Entomologia

Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2007)

Entomologia

Giuseppe Maria Carpaneto
Augusto Vigna Taglianti

Nel linguaggio scientifico corrente, l'entomologia è lo studio degli Insetti, la classe più numerosa del regno animale, compresa nel phylum degli Artropodi. Tuttavia, questo termine è stato e può essere ancora oggi utilizzato in un senso più o meno ampio, secondo le convenzioni e le classificazioni adottate da vari autori. Il termine 'entomologia' deriva dalla parola greca éntomon, usata per la prima volta da Aristotele, filosofo e scienziato del IV sec. a. C., per designare gran parte degli animali che attualmente rientrano nel phylum degli Artropodi, come gli Insetti, i Miriapodi e gli Aracnidi. Dopo circa due millenni, nel 1758 il naturalista svedese Carl von Linné (Linneo, 1707-1778) istituì la classe degli Insetti (Insecta), traducendo in latino il termine aristotelico e definendo una categoria ancora più ampia, nella quale incluse anche una parte dei Crostacei e perfino alcuni Anellidi marini. Da un punto di vista etimologico, il termine greco e quello latino hanno lo stesso significato e si riferiscono alla divisione del corpo di questi animali in parti ben distinte, come se questo fosse stato sezionato e poi assemblato di nuovo. Nel 1816, Henry-Marie Ducrotay de Blainville (1777-1850) introdusse per la prima volta il termine Esapodi (Hexapoda) raggruppando in questa nuova categoria tutti gli animali dal corpo diviso in tre parti (capo, torace e addome), forniti di un paio di antenne e sei zampe. In base a tali caratteristiche, venne definita la classe degli Insetti, sensu stricto, attorno ai quali si sviluppò l'entomologia classica nel XIX e nel XX secolo.

Verso la fine del Novecento è stata messa in discussione la validità di questa classe che è stata suddivisa in quattro, restringendo ancora di più il significato degli Insetti (Euentomata). Tale termine divenne equivalente a Ectognati, ovvero tutti gli Esapodi con appendici boccali inserite all'esterno della cavità orale. Nonostante questi restringimenti progressivi, gli Insetti rimangono il gruppo tassonomico più numeroso, con oltre 1.200.000 specie descritte, ovvero i due terzi degli organismi viventi. Secondo le diverse scuole di sistematica e la tradizione delle riviste specializzate nel settore, la parola entomologia viene quindi usata con un senso più o meno ampio: ancora oggi, alcuni allargano l'oggetto dei suoi studi a tutti gli Artropodi, mentre altri lo restringono agli Esapodi, e solo una minoranza pretende di limitarlo esclusivamente agli Ectognati.

Lo studio degli Insetti ha avuto molto peso nello sviluppo della biologia. Ragioni strutturali, come la facilità d'allevamento di alcune specie, e contingenti, come l'interesse economico o sanitario di alcuni Insetti, ne hanno motivato la scelta come modelli biologici, poi rivelatisi eccellenti, su cui sono state impostate intere discipline. La storia della biologia mostra che la genetica, l'etologia, molta della fisiologia animale e l'ecologia sono radicate nell'entomologia. Anche approcci trasversali come la biologia di popolazione hanno strutturato forti connessioni con l'entomologia. Le interazioni tra l'entomologia e queste discipline hanno prodotto una serie di circoli virtuosi della conoscenza, un potenziamento reciproco di stampo coevolutivo.

Nascita di una cultura

L'interesse per gli Insetti ha radici assai antiche: l'arte di riconoscere gli Insetti commestibili e quelli pericolosi è stata tramandata di generazione in generazione e ha accompagnato la trasformazione evolutiva degli Ominidi dagli Australopitechi al genere Homo. Ancora oggi, sia i Primati antropomorfi (gorilla, scimpanzé, orango) sia i popoli cacciatori-raccoglitori sopravvissuti fino ai nostri giorni (Pigmei, aborigeni australiani, Boscimani, ecc.) consumano una quantità elevata di insetti commestibili di cui conoscono le abitudini, le preferenze ambientali e il ciclo biologico. Tale eredità culturale si è mantenuta in numerose popolazioni rurali, per le quali l'utilizzazione degli Insetti come cibo non è più una necessità, ma un modo di celebrare la propria identità culturale rivisitando periodicamente le antiche tradizioni alimentari. Quasi sempre gli Insetti commestibili appartengono a specie che compaiono assai numerose in un determinato periodo dell'anno, facilmente individuabile da chi segue lo scorrere del tempo basandosi sugli eventi stagionali. In questo modo l'incontro con l'uomo avviene puntualmente e risulta sempre vantaggioso per quest'ultimo. Per esempio, le larve di diverse specie di falene, come quelle appartenenti alla famiglia dei Saturnidi, scendono dagli alberi tutte insieme, negli stessi giorni dell'anno, per impuparsi al suolo. Evidentemente, la grande concentrazione di questi bruchi ha richiamato l'attenzione degli uomini, e ancora prima quella dei Primati antropomorfi loro antenati, che hanno provato ad assaggiarli trovandoli particolarmente gustosi. Lo stesso vale per le termiti, che volano sciamando a milioni per accoppiarsi, o per certi Ortotteri (grilli e cavallette) che in determinati periodi compaiono in grandi quantità.

