EPIDERMIDE

Enciclopedia Italiana (1932)

EPIDERMIDE (dal gr. ἐπί "sopra" e δέρμα "pelle"; lat. epidermis; fr. epiderme, surpeau; sp. epidermis; ted. Epidermis, Oberhaut; ingl. epidermis, scarfskin)

Nello BECCARI
Valeria BAMBACIONI

Nel parlare comune per epidermide (sarebbe forse più appropriato dire cuticola) si suole indicare il solo strato superficiale, corneo, di quella membrana che nella pelle dell'uomo, dei Vertebrati e degli animali in genere, gli anatomici indicano con questo nome. L'epidermide in anatomia fa parte della pelle, ne è: la membrana superficiale ed è composta di due strati fondamentali sovrapposti, uno più esterno, cosiddetto corneo, e uno più profondo, malpighiano o germinativo (v. cute; pelle; dermatologia; tegumentario, sistema). Ma non in tutti gli animali il rivestimento del corpo o integumento del quale la pelle è parte fondamentale appare così chiaramente differenziato, mentre sicuramente esiste sempre uno strato superficiale rappresentato da una membrana cellulare continua. Questa membrana, indipendentemente dalla sua prima origine e dai suoi rapporti con gli strati sottostanti, in tutti gli organismi pluricellulari, sia animali sia piante, topograficamente si corrisponde e merita il nome d'epidermide.

Zoologia. - Nei Protozoi, m0nocellulari, non può esistere naturalmente epidermide; si trova tuttavia uno strato tegumentario corrispondente, un ispessimento del citoplasma, cui si dà il nome di ectoplasma. Tutti i Metazoi, pluricellulari, presentano invece alla superficie del corpo un'epidermide che deriva dall'ectoderma (v.). Nei Vertebrati, non possiamo considerare l'epidermide come uno strato a sé, inquantoché l'epidermide entra insieme al derma nella composizione della pelle, che è la membrana fondamentale di rivestimento del corpo. Con questo valore ritroviamo l'epidermide anche in vari Invertebrati, negli Anellidi, negli Echinodermi, nei Cefalopodi. Ma in molti altri Invertebrati, specie nelle forme considerate più basse, l'epidermide se non sempre costituisce da sola l'integumento, certo ne rappresenta la parte fondamentale.

L'epidermide degl'Invertebrati è formata generalmente d'un solo strato di cellule epiteliali, le quali possono subire svariati differenziamenti e quindi o rimanere semplici cellule di rivestimento ed essere alle volte pr0vviste di ciglia vibratili, o divenire cellule ghiandolari e sensoriali. In alcune forme, dall'epidermide si differenzia anche la muscolatura e il tessuto nervoso, che poi per tutta la vita le rimangono congiunti. Tenuto conto degli organi annessi all'epidermide o da essa prodotti, distinguiamo due grandi categorie d'Invertebrati: quelli con epidermide ricca di cellule e di ghiandole mucipare (Celenterati, Vermi e Molluschi) e quelli la cui epidermide è priva di ghiandole e produce una cuticola più o meno spessa e robusta (Artropodi e Tunicati), che sotto questo punto di vista conviene distaccare dagli altri Cordati. Nelle forme larvali di molti Invertebrati, quando menano vita acquatica, l'epidermide è cigliata.

Gli Artropodi (v.) sono rivestiti d'una cuticola più o meno spessa, e, poiché questa cuticola appare come strato esterno di maggiore importanza, all'epidermide che l'ha prodotta ed è situata al disotto, fu dato da varî autori il nome di ipoderma. Deriva quindi dall'epidermide quel robusto rivestimento, a volte vera corazza, che è anche chiamato esoscheletro e che disimpegna disparate funzioni. L'esoscheletro degli Artropodi protegge il corpo, è sede del colore che caratterizza la specie, forma l'impalcàtura delle gambe, delle ali, delle antenne, dei palpi e dei molti altri pezzi della bocca e dell'estremità aborale, serve di attacco ai muscoli: sono a esso connessi, e quindi derivano dall'epidermide, i peli, le spine, le lamelle, le unghie, le squamme delle ali delle farfalle, le numerose appendici ornamentali e di difesa. La sostanza più largamente diffusa nell'esoscheletro degli Artropodi è la chitina, un idrato di carbonio azotato assai complesso. Specialmente nei Crostacei alla chitina s'aggiungono in maggiore o minore quantità anche sali calcarei. Per tutte le caratteristiche surricordate si comprende facilmente come la cuticola formi sempre un uscio inestensibile che, se non potesse essere rimosso, impedirebbe l'accrescimento del corpo. A ciò provvede un periodico rinnovamento con distacco di tutto il guscio chitinoso, che prende nome di muta e che si manifesta più frequentemente durante lo sviluppo larvale. Per dare un esempio da tutti conosciuto ricorderemo le mute del baco da seta Anche le conchiglie dei Molluschi sono un prodotto dell'epidermide e si formano per un complicato processo di deposizione di sali calcarei.

