CHIOVENDA, Emilio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 25 (1981)

CHIOVENDA, Emilio

Valerio Giacomini

Nato a Roma il 18 maggio 1871 da Andrea e Maria Antonia Pirazzi Maffiola, di famiglia proveniente da Premosello (Novara), compì i primi studi al collegio Rosmini di Stresa e gli studi classici nel collegio di Domodossola, quindi si iscrisse alla facoltà di farmacia a Roma, e passò dopo un anno alle scienze naturali, in cui si laureò nel 1898. Il suo docente di botanica, R. Pirotta, lo aveva però trattenuto con sé sin dal 1896, apprezzando la sua vocazione per la scienza delle piante e affidandogli la cura delle collezioni botaniche dell'istituto. Divenne ben presto collaboratore del suo maestro nella redazione dei primi fascicoli di una Flora rmnana, rimasta incompiuta. L'affluire a Roma di materiali botanici africani destinati alla creazione di un Erbario coloniale, realizzato nel 1904, assorbì gran parte dell'attività del C. che fu poi nominato conservatore dell'Erbario. Nel 1909 conseguiva la libera docenza in botanica. Avendá però il Pirotta ceduto all'Istituto botanico di Firenze l'Erbario coloniale, il C. si trasferì, pur con grave disagio personale, nel 1915 in quella sede per continuare l'opera di conservatore. Nel 1926 otteneva la cattedra di botanica nell'università di Catania, dove si dedicò Per tre anni all'insegnamento e a una proficua ricerca. Si trasferì nel 1929 alla cattedra di botanica dell'università di Modena e infine, nel 1935, a quella di Bologna, che divenne la sua sede definitiva. Decedette per trombosi cerebrale il 19 febbr. 1941; fu sepolto nel cimitero di Premosello.

Il C. fu un acuto e vasto conoscitore delle fiore dei Tropici e in special modo delle piante dell'Africa orientale e dell'Africa mediterranea. Come florista aveva dato prova di competenza e di appassionata dedizione alla ricerca già nei lavori su diverse flore italiane, a iniziare dai, contributi laziali fino alla flora della Alpi Lepontine, importante contributo che ha fatto notevolmente avanzare le conoscenze in quel settore delle Alpi piemontesi. Era stato suo. intento anche realizzare una flora romana, ma il disegno rimase incompiuto e della grande opera rimangono testimonianza i primi due fascicoli dedicati ad una poderosa introduzione storica.

Gli interessi per la flora africana furono eccitati e alimentati dalle iniziative di R. Pirotta, col quale il C. instaurò uni intensa collaborazione in special modo contribuendo allo studio della flora eritrea. Ad accrescere l'interesse per la flora dei paesi tropicali contribuì certamente il viaggio che nel i gog fece in Africa orientale - e in particolare in Eritrea, nel Tigré, nel Tzelemti, nel Semièn, nell'Uogerà e in Dembia - al seguito della spedizione di G. Ostini. Ma quello fu l'unica sua impresa di esplorazione diretta; amò certamente assai più il lavoro assiduo sulle grandi e piccole collezioni che gli pervenivano con ritmo crescente dalle zone tropicali del vecchio e nuovo continente. Particolarmente importante è il contributo recato alla flora somala mercé le raccolte Stèfanini-Paoli del 1911, con oltre cinquecento specie nuove e anche alcuni generi nuovi, e ancora mediante l'apporto della spedizione Stefanini-Puccioni. con trenta nuove specie nel solo genere Commiphora;nonché alla flora del Kenia, per le raccolte dei missionari della Consolata, con quarantasette nuove specie. Importanti contributi ebbero per oggetto le raccolte dell'Harar e della Somalia, affidategli da Robecchi Bricchetti, dei Ruvenzori e dell'Uebi-Scebeli dal duca degli Abruzzi, dei Galla Arussi, dell'Ogaden e della Somalia, dal principe Ruspoli e, da numerosi altri, dei paesi africani, del vicino Oriente, dell'Indonesia, della Fuegia, della Nuova Zelanda, ecc.

In concomitanza con le ricerche di carattere fioristico il C. ha prodotto lavori informatiVi sulle piante utili in special modo dell'Eritrea: sui cereali (frumenti, orzi, durre, teff, dagussa), su specie essenziere del genere Cymbopogon e su specie di uso officinale: Importante una memoria dedicata ai vegetali spontanei, coltivati o coltivabili in Eritrea e in Somalia, esemplare incitamento alla valorizzazione delle risorse locali con criteri che tengano conto sia dell'esperienza tradizionale sia di moderni perfezionamenti tecnici.