Talvolta, anziché consumare Insetti, l'uomo si è dedicato a sfruttare certi loro prodotti, come il miele, la cera, il propoli, la seta. Tanto fu l'interesse per il miele che dalla semplice raccolta si passò all'allevamento delle api, sviluppando le tecniche dell'apicoltura, basata sulla conoscenza del ciclo biologico e delle società delle api. Nelle foreste tropicali, l'uomo conosce e sfrutta varie specie di api che costruiscono nidi sugli alberi o nel terreno e sono reperibili in diversi mesi dell'anno. L'apicoltura però si è concentrata su una sola specie, Apis mellifera, che è risultata essere la più idonea per l'allevamento. Inoltre, l'allevamento del baco da seta, Bombyx mori, nell'antica Cina, ha motivato la nascita della prima importante rotta commerciale fra Oriente e Occidente, la Via della Seta, ponte di un grande scambio culturale fra questi due mondi.

La conoscenza tradizionale degli Insetti, nell'ambito delle nozioni etnozoologiche, riguarda anche le specie che possono essere pericolose per l'uomo, come certi Imenotteri aculeati le cui punture possono causare forti dolori, febbri o gravi reazioni anafilattiche, oppure alcuni bruchi capaci di procurare gravi dermatiti o infiammazione delle mucose. Invece, altri gravi pericoli di ordine sanitario, come la trasmissione di malattie microbiche o parassitarie da parte degli Insetti (malaria, filariosi, febbre gialla, malattia del sonno, peste bubbonica), non sono quasi mai stati compresi dalle culture tradizionali. Infine, occorre ricordare che il primo insetto disegnato dall'uomo è un ortottero cavernicolo rafidoforide, inciso su un osso di bisonte rinvenuto nella grotta di Trois-Frères, in Francia, da uno di quegli anonimi 'artisti' del Maddaleniano (15.000-18.000 anni fa) che dipinsero i grandi Mammiferi dell'età glaciale sulle pareti delle caverne.

Lo sviluppo di una scienza

Le prime osservazioni entomologiche si incontrano nella Historia animalium di Aristotele, cui si deve anche la prima definizione degli Insetti come "creature che hanno suddivisioni o intagli sul corpo, sia sul dorso che sul ventre". Per raccogliere le conoscenze del suo tempo, Aristotele ha riferito le informazioni che riceveva da cacciatori e pescatori dell'entroterra macedone e delle isole greche, facendo tesoro delle loro esperienze etnozoologiche ed esaminandole criticamente. Durante il Medioevo e il Rinascimento, l'entomologia ha tardato molto a costituirsi come scienza. L'interesse dei tempi era sempre rivolto agli animali oggetto di attività venatoria, come gli Uccelli e i Mammiferi. L'ape domestica continuò a essere l'insetto più indagato, anche nel periodo rinascimentale, ed è la protagonista delle opere di Piero de' Crescenzi, di Michelangelo Tenaglia e di Giovanni Rucellai.

