EPIRO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1994)

EPIRO ("Ηπειρος, "Απειρος, Epirus)

S. Dakaris – K. Gravane

Regione della Grecia centro-occidentale, comprendente il territorio tra il Pindo e il golfo di Ambracia, in prevalenza montuoso e percorso da numerosi fiumi, le cui valli hanno reso più facili le comunicazioni con l'interno. La parte più settentrionale dell'E. rientra attualmente nei confini dell'Albania. Gli antichi abitanti dell'E., suddivisi in varie etnie e dispersi in villaggi isolati, solo nella seconda metà del V sec. a.C. iniziarono a prender parte alle vicende greche. La fascia costiera è inoltre interessata fin da epoca molto antica da rotte commerciali (inizio del Tardo Bronzo) e da movimenti di colonizzazione prima di gruppi micenei (Tardo Bronzo Finale) poi, tra Vili e V sec. a.C., con una notevole estensione verso N, di Elei (Kassope, Bouketion, Pandosia, Elatreia, Baties), Corinzi (Ambracia, Apollonia) e Corciresi (Torone, Bouthrotos, Horikos).

Del tardo V sec. è l'affermazione dei Molossi su altre stirpi (Tesproti, Caoni), che avevano in passato esercitato una certa egemonia. La dinastia degli Eacidi, di stirpe molossa, aveva riunito nella Lega degli Epiroti gran parte del la regione e nel IV sec. a.C. fu in rapporti stretti con il regno macedone, seguendone le vicende, finché Pirro, nei primi decenni del III sec. a.C., portò il regno alla sua massima prosperità ed estensione territoriale (dall'Acarnania sin quasi a Durazzo, con alcune regioni macedoniche). Alla sua morte il regno tornò agli antichi confini e, soppressa la monarchia nel 231 a.C. (regno di Deidamia), si instaurò una repubblica che ebbe vita travagliata nelle lotte tra Macedoni ed Etoli prima e con i Romani poi. Dopo essere stata alleata di Roma e quindi sua avversaria, nel 167 a.C., in seguito alle vittorie romane, la Lega cessava di esistere. Gravissimi i danni subiti: settanta siti distrutti e centocinquantamila abitanti fatti schiavi. Il territorio fu annesso alla provincia di Macedonia nel 148 e poi all'Achaia. Nel II sec. d.C. fu costituita come provincia a sé, e con Diocleziano fu infine divisa in due parti (v. Provincie romane: Epirus).

Preistoria. - L'E. fu abitato fin dal Paleolitico Inferiore, ma abbondanti rinvenimenti di superficie indicano una concentrazione di siti tra le fasi mediane e finali del Paleolitico. Scavi nelle grotte di Asprochaliko, Kastritza e Kleidì offrono interessanti dati relativi all'industria litica e ai caratteri ambientali. In località Kokkinopilo, è stata rinvenuta un'ascia dell'Acheuleano. Non si hanno indicazioni relative al Mesolitico, ma è probabile un proseguimento della vita nella regione fino al Neolitico, rappresentato da scarsi resti, principalmente ceramici provenienti da siti della conca di Giannina (Asphaka, Kastritza, Krya) e dalle zone di Dodona (Melingoi) di Lakka Souliou e dal nomòs della Tesprozia (Aetos Philiaton). Una datazione al radiocarbonio ha dato per Asphaka 7380 ± 240 da oggi.

Nell'Età del Bronzo l'E. era fittamente abitato, e tale situazione si ritrova anche nell'Età del Ferro, con una sostanziale uniformità di vita fino alla fine del V sec. a.C. Gli abitati sono sparsi in piccoli villaggi, e le principali attività sono l'agricoltura e ancor più l'allevamento. Non mancano forme di nomadismo, con popolazioni che fanno la spola tra i centri colonizzati della costa e i villaggi delle montagne, e di abitati stagionali connessi con la pastorizia. Le sepolture, singole o a gruppi, sono coperte da tumuli e di recente ne sono state scavate diverse in tutto l'È., con una maggiore concentrazione nella zona settentrionale. I corredi più comuni nelle tombe dell'Età del Bronzo sono costituiti da ceramica locale eseguita manualmente, di color cinerognolo, decorata a rilievo, che si collega con le più antiche tribù dell'E., da vasi micenei di importazione e da loro imitazioni locali; e ancora da prodotti dell'artigianato greco (armi, oggetti di ornamento) e da un certo numero di materiali provenienti da aree settentrionali. Nelle tombe dell'Età del Ferro domina la ceramica nera incisa la cui introduzione si ritiene dovuta ai Molossi. Non mancano vasi geometrici e corinzi di importazione e, in misura minore, attici. Dei pochi villaggi delle tribù epirote finora scavati i migliori esempi sono rappresentati dai villaggi agricoli di Tren e di Maliq nell'E. settentrionale e dall'abitato pastorale stagionale di Vitsa Zagoriou, con piccole case di pietra a un solo ambiente.

