, Milano, Bompiani (1a ed. 1988).

Tateo, Francesco (2005), Ellissi, in Enciclopedia dantesca, Milano, Mondadori, 16 voll., vol. 8°, ad vocem.

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