Il primo testo di entomologia di cui si abbia memoria è stato scritto da un anonimo fiorentino nel 1473 e si intitola Trattatello di apicoltura, del porre i mori e del porre i bigatti. Qui compare per la prima volta l'altro insetto domestico, il bombice del gelso o baco da seta, che insieme all'ape sarà il principale protagonista dei testi entomologici del XVI e XVII secolo. La prima opera di valore scientifico, dedicata completamente allo studio degli Insetti, si intitola De animalibus insectis libri septem, cum singulorum iconibus ad vivum expressis di Ulisse Aldrovandi (1602). Anche se molte pagine sono dedicate alle api e quindi agli aspetti utilitaristici dell'entomologia, Insetti di ogni tipo trovano grande spazio in quest'opera e vengono meticolosamente illustrati con incisioni e tavole acquarellate. L'esempio di Aldrovandi venne presto seguito dall'olandese Jan Goedart nel suo libro dal titolo Metamorphosis et historia naturalis (1662-1667), in cui vengono illustrati gli stadi del ciclo biologico di diversi Insetti.

Sempre in Olanda, Jan Swammerdam abbandonò presto il proprio iniziale interesse per l'anatomia umana e si gettò con passione alla scoperta dell'anatomia degli Insetti, studiandone anche la classificazione e la metamorfosi. Autentico genio, morì povero a soli 43 anni, ma le sue osservazioni furono pubblicate nelle opere Algemeene Verhandeling van bloedeloose diertjens (1669) e Bybel der natuure, of Historie der insecten (1737, pubblicata postuma). Infatti, in quel periodo le lingue nazionali europee cercavano di affermarsi non solo nella letteratura ma anche nei saggi, ribellandosi all'uso universale del latino. Contemporaneamente, in Italia, Marcello Malpighi studiava l'anatomia del baco da seta scoprendo apparati caratteristici degli Insetti, come quello respiratorio per mezzo di trachee e quello escretore formato da tubuli, in seguito battezzati 'tubuli di Malpighi'. Sia le opere di Swammerdam sia quelle di Malpighi, in virtù della loro riconosciuta importanza, furono tradotte in inglese e pubblicate dalla Royal Society negli anni immediatamente successivi. Nel XVIII sec. gli studi entomologici trovarono un grande sviluppo, parallelamente a quelli di altri settori zoologici e botanici. Infatti, fra il 1735 e il 1758, con le numerose edizioni del Systema naturae, Linneo inaugurava una nuova epoca nella storia delle scienze naturali, dove gli Insetti figuravano a pari merito, accanto a tutti gli altri animali, come testimoni di un evento importante: la nascita della nomenclatura latina binomia (genere e specie) e della moderna classificazione dei viventi.

Nel frattempo, le grandi esplorazioni e il commercio navale portavano in Europa animali sconosciuti, tra cui un enorme numero di Insetti mai visti, provenienti da tutti i continenti, scatenando una gara fra gli entomologi per descriverli con il sistema nomenclatoriale proposto da Linneo. È il periodo di Fabricius, John Rey, François Xavier Bon de Saint Hilaire, René-Antoine Ferchault de Réaumur, Maria Sybilla Merian, Etienne-Louis Geoffroy. È anche il periodo in cui gli entomologi iniziano a specializzarsi, rendendosi conto del numero impressionante di specie che venivano descritte all'interno di ciascun gruppo e dell'impossibilità per una sola persona di gestire l'intera classe. Così compaiono specialisti di Lepidotteri (Jacob Hübner, James Petiver, Benjamin Wilkes, Moses Harris), Coleotteri (Pierre-Françoise-Marie-Auguste Dejean, Johann Friedrich Wilhelm Herbst, Guillaume-Antoine Olivier), Ditteri (Johann Wilhelm Meigen, Christian Rudolph Wilhelm Wiedemann, Justin-Pierre-Marie Macquart), Imenotteri (Johann Ludwig Christian Gravenhorst, Frederick Smith) e così via.

Nel XIX sec., una nuova generazione di entomologi continuò il lavoro dei primi maestri. Accanto ai libri dedicati a monografie di singoli gruppi o a faune regionali, fioriscono numerose riviste zoologiche, alcune delle quali specializzate in entomologia. Nascono anche società entomologiche e accademie che organizzano il lavoro degli specialisti finanziando le spedizioni scientifiche, favorendo lo scambio degli esemplari e delle pubblicazioni. Fra gli autori importanti di questo periodo ricordiamo Jean-Baptiste Alphonse Dechauffour de Boisduval, Pierre-Andé Latreille, Carl Henrik Bohemann, Gustaf von Paykull, Georg Wolfgang Franz Panzer.

