Emiplegia

Dizionario di Medicina (2010)

emiplegia


Perdita della motilità volontaria in una metà del corpo, dovuta a qualsiasi tipo di lesione (emorragia, trombosi, embolia) del sistema piramidale (e. organica), oppure a un meccanismo psicogeno (e. funzionale). Per il particolare decorso delle vie piramidali, che solo a livello del bulbo si portano nel lato dei muscoli cui provvedono, quasi sempre il deficit motorio si osserva nel lato opposto a quello della lesione; l’attributo destro o sinistro è riferito alla parte paralizzata e non alla sede della lesione. Il sistema piramidale può essere colpito a vari livelli: subito al disotto della corteccia nella corona raggiata (e. sottocorticale), nella capsula interna (e. capsulare), nel peduncolo cerebrale (e. peduncolare), nel ponte (e. pontina o crociata), nel bulbo (e. bulbare), nel primo tratto del midollo cervicale (e. cervicale). A ogni sede corrispondono particolari varianti cliniche della sindrome emiplegica, per la compartecipazione di formazioni vicine (centri del linguaggio nell’e. corticale e sottocorticale destra, nervi cranici nelle e. al disotto della capsula interna, ecc.). Sintomi comuni di tutte le e. sono: l’alterazione del tono muscolare nella metà del corpo colpita (flaccidità prima, spasticità in seguito), l’atteggiamento degli arti (in flessione il superiore, in estensione l’inferiore), l’andatura falciante, l’alterazione dei riflessi che segue l’andamento dei disturbi del tono, per cui si osserva abolizione dei riflessi in una prima fase, esaltazione con risposte policinetiche e cloniche in un secondo tempo.