Enfiteusi

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L’enfiteusi è un diritto reale (v. Diritto soggettivo) su un fondo altrui che attribuisce al titolare (enfiteuta) gli stessi diritti che avrebbe il proprietario (concedente) sui frutti, sul tesoro e sulle utilizzazioni del sottosuolo; il diritto dell’enfiteuta si estende alle accessioni (art. 959 c.c.). Sull’enfiteuta gravano fondamentalmente due obblighi: quello di versare un canone periodico (che può consistere sia in una somma di danaro sia in una quantità fissa di prodotti naturali) al concedente e quello di migliorare il fondo. Sono a carico dell’enfiteuta anche le imposte e gli altri pesi che gravano sul fondo, salvo che le leggi speciali o il titolo costitutivo non dispongano diversamente. L’enfiteusi può essere costituita mediante contratto, testamento o usucapione e può essere perpetua o temporanea, ma in quest’ultimo caso la sua durata non può essere inferiore a venti anni. Si estingue per il totale perimento del fondo, per la scadenza del termine (nel caso di enfiteusi temporanea), per prescrizione a seguito del non uso ventennale e per usucapione da parte dell’enfiteuta del diritto di proprietà (è da ricordare però che, in base all’art. 969 c.c., il concedente può richiedere la ricognizione del proprio diritto da chi si trova nel possesso del fondo enfiteutico, un anno prima del compimento del ventennio). Inoltre, due cause di estinzione peculiari dell’enfiteusi sono, rispettivamente, la devoluzione (che può essere domandata dal proprietario qualora l’enfiteuta deteriori il fondo o non adempia all’obbligo di migliorarlo o sia in mora nel pagamento di due annualità di canone) e l’affrancazione (che può essere promossa dall’enfiteuta, il quale, mediante il pagamento di una somma risultante dalla capitalizzazione del canone annuo sulla base dell’interesse legale, acquista la proprietà del fondo). L’enfiteusi è disciplinata dagli artt. 957-977 c.c., ma questo assetto normativo ha subito nel tempo profonde modifiche a seguito di leggi speciali (l. 22 luglio 1966, n. 607; l. 18 dicembre 1970, n. 1138; l. 14 giugno 1974, n. 270) e sentenze della Corte Costituzionale (21 marzo 1969, n. 37; 18 luglio 1973, n. 145; 6 marzo 1974, n. 53; 15 gennaio 1976, n. 2; 7 aprile 1988, n. 406; 23 maggio 1997, n. 143).

Voci correlate

Diritto soggettivo

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