Ma il C. eccelse per una vasta produzione storica dedicata alla botanica italiana. Notevoli in special modo le illustrazioni di antichi erbari dissepolti nelle biblioteche romane: Casanatense, Alessandrina e Corsiniana. Riconobbe che l'Hortus Hiemalis, poderosa raccolta in tredici volumi, conservata alla Casanatense e attribuita a G.B. Triumfetti, era stato solo in parte creato da questo autore, in quanto vi avevano contribuito C. Brunetti e L. Sabbati. Più problematica si dimostrò l'attribuzione dei due erbari della Biblioteca Angelica, che O. Penzig aveva ritenuto opera di Gherardo Cibo, e che H C. assegnò a F. Petrolini di Viterbo ricollegandolo in certo modo al ciclo aldrovandiano. Questi erbari hanno assunto una singolare importanza essendo accertato che uno di essi, quello contrassegnato con "A", risale al 1551, data anteriore allo stesso primo volume della celebre collezione di U. Aldrovandi. Nel novero delle più interessanti ricerche storiche del C. va pure ricordata l'illustrazione di un incunabulo fiorentino del Liber ruralium commodorum di Pietro De Crescenzi (Parigi 1486) e di un erbario anonimo della scuola Ghiniana che attribuì al sacerdote lucchese M. Merlini, quindi ipotizzando il suo allestimento intorno al 1543-1545. Nella discussione circa il primato di fondazione degli orti botanici di Padova e di Pisa il C. optò per quest'ultimo, cui assegnò la data dell'estate 1543. Anche una monografia sulla palma da coccQ costituisce un saggio storico esemplare per l'ampiezza della documentazione e degli argomenti affrontati. Ma il più vasto e prezioso contributo dato dal C. alla storia della botanica consiste certamente nei due primi e unici fascicoli della Flora romana, frutto di lunghe e meticolose ricerche, denso di notizie di interesse fondamentale per i grandi nomi e le grandi vicende implicate in quattro periodi storici, di cui egli curò in special modo il prú-no e il terzo, essendo stati affidati il secondo e il quarto alla collaborazione di R. Pirotta.

Nel suo complesso l'opera scientifica del C. ha realizzato importanti avanzamenti, diventati di larga notorietà internazionale, nonostante la riservatezza che sempre caratterizzò l'attività di un uomo dedito soprattutto a una silenziosa, appartata e scrupolosissima attività di ricerca, cui non giunsero in vita i riconoscimenti che meritava. C. Spegazzini gli dedicò nel 1917 il genere Chiovendaea.