Mentre gli entomologi sistematici si dedicavano ad ampliare l'inventario delle specie conosciute, confermando l'importante ruolo degli Insetti nella biodiversità a livello globale, altri studiosi seguirono strade diverse. Alcuni studiavano il ciclo vitale delle specie di interesse agrario, per meglio controllare gli attacchi che queste arrecavano alle coltivazioni, come Jean-Victor Audouin che scrisse l'Histoire des insectes nuisibles à la vigne (1842). Altri entomologi si dedicarono invece all'osservazione del ciclo vitale e del comportamento degli Insetti, indipendentemente dalla loro importanza economica, ma solo per il piacere di scoprire e comprendere le strane e imprevedibili strategie riproduttive e alimentari di moltissime specie. Già alla fine del XVII sec., Francesco Redi aveva studiato il ciclo biologico delle mosche carnarie deducendo che la generazione spontanea non esiste. Ma il più famoso tra gli entomologi che si distinsero come pazienti osservatori della vita tra le erbe è senza dubbio il francese Jean-Henri Casimir Fabre (1823-1915) che scrisse una serie di volumi intitolati Souvenirs entomologiques. Lo stile letterario e romanzesco con cui Fabre racconta le sue osservazioni sul comportamento riproduttivo e sulle cure parentali degli Insetti ha reso queste opere molto famose, anche al di fuori del mondo scientifico, portandole nei salotti delle famiglie borghesi di tutto il Novecento. Sempre a cavallo dei due secoli si trova Maurice Maeterlinck (1862-1949), premio Nobel per la letteratura nel 1911, che si dedicò a descrivere il comportamento delle api. Il suo libro La vie des abeilles, pubblicato nel 1901, non si limita però a una mera descrizione dei comportamenti ed è ricco di riflessioni filosofiche, in un continuo confronto con il comportamento umano.

Oggi la ricerca entomologica è basata sulla specializzazione in tutti i settori, dalla sistematica all'ecologia, oltre che in campo medico-parassitologico, forense, veterinario e agrario. Nella tassonomia esistono specialisti di singoli generi, quando questi sono particolarmente difficili e ricchi di specie. La specializzazione è diffusa anche nel campo delle ricerche applicate che richiedono approcci multipli. Per esempio, lo studio delle zanzare del genere Anopheles, vettori della malaria, richiede competenze assai diverse, di tipo morfologico, fisiologico, etologico, biochimico, molecolare ecc.

L'entomologia in Italia

Seguire l'evoluzione della ricerca entomologica in tutti i Paesi, durante il XX sec., sarebbe troppo lungo e complesso. Possiamo soffermarci sulle figure più importanti che sono emerse nel nostro Paese. Innanzitutto, ai già citati Aldrovandi, Malpighi e Redi, si possono aggiungere Francesco Stelluti (1577-1646) e Antonio Vallisneri (1661-1730). Stelluti, uno dei fondatori dell'Accademia dei Lincei, ha fatto fare passi da gigante all'entomologia italiana, usando i primi microscopi di Galileo Galilei e disegnando i particolari osservati con la dissezione. Ha pubblicato opere sull'anatomia dell'ape (1625) e sull'anatomia del punteruolo del grano (1630), dando inizio all'entomologia morfologica descrittiva e sperimentale. Vallisneri va invece ricordato per i suoi studi sulla metamorfosi, come il famoso saggio Dialoghi sopra la curiosa origine di molti Insetti pubblicato nel 1700.

Nel XVIII sec., pochi anni dopo la decima edizione del Systema naturae di Linneo, diversi entomologi italiani iniziarono a descrivere la fauna entomologica delle regioni in cui vivevano. Il primo fu Giovanni Antonio Scopoli con Entomologia carniolica (1763), opera che segna la nascita della ricerca sistematica e faunistica in Italia. Seguirono Carlo Allioni e Leonardo De Prunner per il Piemonte, Vincenzo e Luigi Petagna per la Calabria, Domenico Cirillo per il Napoletano, Pietro Rossi per la Toscana, Giuseppe Gené per la Sardegna, e così via.