Età classica ed ellenistica. - Alleati dei Corinzi fino alla fine del V sec., gli Epiroti intrattengono rapporti amichevoli con i coloni, ma la situazione muta con l'ascesa al trono dei Molossi del filoateniese Tharyps (423/2-390/385 a.C.). Con la costituzione del koinòn dei Molossi, radicali mutamenti si verificano anche nell'organizzazione territoriale, che vede il sinecismo dei villaggi in città fortificate, alcune di nuova fondazione, con impianti urbani di tipo ippodameo (Orraon, Kassope, Elea, Titane), mentre vengono muniti di mura anche i vecchi centri (Passaron, Tekmon, Phoinike, Amantia). Si creano istituzioni come la boule e le magistrature annuali (arconti) e viene importato l'alfabeto attico. I rinvenimenti archeologici e soprattutto la ceramica attestano il dominio del mercato ateniese nel corso del V e del IV sec. a.C., e anche la presenza di influenze magno-greche. Dal punto di vista urbanistico un esempio caratteristico è rappresentato da Kassope (v.), con la perfetta organizzazione architettonica in insulae rettangolari, le solide mura, le case a due piani, e l’agorà con edifici pubblici monumentali.

Una più ampia forma di aggregazione delle tribù dell'E., la Lega degli Epiroti, si attua tra la metà del IV e la metà del III sec., con una egemonia macedone a Greece from the Air, Londra 1974) Svantaggio delle colonie costiere. La maggiore trasformazione di questo periodo è rappresentata dal trasferimento delle popolazioni montane verso le pianure e la costa, con lo sviluppo di una solida categoria di artigiani e commercianti. Spariscono i villaggi di pastori (Vitsa) e hanno uno sviluppo come grandi centri urbani le città epirote già fortificate e quelle coloniali (Bouchetion, Pandosia, Bouthroton, Passarona, Kassope, Phoinike), assieme ad altri centri costieri (Torone, Elina) e a nuove fondazioni (Byllis). Tra l'altro il contatto con il mare e l'esercizio della marineria portò gli Epiroti a due audaci spedizioni in Italia contro i Romani, da parte di Alessandro I il Molosso e di Pirro.

Il regno di Pirro (297-272 a.C.) porta l'E. al suo massimo splendore. Spicca in particolare l'organizzazione difensiva del territorio con la costruzione di fortezze e insediamenti fortificati, la fondazione di nuove città in posizioni strategiche (Antigoneia), la creazione di basi navali per la spedizione in Magna Grecia (Kassope di Corfù). Parallelamente Pirro trasferì la capitale da Passarona ad Ambracia e concepì una radicale trasformazione del santuario di Dodona, aggiungendo nuovi culti al pantheon epirota.

Con la fine della monarchia e l'affermarsi della democrazia aderiscono alla Lega tutte le tribù dell'E., mentre nel suo seno operano varie aggregazioni locali. La Lega ha la sua sede nel santuario di Dodona che diviene il principale centro politico e religioso della regione. In questo periodo l'E. raggiunge la massima densità di popolazione (c.a 700.000 abitanti). Le città fortificate, con cinte murarie nella parte bassa e attorno all'acropoli, costituiscono un rifugio anche per le popolazioni contadine. In questo momento le monete epirote oltrepassano i confini dell'E., assieme a prodotti agricoli e della pastorizia, a ceramiche e a produzioni artigianali. Nel periodo delle guerre illiro-epirotiche, dal 230 a.C. in poi, il pericolo comune aveva spinto alla stretta collaborazione le tribù dell'E., determinando una coesione senza precedenti nella regione.

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