Fra le opere del C. si ricordano: Sopra alcune Piante rare o critiche della flora romana, in Bull. d. Società botanica italiana, 11892, pp. 295-301, 381-94, 9 403-08; Tre Piante nuove per la provincia romana, ibid., 1894, pp. 282 s.; Sopra alcune piante nuove per la Flora romana, in Annuario d. R. Ist. bot., VI(1895-96), pp. 35-43; Graminacee dell'Harar e dei Somali raccolte dall'ing. L. Robecchi-Bricchetti, ibid., VI (1895-96), pp. 161-76; Graminaceae Somalenses a D.re Riva in expeditione Ruspolicana lectae, ibid., VIII, (1897-98), pp. 58-78; Piante nuove e rare da aggiungere alla Flora romana, in Malpighia, XI (1897), pp. 90-113; XI (1898), pp. 411-420; Flora Romana, fasc. 1-2, in Annuario d. R. Ist. bot., VII(1900-1901), pp. 1-304, in coll. con R. Pirotta; Gli erbari di L. Sabbati, in Malpighia, XVI(1902), pp. 49-47; A proposito dell'Erbario di Gherardo Cibo, in Annali di botanica, I(1903), pp. 48-57; Graminacee... Mimosaceae della flora eritrea, in R. Pirotta, Flora della Colonia Eritrea, in Annuario d. R. Ist. bot., VIII(1903), 1, pp. 21-109; Compositae, ibid., VIII(1904), 2, pp. 162-201; Species novae in excelsis Ruwenzori in expeditione ducis Aprutii lectae poaceae et asteraceae, in Annali di bot., VI (1907), pp. 147-151; Nuovistudi su due antichi erbari della Biblioteca Angelica di Roma, in Atti d. Congresso dei naturalisti italiani, Milano 1906, Milano 1907, pp. 789-819; Sugli erbari della Biblioteca Angelica di Roma, in Annali di bot., VI (1908), pp. 427-48; Francesco Petrolini, botanico del sec. XVI, ibid., VII(1909), pp. 339-447; Angiospermae, in Luigi Amedeo Savoia-F. De Filippi, Il Ruwenzori, Relaz. scient. ..., I, Zoologia e botanica, Milano 1909, pp. 433-471 in collaborazione con F. Cortesi; Intorno ad alcune Graminacee da essenze ed a quelle della Colonia eritrea, Roma 1909; Plantae novae vel minus notae e regione aethiopica. in Ann. di bot., IX(1911) pp. 50-85, 125-52, 315-22; X (1912), pp. 383-415; XIII (1915), pp. 371-410; Le collezioni dei cereali della Colonia eritrea presentate dal R. Governo all'Esposizione intern. di Torino del 1911..., Roma 1912; Le collezioni botaniche, in Risultati scientifici della missione Stefanini-Paoli nella Somalia italiana, Firenze 1916, I, pp. 1-241; Prospetto sistematico delle piante coltivate nella Villa Venosa in Albano Laziale, Bergamo 1917, pp. 59-296, in coll. con B. Traverso; La Androsace Vandellii (Turra) Chiovenda, in Nuovo Giorn. bot. ital., n.s., XXVI (1919), pp. 21-29; Le piante raccolte dal dr. N. Beccari in Eritrea nel 1905, ibid., pp.89-114; Materie prime di vegetali spontanei, coltivati nelle nostre Colonie di Eritrea e Somalia, in Atti d. Convegno naz. per il dopo guerra delle Colonie, Roma 15-22gennaio 1921, Roma 1921; La culla del cocco, in Webbia, V(1921), 1, pp. 199-294; V (1923), 2, pp. 359-449; Di un rarissimo incunabolo dell'Opera agraria di Pietro dei Crescenzi, in Arch. di storia della scienza, III(1923), pp. 313 ss.; Flora delle Alpi Lepontine occidentali, I, Supplemento alla bibliografia, in Nuovo Giorn. bot. ital., n. s., XXXI (1924), pp. 275-322; II, Pteridophyta, in Boll. d. R. Istituto bot. di Catania, 1929, pp. 1-69; III, Gymnospermae..., Modena 1935; Un antichissimo erbario anonimo del Museo botanico di Firenze, I-II, in Ann. di botan., XVII(1927), 4, pp. 119-139; III, ibid., XIX(1931), I, pp.122-44; La collezione botanica di S.A.R. il duca degli Abruzzi alla sorgente dell'Uebi Scebeli, in Nuovo Giorn. bot. itaL, n.s., XXXVI (1929), pp. 360-72; Flora somala, I, Roma 1929; II, Modena 1936; III, in Atti d. Ist. bot. di Pavia, s. 4, VII (1936), pp. 117-61; Vegetali usati nella medicina indigena dell'Eritrea, Somalia e regimi vicine, in Atti del I Congr. di studi coloniali, Firenze, 8-12apr. 1931, VII, Firenze 1931, pp. 351-76; Ilpapiro in Italia, In Nuovo Giornale botanico ital., n. s., XXXVIII (1931), pp. 545-50; Note sulla fondazione degli orti botanici di Padova e di Pisa, in Atti dell'VIII Congr. int. di storia della medicina, Roma 22-27 sett. 1930, Pisa 1931.

Fonti e Bibl.: Necr. in Rend. d. R. Accad. d. sc. d. Istituto di Bologna, cl. di sc. mat. e fis., n. s., XLVI (1941-42), pp. 18-33; in Atti e mem. d. Accad. di storia dell'arte sanitaria. II(1941), 7, pp. 180-83; in Ann. di botanica, XXII(1941), pp. 182-99 e in Rend. d. R. Acc. d'Italia, cl. di sc. fis., mat. e nat.. s. 7, II(1941), pp. 923-931; in Arch. botan., XVII(1941), pp. 99-108; in Atti d. Soc. d. naturalisti e matem. di Modena, LXXXI (1941), pp. 1-15; in Riv. di biologia, XXXIII(1942), pp. 299-307.

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