Tra la fine del XIX e l'inizio del XX sec., emergono tre figure di grande rilievo: Antonio Berlese (1863-1927), Filippo Silvestri (1876-1949) e Giovanni Battista Grassi (1854-1925). Il primo va ricordato per le sue ricerche sugli acari, per il suo splendido trattato Gli insetti (1909-1925) e per aver inaugurato nel 1890 la cattedra di Entomologia presso l'Università di Portici. Filippo Silvestri, successore di Berlese nello stesso ateneo, lasciò una produzione imponente descrivendo moltissimi taxa, anche a livello superiore, in diversi ordini di Insetti e Miriapodi. Scoprì e descrisse perfino due ordini, allora sconosciuti: i Proturi e gli Zoratteri. Fu uno dei maggiori specialisti del tempo nel controllo biologico degli infestanti tramite i parassitoidi, fondò il "Bollettino del Laboratorio di Entomologia Agraria", e scrisse un importante trattato di entomologia applicata (1949-1951). I lavori di Grassi toccano praticamente tutti i settori dell'entomologia e sono di altissimo livello: riguardano i Ditteri Flebotomi, la fillossera della vite, il baco da seta, l'ape (anche dal punto di vista embriologico), i Tisanuri, i Dipluri, la biologia delle termiti e quella degli Embiotteri. Inoltre i suoi studi sulle zanzare malarigene (Studi di uno zoologo sulla malaria, 1900) rappresentano una vera e propria pietra miliare nell'entomologia generale e applicata. Grassi va ricordato come caposcuola dei malariologi romani, ancora oggi all'avanguardia a livello internazionale, e per l'impegno sociale nella pianificazione della lotta antimalarica nella campagna romana, basata sull'identificazione dei vettori e del ciclo dell'agente patogeno. Infine occorre citare Guido Grandi, che ha tenuto la cattedra di Entomologia all'Università di Bologna dal 1925 al 1970. Fondatore dell'Accademia Nazionale Italiana di Entomologia (1950), egli ha promosso la nascita di una collana di volumi intitolata Fauna d'Italia, a partire dal 1956, ciascuno dedicato a un gruppo zoologico. La sua ricca produzione scientifica è quasi esclusivamente entomologica e comprende alcune monografie e trattati di grande valore, come Studi di un entomologo sugli Imenotteri superiori (1961), Introduzione allo studio dell'entomologia (1951), Istituzioni di entomologia generale (1966).

Molti entomologi inseguono il miraggio di scoprire e descrivere tutti gli Insetti esistenti sulla Terra, meta assai difficile visto che finora sono state descritte circa 1.200.000 specie e che le stime parlano di almeno 4-5 milioni di specie ancora sconosciute. Infatti, un enorme numero di esse vive nella canopea delle foreste tropicali e la mancanza di fondi per la ricerca pura ostacola il lavoro degli studiosi, mentre nello stesso tempo una quantità di specie sconosciute si estingue per la distruzione degli . La grande diversità osservata negli Insetti ha portato a un grado elevato di specializzazione fra gli entomologi, alcuni dei quali passano la loro vita a studiare la sistematica di una sola famiglia o perfino di un solo genere. Inoltre, gli Insetti rappresentano un terreno fertile per studi sulla genetica e sulla dinamica delle popolazioni, a causa del numero elevato di generazioni che possono essere seguite da un ricercatore nell'arco di pochi anni. Essi vengono anche studiati per comprendere nei dettagli la dieta di molti animali, come gli Uccelli o gli Anfibi, poiché le loro popolazioni numerose rappresentano la base delle reti alimentari. Ma l'utilità degli Insetti negli ecosistemi naturali può trasformarsi in nocività negli ecosistemi agrari, mondi artificiali dove gli equilibri si rompono facilmente. Così è nata l'entomologia agraria, che tenta di risolvere i conflitti fra gli Insetti e le attività produttive dell'uomo. Molti studiosi lavorano anche nel settore veterinario e medico studiando il ciclo biologico degli Insetti che fungono da vettori di malattie per gli animali domestici o per l'uomo stesso.

Una delle caratteristiche dell'entomologia, rispetto ad altre scienze, è il grande numero di studiosi cosiddetti 'dilettanti' che si occupano di Insetti a vari livelli, per passione. Essi sono inizialmente attratti dall'ammirazione estetica e dalla curiosità che gli Insetti suscitano; in seguito, tale attrazione estetica e superficiale può evolvere verso lo studio: l'appassionato diventa allora specialista di un gruppo tassonomico, contribuendo alla sua conoscenza, soprattutto nei settori della sistematica, della zoogeografia e dell'ecoetologia. Talvolta, purtroppo, al collezionismo si associano aspetti commerciali negativi, che possono mettere in pericolo la sopravvivenza di alcune specie particolarmente rare o localizzate.

