ELZEVIER

Enciclopedia Italiana (1932)

ELZEVIER (o Elsevier)

Giannetto Avanzi

Famiglia di librai, editori, tipografi, la cui attività si svolse fra gli anni 1583-1712, principalmente a Leida e ad Amsterdam. Quindici furono i membri della famiglia che per oltre un secolo mantennero ininterrottamente un primato nell'arte tipografica e nel commercio librario, ottenendo larga rinomanza in tutta Europa.

Casa di Leida. - Capostipite è Lodewijk (Luigi) I, originario di Lovanio, nato intorno al 1540. Si stabilì fin da giovane ad Anversa come legatore di libri, ma in seguito alle lotte religiose fra cattolici e protestanti riparò, verso il 1567, a Wesel, indi a Douai, passando, verso la fine del 1580, definitivamente a Leida in Olanda. Quivi fu dapprima legatore, poi libraio; in tale qualità egli appare nell'opera A Drusii Ebraicarum quaestionum, stampata a Leida nel 1583, data più antica segnata in un libro elzeviriano. L'attività editoriale di Lodewijk ha inizio nel 1592 con l'edizione delle storie di Eutropio, ma soltanto col 1594 incomincia la serie ininterrotta delle edizioni elzeviriane. Abilità negli affari e la considerazione dei dotti facenti capo all'università di Leida, procurarono a Lodewijk una meritata fortuna; egli fu in prevalenza libraio, né ebbe tipografia propria; le sue edizioni sorpassano di poco il centinaio. Lodewijk morì a Leida nel febbraio 1617.

Alla sua morte il primogenito, Matthijs (circa 1565-1640) si associa con il fratello, Bonaventura (1583-1652) per continuare la libreria editrice; la loro attività dura sino al 1622, ma i loro nomi figurano soltanto in due edizioni del 1618, mentre le altre pubblicazioni portano la dicitura generica: Ex officina elzeviriana. Il 3 settembre 1622 Matthiis cede la parte di sua proprietà al proprio primogenito Abraham (1592-1652); la nuova associazione dura un trentennio (1622-1652) segnando il periodo più produttivo e glorioso negli annali elzeviriani. Dagl'inizî della loro attività comune Bonaventura e Abraham si dedicano a migliorare sotto ogni aspetto la loro produzione; nel 1625 essi iniziano la stampa dei trattati di statistica, conosciuti sotto il nome di républiques, e nel 1629 la serie famosa dei classici latini in piccolo formato. Le loro edizioni s'avvicinano al numero di 500, molte delle quali notevoli per bellezza grafica, correttezza di testi e importanza culturale; loro capolavoro viene ritenuto il Cesare (C. Iulii Caesaris quae extant ex emendatione J. Scaligeri) del 1635.

La morte dei due soci Bonaventura e Abraham (1652) lascia comproprietarî dell'azienda libraria e della tipografia Johannes (1622-1661), primogenito di Abraham, e Daniël (1626-1680) primogenito di Bonaventura. I due mantennero attività associata per quasi un triennio (1652-1655), pubblicando oltre 50 opere. In seguito si separarono, e Daniël passò ad Amsterdam. Questa divisione portò la casa di Leida a un progressivo decadimento. Il 1° febbraio 1659 Johannes indisse una prima asta per la vendita del fondo librario, intendendo dedicarsi esclusivamente alla tipografia; alla sua morte (1661), la vedova Eva van Alphen continuò tali vendite e restrinse l'attività editoriale alle dissertazioni dell'università di Leida fino al 1681, anno in cui le succede nell'azienda il figlio Abraham II (1653-1712); inesperienza e incuria affrettano la fine della gloriosa casa di Leida; il 20 maggio 1713 la tipografia fu messa in vendita.

A Leida operò anche Isaäk (1596-1651) secondogenito di Matthiis, primo membro della famiglia che abbia esercitato in proprio l'arte tipografica. Isaäk fu esclusivamente stampatore; la sua attività ebbe inizio col 1617 e fu rivolta, quasi interamente, a favorire gl'intenti editoriali dei congiunti fino al 1625, anno in cui egli cedette la tipografia ai soci Bonaventura e Abraham; numerose edizioni fra gli anni 1617-1625 portano il suo nome.