Le squamme, le unghie, le corna cave, il rivestimento del becco, i peli, le penne dei Rettili, degli Uccelli e dei Mammiferi sono pure prodotti dell'epidermide con la partecipazione in alcuni casi di speciali papille del derma sottostante.

Tanto negri, Invertebrati quanto nei vertebrati intere classi presentano annesse al tegumento numerose e svariate ghiandole cutanee, che derivano primitivamente dall'epidermitle. Circoscritte alla sola epidermide, intramezzate alle cellule di rivestimento, si rinvengono in molti Invertebrati (Celenterati, Vermi e (Molluschi) e nei Vertebrati acquatici (Ciclostomi, Pesci, Anfibî allo stato larvale) cellule speciali che secernono muco e che perciò sono dette mucipare. Esse hanno il valore di ghiandole unicellulari.

L'epidermide è sede in tutti gli animali di terminazioni nervose per mezzo delle quali l'organismo percepisce le sensazioni cutanee. Alle terminazioni nervose sono spesso annessi complicati organi sensoriali che, specialmente nei vertebrati, possono anche risiedere nel derma sottostante.

Bibl.: K. C. Schneider, Lehrbuch der vergleichenden Histologie der Tiere, Jena 1902; O. Bütschli, Integument, Sinnesorgane und Leüchtorgane, in Vorlesungen über vergleichende Anatomie, Lipsia 1910-21; F. Maurer, Hautdecke der Tiere, in Handwörterb. der Naturwiss., Jena 1914; L. Plate, Haut, in Allgemeine Zoologie und Abstammungslehre, Jena 1922.

Botanica. - Nei vegetali l'epidermide si trova ben caratterizzata solo nelle piante con cormo, in cui riveste tanto il caule quanto le foglie e le radici. Essa serve a proteggere i tessuti interni specialmente contro il disseccamento e risulta di cellule a perfetto contatto tra loro, di solito vive, che, viste di fronte, si presentano tavolari o allungate, talora con contorno ondulato o dentellato (v. fig.). In sezione trasversale le cellule emdermiche sono alquanto schiacciate tangenzialmente, con un protoplasto limitato a un sottile stiato periferico; nel grande vacuolo centrale è contenuto il succo cellulare, in genere incoloro ma talvolta coloratti per la presenza di antociane e altri pigmenti e contenente, in alcune piante, alcaloidi (nicotina, aconitina, colchicina, ecc.) e sostanze tanniche.

L'epidermide delle foglie e dei fusti delle Fanerogame, a differenza di quella delle Felci, è tipicamente priva di cloroplasti e quindi non prende parte alla funzione di fotosintesi. Negli organi aerei, la parete esterna delle cellule epidermiche è rivestita di una cuticola, sottile nelle piante crescenti all'ombra, spessa e talora rinforzata da strati cutinizzati della membrana secondaria, nelle piante dei luoghi aridi e soleggiati. Questa formazione di cuticola non solo ostacola l'evaporazione e quindi impedisce il disseccamento, ma aumenta anche la resistenza meccanica delle cellule, che, a volte, è accresciuta da depositi di carbonato di calcio e di silice. Nelle radici l'epidermide è priva di cuticola per permettere l'assorbimento, dal terreno, dell'acqua coi sali disciolti; e inoltre, per aumentare la superficie assorbente, estroflette le sue cellule, formando i peli radicali; si è calcolato che, nel pisello, essi aumentano di circa 12 volte la superficie radicale.

L'epidermide ha origine da un meristema primario, il dermatogeno, si stratifica, così è caratteristica l'epidermide stratificata dei generi Ficus e Morus in cui alcune cellule dello strato più profondo ingrandiscono e formano corpi speciali, i cistoliti. Epidermide stratificata si trova anche nelle radici delle Aracee e delle Orchidee epifite dove essa forma il velo radicale, che risulta di cellule morte, sovente ispessite, e ha la funzione di assorbire l'acqua di pioggia e di rugiada e, probabilmente, di condensare il vapore acqueo.

Frequentemente l'epidermide presenta, alla sua superficie, rivestimenti di cera, in granuli o in bastoncini (v. fig.) più o meno lunghi, o in piccole lamine, molto efficaci per limitare la traspirazione e per impedire all'acqua di penetrare nell'interno dei tessuti. Talvolta questa cera (v.) è così abbondante che può essere raccolta e adoperata come la cera animale (alcune Palme). Produzioni delle cellule epidermiche sono gli stomi e i peli. Gli stomi si trovano negli organi aerei verdi e risultano di cellule che, a differenza delle altre cellule epidermiche, contengono cloroplasti, e servono agli scambî gassosi fra l'esterno e l'interno. I peli o tricomi derivano da una o più cellule epidermiche e in alcuni casi rappresentano un ottimo mezzo per limitare il processo della traspirazione.

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