EQUISETINEE

Enciclopedia Italiana (1932)

EQUISETINEE

Paolo Principi

Le Equisetinee comprendono, insieme con numerose forme specifiche del genere attuale Equisetum (v. equisetacee), una serie molto complessa di tipi estinti, appartenenti per la massima parte alle flore paleozoiche, i quali, pur mostrando varie affinità con gli Equisetum, ne differiscono tuttavia per caratteri assai importanti, soprattutto per l'eterosporia, che si verificava almeno in alcuni di essi e per la frequente presenza nei loro fusti di legno secondario centrifugo, talora così sviluppato, da indurre il Brongniart a considerarli come Gimnosperme.

Le Equisetinee hanno i loro primi rappresentanti nel Devonico superiore, raggiungono il massimo sviluppo nel Permo-Carbonico e sono presenti sino all'epoca attuale con l'unico genere Equisetum. La sottoclasse si suddivide in due ordini: Calamariales ed Equisetales, il primo dei quali include la famiglia delle Protocalamariaceae e l'altro delle Calamariaceae.

Le Protocalamariaceae sono piuttosto comuní nel Devonico e nel Carbonico inferiore, ma si presentano anche nel Carbonico superiore; il genere più importante di questa famiglia è Asterocalamites Schimper (Bornia Auct. non Sternberg; Archaeocalamites Stur.). I fusti articolati e per lo più conservati come modelli sono spesso di considerevoli dimensioni e mostrano coste longitudinali piuttosto depresse, non alternate da un nodo all'altro e separate da solchi poco profondi. Le articolazioni sono di differente lunghezza e i rami laterali sono raggruppati irregolarmente in corrispondenza di alcuni nodi. Le foglie, libere e in verticilli, sono strette e lanceolate o ripetutamente dicotome con segmenti lineari o filiformi. Le fruttificazioni strobiliformi offrono alcune variazioni paragonabili a quelle che si riscontrano nelle Sphenophylleae. Nei coni descritti da Renault non vi è alcuna brattea sterile e ogni sporangioforo reca quattro sporangi; ma in altri coni le brattee sterili esistevano più o meno sviluppate. La famiglia delle Calamariaceae era uno dei gruppi vegetali preponderanti durante il Carbonico e alcuni suoi componenti raggiungevano non di rado grandi dimensioni e una struttura assai complessa (v. calamariales).

Le Equisetales comprendono una sola famiglia, quella delle Equisetacee, rappresentate attualmente dal genere Equisetum con circa 30 specie. Numerose sono le specie fossili di Equisetilum, le quali sono state riscontrate nel Cretacico e nei varî piani del Terziario dell'Europa, dell'America Settentrionale e delle Terre polari.

Le Equisetales sono rappresentate nel Paleozoico da alcune forme riferite al genere Equisetites, che è abbondante soprattutto nel Trias (Equisetites arenaceus Jaeg. del Keuper inferiore e medio) e al genere Phillotheca Brgt., il quale giunge sino al Wealdiano. In quest'ultimo le foglie lineari-lanceolate sono unite per un certo tratto alla base in una corta guaina, che generalmente si allarga a forma d'imbuto, ma talora rimane strettamente aderente al fusto. ll genere Schizoneura Schimper, caratterizzato dalle foglie dapprima completamente unite per tutta la loro lunghezza, separate poi completamcnte o in parte, nel Permo-carbonico era limitato alle regioni del Gondtwana (Schizoneura gondwanensis; Feitmantel ecc.), ma nel Trias divenne cosmopolita: alcune specie si trovano nel Trias della Corea, della Germania, della ïvizzera, della Francia, dell'Inghilterra (Sch. paradoxa ich.), nel Retico dell'America Settentrionale, del Tonchino, della Germania, della Polonia, della Persia, nel Giurassico della Cina (Sch. hoerensis Hisinger).

Altri generi del Terziario sono Neocalamites Halle, con foglie strette, lunghe, uninervie, libere fin dalla base; Annulariopsis Zeiller con verticilli di foglie lanceolato-spatolate, a rosetta.

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