Le associazioni entomologiche e i musei hanno sempre avuto un ruolo assai importante nella formazione dei giovani e nell'orientamento degli appassionati in generale. Infatti, le tentazioni di cadere in un collezionismo sterile possono essere facilmente superate attraverso il rapporto con entomologi già esperti e capaci di indirizzare i nuovi venuti verso la via della ricerca e della scoperta scientifica. Altrimenti l'attrazione estetica che un soggetto isolato prova per gli Insetti può rimanere in uno stadio poco definito di collezionismo senza alcun significato, producendo inutili sprechi e uccisioni di esseri viventi. La Società Entomologica Italiana, oggi con sede a Genova presso il Museo Civico di Storia Naturale, è stata fondata nel 1869 a Firenze, mentre l'Associazione Romana di Entomologia, con sede presso il Museo Civico di Zoologia di Roma, è nata molto più tardi, nel 1945. Entrambe pubblicano un bollettino, hanno un sito internet e organizzano incontri o seminari di divulgazione scientifica. Il ruolo di orientamento verso il piacere della conoscenza entomologica viene svolto spesso anche dai musei, laddove esistono conservatori e ricercatori capaci di coinvolgere i giovani e in generale i dilettanti. I musei italiani che ospitano le più importanti collezioni entomologiche sono a Firenze, Genova, Milano, Roma, Torino, Trieste e Verona.

Insetti, biodiversità ed evoluzione

La grande diversità di forme osservabile negli Insetti e la loro presenza in tutti gli ambienti hanno richiamato l'attenzione degli scienziati, che trovano negli Insetti dei modelli interessanti per la risoluzione di problemi genetici, ecologici e zoogeografici. Pochi sanno che uno dei contributi più importanti al progresso della genetica e della moderna biologia proviene dallo studio delle drosofile, o moscerini dell'aceto. La facilità con cui questi Ditteri si possono allevare in laboratorio, l'elevato numero di generazioni che si possono seguire in breve tempo e la chiarezza con cui si individuano le bande dei geni lungo i permesso agli studiosi di descrivere il corredo genetico di questi moscerini usandolo come modello per studi su altri animali e sull'uomo. La frequenza e la rapidità con cui gli Insetti si disperdono nell'ambiente e colonizzano nuove aree geografiche hanno fatto di loro un materiale eccellente per ricerche sperimentali sulla diffusione degli animali attraverso i continenti e nelle isole. La variabilità geografica che si manifesta in popolazioni isolate della stessa specie e la tendenza a formare rapidamente nuove entità a partire da una specie fondatrice hanno stimolato ricerche per ricostruire i processi evolutivi anche con tecniche molecolari. Per esempio, calcolando la distanza genetica fra specie di Insetti che vivono rispettivamente in Sardegna, Corsica e Toscana, e paragonando questi valori con i tempi geologici che hanno portato all'isolamento geografico di queste tre regioni, si possono datare gli spostamenti che i loro antenati hanno fatto per raggiungere le suddette isole dal continente. In pratica, gli Insetti sono il materiale ideale per studiare i meccanismi dell'evoluzione e formulare modelli validi anche per gli altri animali, compreso l'uomo.

Il comportamento degli Insetti

Le osservazioni sul comportamento degli Insetti sono diventate scienza con Fabre, il già citato entomologo francese che ha scritto pagine assai stimolanti e piacevoli da leggere anche per chi non è un addetto ai lavori. Gli aspetti più interessanti del comportamento degli Insetti sono quelli relativi alla biologia riproduttiva, in particolare le cure parentali. Molti Insetti non vedranno mai la loro prole, tuttavia provvedono ai loro bisogni in maniera assai efficiente fornendo alle larve un rifugio e una sicura provvista di cibo. Basti pensare ai numerosi Imenotteri parassitoidi che paralizzano in modo permanente un altro insetto per poi trasportarlo in una tana e deporvi sopra le uova. Le loro larve mangeranno vivo l'insetto paralizzato fino al completamento del proprio sviluppo. Alcuni Coleotteri, come i necrofori, seppelliscono cadaveri di piccoli Mammiferi o di Uccelli e poi vi depongono le proprie uova. Gli Scarabeidi stercorari, invece, depongono le uova dentro provviste di sterco che trasportano e modellano in gallerie sotterranee. Alcuni Insetti si prestano bene a studi etologici sulla difesa del territorio, come nel caso delle libellule, o sul corteggiamento, come i Ditteri Empididi in cui il maschio offre alla femmina una preda da consumare prima di accoppiarsi con lei. Molti studi sul comportamento riguardano gli insetti sociali, come le termiti, le api e le formiche, con la loro suddivisione in caste, la divisione del lavoro, la difesa collettiva del nido, la comunicazione fra individui per mezzo di segnali chimici, tattili e visivi.