Casa di Amsterdam. - Fu fondata da Lodewijk III (1604-1670), primogenito di Joost. Lodewijk fu dapprima rappresentante della casa di Leida sui mercati esteri, ma nel 1637 appare già inscritto nella corporazione dei librai di Amsterdam. Intelligente e attivo, si procurò relazioni vantaggiose con dotti del tempo e, a differenza dei suoi parenti di Leida, fu assai meno rigido nei principî protestanti. Verso la fine del 1640 possedeva già una tipografia e negli anni 1640-1655 pubblicò oltre 200 edizioni, ma non potendo bastare da solo all'impresa, il 1° maggio 1655 si associò il cugino Daniël. Da questo momento la casa fece rapidi e fortunati progressi; si hanno circa 150 edizioni sotto il nome dei due cugini, che furono detti i più abili tipografi del loro tempo; una delle loro più sontuose edizioni è la Bibbia francese (La sainte Bible) del 1669 in due volumi. Nel 1655 Daniël rimase solo a capo della casa, dedicandovi una rinnovata attività; fu editore, libraio, stampatore, fonditore di caratteri; si può dire che egli raccolse il miglior successo che oltre 50 anni di lavoro della sua famiglia avevano favorito. Fra gli anni 1667-1672 Daniël pubblicò oltre 100 opere; in seguito, gravi avvenimenti, come la guerra tra Francia e Olanda (1672-1678), limitarono l'attività editoriale; nondimeno, durante questi anni, le edizioni superarono il centinaio. Alla morte di Daniël la successione fu raccolta dalla vedova Anna Beerninck che ridusse di molto l'attività della casa: un numero esiguo di edizioni vanno sotto il suo nome. Morta la vedova nel 1681, l'azienda fu posta in liquidazione dagli eredi e il materiale andò disperso alle pubbliche aste.

Casa dell'Aia. - Un'attività minore esplicarono altri membri della famiglia stabilitisi all'Aia. Lodewijk II (circa 1566-1621), figlio di Lodewijk I, vi ebbe libreria dal 1590 al 1621; sotto il suo nome vanno sette edizioni di scarsa importanza. Il fratello Gilles (circa 1570-1651) ebbe soltanto incarico di attendere temporaneamente (1598-99) alla libreria; un solo libro porta il suo nome. Dal 1621 al 1636 attende alla libreria Jacob (1597 circa 1652), terzo figlio di Matthiis; il suo nome è segnato in due libri.

Casa di Utrecht. - Joost (Giusto; circa 1575-circa 1617), quarto figlio di Lodewijk I, fu libraio a Utrecht; non si conoscono edizioni col suo nome. Ivi ebbe pure libreria Peter (1643-1696), nipote di Joost, dal 1667 al 1675; si hanno di lui una decina di edizioni.

Gli E. usarono caratteri eleganti e aggraziati, dall'occhio sottile; largamente imitati, oggi costituiscono uno dei gruppi più importanti di caratteri tipografici e in caratteri di tipo elzeviriano è stampata l'Enciclopedia Italiana. Creatore dei tipi elzeviriani fu l'incisore olandese Christoffel van Dyck. Le edizioni elzeviriane sono contrassegnate da tre marche principali; due appartenenti alla casa di Leida e una alla casa di Amsterdam. Lodewijk I usò per marca un'aquila posata su un cippo, reggente col becco un fascio di sette frecce, incorniciata dal motto: concordia res parvae crescunt; appare la prima volta negli Idyllia di Meursio del 1597. Nel 1620 Isaäk adottò la marca detta il "solitario". Rappresenta un uomo (il saggio) ritto ai piedi di un olmo al cui tronco è attorcigliato un ramo di vite; alla sinistra dell'albero è il motto non solus; questa marca fu la più usata dalla casa di Leida. La casa di Amsterdam ebbe per marca un ulivo con a destra la figura di Minerva in piedi e, a sinistra, una civetta posata, con sopra il motto ne extra oleas; appare la prima volta nel 1642. Altre marche elzeviriane poco frequenti sono la sfera, la palma, la mano, l'angelo, ecc.

Secondo A. Willems il complesso delle edizioni elzeviriane raggiunge il numero di 1608, mentre altre 500 circa, che vanno comunemente sotto il nome degli E., non sono che imitazioni d'altri tipografi o vere e proprie contraffazioni. In queste cifre non devono essere comprese le pubblicazioni accademiche edite dagli E. nella loro qualità di stampatori con privilegio dell'università di Leida; una raccolta di tali pubblicazioni dall'anno 1655, conservata a Leida, comprende 2737 titoli.

