LEVINAS, Emmanuel

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1979)

LEVINAS, Emmanuel

Marco M. Olivetti

Filosofo francese, nato il 30 dicembre 1905 a Kaunas, in Lituania, dove visse l'esperienza della rivoluzione russa. Ha compiuto gli studi universitari a Strasburgo (dal 1923) e a Frigurbo i.B. (1928-29). Professore, successivamente, a l'École normale israélite orientale, all'università di Poitiers, all'università di Parigi-Nanterre e alla Sorbona (fino al 1975), è attualmente emerito di questa università.

Partito da studi husserliani (Théorie de l'intuition dans la phénoménologie de Husserl, Parigi 1930, 19632), L., pur nell'originalità del cammino successivo, ha mantenuto legami profondi con la fenomenologia. Questa gli fornisce gli strumenti metodici per un pensiero che considera l'etica come filosofia prima, inglobante in sé ogni ontologia. Il pensiero predicativo non è rispettoso dell'"altro" (autrui), perché tende a identificarlo e ad appropriarsene, riportando la sua esteriorità infinita all'interno dello "stesso" (même). In Totalité et infini. Essai sur l'exteriorité (L'Aia 1961), L. elabora la nozione di "volto" come esprimente un significato irriducibile al per sé della coscienza rappresentativa; il volto dell'altro è la mia condizione etica e la mia responsabilità per lui. "Eccomi" è la prima parola, l'originario "Detto" del "Dire". Questa visione, onde il linguaggio è coestensivo all'etica, viene modificata, o quanto meno diversamente accentuata in Autrement qu'être, ou au-delà de l'essence (L'Aia 1974); qui l'etica sembra arretrare al di qua del linguaggio, apparendo piuttosto come un Dire senza Detto, ed evitando così di soggiacere essa stessa alla violenza predicativa del discorso. La diacronia non sincronizzabile tra Dire non tematizzabile e Detto tematizzabile corrisponde, in qualche modo, alla "differenza ontologica" heideggeriana: mostrare la "traccia" del Dire nel Detto è discernere l'ambiguità per cui l'essere che tematizza gli enti nella proposizione, ergendosi così in totalità, resta aperto alla "prossimità" dell'altro, instauratrice del senso. Tra le altre opere: De l'existence à l'existant, Parigi 1947; Le temps et l'Autre, in Le choix, le monde, l'existence, Grenoble-Parigi 1947, pp. 125-96; Difficile liberté. Essai sur le judaisme, Parigi 1963; L'humanisme de l'autre homme, Montpellier 1972.

Bibl.: J. Derrida, Violence et métaphisyque. Essai sur la pensée d'E. Levinas, in Rev. Mét. Mor., 1964, pp. 322-54 e 425-73 (poi in L'écriture et la différence, Parigi 1967; trad. it. in La scrittura e la differenza, Torino 1971, pp. 99-198); J. De Greef, Ethique, réflexion et histoire chez Levinas, in Rev. phil. Louv., 1969, pp. 431-60; T. J. de Jong, Het gelaat en het onzichtbare bij E. Levinas, dissertaz. univ. di Nimega, 1971; R. Burggraeve, De bijdrage van E. Levinas tot het sociaal personalisme, in Bijdragen, 1974, pp. 148-85; S. Strasser, Antiphénoménologie et phénoménologie dans la philosophie d'E. Levinas, in Rev. phil. Louv., 1975, pp. 101-25; E. Feron, Ethique, langage et ontologie chez E. Levinas, in Rev. Mét. Mor., 1977, pp. 63-86.

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