Entomologia agraria

Inizialmente, gli studi per il controllo degli Insetti nocivi all'agricoltura si basavano sulla ricerca di sostanze chimiche capaci di uccidere in massa questi animali. Ben presto, queste tecniche dimostrarono la loro inefficacia a causa della resistenza sviluppata dagli Insetti dopo un certo numero di generazioni e per le conseguenze gravi sull'integrità degli ecosistemi e la salute dell'uomo stesso. Così, sono stati elaborati sistemi di lotta biologica e integrata, introducendo predatori o parassiti degli Insetti nocivi e riducendo le dosi dei . Purtroppo molti metodi di lotta biologica si sono rivelati inefficienti o pericolosi per le comunità biologiche. Infatti, la lotta biologica è spesso basata sull'introduzione di specie da un'area geografica all'altra e ciò può provocare alterazioni degli equilibri all'interno degli ecosistemi. Parassiti o predatori introdotti per combattere un certo insetto nocivo possono trovare più conveniente sfruttare specie di Insetti diverse da quella target. Due metodi che oggi vanno per la maggiore, evitando il pericolo delle introduzioni, sono le trappole specifiche e il rilascio in massa di maschi sterilizzati in laboratorio. Trappole contenenti sostanze attrattive, per esempio i dalle femmine, possono sterminare i maschi e quindi controllare validamente la specie; invece, liberando un numero elevato di maschi sterilizzati si vanifica la maggior parte degli accoppiamenti, abbassando il tasso di riproduzione. Va ricordata infine l'importanza economica degli Insetti impollinatori per le produzioni agricole e soprattutto ortofrutticole: molti aspetti delle attuali forme di lotta integrata e di agricoltura biologica tendono a conservare la biodiversità degli agroecosistemi e particolarmente a tutelare le popolazioni degli Insetti pronubi.

Entomologia medica e veterinaria

Molti Insetti sono responsabili di epidemie oppure di parassitosi che colpiscono milioni di persone. Basti pensare alle malattie infettive che hanno seminato il terrore nei secoli passati, come la peste bubbonica trasmessa dalle pulci, o il tifo petecchiale trasmesso dai pidocchi. Attualmente, la malattia più diffusa fra quelle trasmesse dagli Insetti è la malaria, soprattutto nei Paesi tropicali, a opera delle zanzare del genere Anopheles. Malattie analoghe affliggono sia l'uomo che gli animali domestici, per esempio la e quella bovina in Africa, entrambe trasmesse dalle mosche tse-tse (Glossina). Altri Ditteri tropicali sono vettori di pericolosi vermi parassiti come le filarie, che producono elefantiasi, trombosi e in alcuni casi la cecità. Gli entomologi del settore medico e veterinario lavorano nel settore della cooperazione internazionale nei Paesi in via di sviluppo, partecipando a progetti bilaterali finanziati dai governi o multilaterali portati avanti da organizzazioni non governative.

Entomologia e nutrizione

Molti Insetti rientrano nell'alimentazione dell'uomo e rappresentano un'utile integrazione alla dieta delle popolazioni rurali, grazie al loro alto contenuto di proteine e grassi. Termiti e cavallette sono normalmente raccolte e vendute nei mercati dei villaggi africani. Numerose larve di Lepidotteri e Coleotteri vengono consumate sia in Africa sia in Asia. Anche le cimici d'acqua giganti figurano nei menù di molti popoli, dal Messico alla Cina. Progetti di cooperazione internazionale sulla sicurezza alimentare (food security) studiano il contenuto nutritivo di queste risorse trofiche e la fattibilità di un loro sfruttamento sostenibile come cibo di qualità. Per alcune specie particolarmente nutrienti e apprezzate si potrebbero infatti realizzare allevamenti, aumentando in tal modo la disponibilità e la diversità di cibo in Paesi poveri. Inoltre, la diffusione delle tecniche dell'apicoltura viene assicurata da progetti che sperano in questo modo di ridurre l'impatto dell'uomo sulle foreste tropicali.

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