Le edizioni elzeviriane comprendono gran numero di classici francesi e latini; questi ultimi specialmente furono oggetto di particolari cure. Gli E. si giovarono largamente dell'opera di abili correttori, cosicché la maggior parte delle loro edizioni si può dire scevra da errori. Fra gli autori italiani da essi stampati si ricordano Bentivoglio, Boccaccio, Boccalini, Galilei, G. B. Guarini, Tasso. Il piccolissimo formato adottato dagli E. allo scopo di ottenere, col minor costo, una più larga diffusione, ebbe gran successo e fu imitato da molti tipografi i quali, per altro, non possedendo caratteri così sottili e nitidi, contribuirono poi a farlo abbandonare.

Esistono varie e importanti collezioni di edizioni elzeviriane sia private sia pubbliche; ma delle più complete è quella della Biblioteca Reale di Stoccolma, donata dal dott. G. Berghman; un'altra fu lasciata da Emilio Steiner alla biblioteca di Winterthur (Svizzera). La ricca collezione di Giovanni Orlov a Pietrogrado è scomparsa dopo la guerra; in Francia è nota quella del duca di Noailles e in America quella di Mortimer L. Schiff a New York. Una raccolta, più modesta, fu offerta nel 1920 dalla marchesa Alfieri alla Biblioteca Laurenziana di Firenze.

V. tavv. CXXXIII e CXXXIV.

Bibl.: A. Willems, Les Elzevier. Histoire et annales typographiques, Bruxelles 1880 (fondamentale); l'opera è completata da G. Berghman, Etudes sur la bibliogr. elzévirienne, Stoccolma 1885; id., Nouvelles études, ivi 1897; lavori critici e ampiamente documentati che hanno diminuito l'importanza dell'opera precedente, di M. Pieters, Annales de l'imprimerie des Elsevier, Gand 1851, 2ª edizione, ivi 1858. Per la biografia, fonte principale è: W. J. C. Rammelman-Elsevier, Uitkomsten van een onderzoeck omtrent des Elseviers, ecc., Utrecht 1845, plagiato da A. De Reume, Recherches hist., généalog. et biblioraph. sur les Elsevier, Bruxelles 1847; nella Biblioteca Laurenziana di Firenze si conserva un manoscritto intitolato Mémoires relatives à la famille des Elzeviers (Ashburnham 1243); esso contiene, scritti in lingua olandese, i ricordi (che sono da considerare, con ogni probabilità, autografi) di Johannes e quelli di Abraham. Per le edizioni hanno grande importanza tutti i cataloghi, delle case editoriali elzeviriane: 11 pubblicati a Leida dal 1628 al 1713, 10 pubblicati ad Amsterdam dal 1649 al 1681. Oltre al tentativo di catalogo dato da J.-Ch. Brunet, nel suo Manuel du libraire, 5ª ed., 1862, V, coll. 1709-1778, vedi: Ch. Nodier, Théorie complète des éditions elzéviriennes, Parigi 1829; C. Motteley, Aperçu sur les erreurs de la bibliogr. spéciale des Elzévirs, Parigi 1847; De La Faye, Catalogue complet des Républiques, 3ª ed., Parigi 1855; C. F. Walther, Catalogue méthodique des dissertations ou thèses académiques imprimées par les Elzevirs, Bruxelles 1864; G. Brunet, Recherches sur diverses éditions elzéviriennes, Parigi 1866; G. Frick, Die elzevirschen Republiken, Halle 1892. Per le collezioni: C. F. Walther, Les Elzevir de la bibliothèque impériale de Saint-Pétersbourg, Pietroburgo 1864; [E. Steiner], Verzeichniss einer Sammlung von Elzevier-Drucken, Winterthur 1864; E. Goldsmid, Bibliotheca curiosa. A complete catalogue of all the publications of the Elzevier presses, Edimburgo 1888; E. Rahir, Catalogue d'une collection unique de volumes imprimés par les Elzeviers, Parigi 1896; G. Berghman, Catalogue raisonné des impressions elzéviriennes de la bibliothèque royale de Stockholm, Stoccolma 1911; H. B. Copinger, The Elzevier Press, ecc., Londra 1927; quest'ultimo contiene una tavola metodica delle precedenti bibliografie con riferimenti a biblioteche e a collezioni elzeviriane.

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