Auerbach, Erich

Enciclopedia Dantesca (1970)

Auerbach, Erich

Luciana Martinelli

, Critico e filologo tedesco (Berlino 1892 - Wallingford, Connecticut, 1957), professore di romanistica all'università di Marburgo, ove fu successore di Leo Spitzer. Costretto ad abbandonare la Germania, insegnò presso l'università di Istanbul dal 1936 al 1947, donde si recò negli Stati Uniti, dove dal 1950 prestò la sua opera presso l'università di Yale. Di rilievo mondiale la sua attività di dantista svolta per oltre un trentennio e i cui risultati hanno condizionato il corso della moderna esegesi del poeta medievale. Il primo saggio di argomento dantesco dell'A. (Dante als Dichter der irdischen Welt, Berlino 1929; trad. it. in Studi su Dante, Milano 1963, a cura di D. Della Terza, che qui raccoglie tutti gli studi danteschi dell'A.) che usciva quattro anni dopo il lavoro del Vossler, s'inseriva nella discussione sull'interpretazione crociana del romanzo teologico come una difesa della struttura nella Commedia: in esso, infatti, dove la filologia stilistica spitzeriana si fonde con l'interesse per i fattori storici, filosofici, culturali, la salda ricomposizione storico-critica dell'itinerario poetico di D. dalle rime giovanili alla Commedia, riconosce l'essenzialità del pensiero scolastico nella rappresentazione delle figure, delle immagini del poema, mette nel dovuto risalto il legame esistente tra la struttura dell'universo dantesco e i suoi temi fondamentali. Il saggio Figura pubblicato, nove anni dopo, sulla rivista " Archivum romanicum " XXII (1938), è il frutto più cospicuo di un lungo periodo di riflessione intorno al problema semantico, succeduto alla sistemazione e alla definizione del cosmo dantesco del lavoro precedente. Dall'indagine sui rapporti tra struttura e poesia nella Commedia l'analisi ora si sposta sul terreno della ricerca del principio di costruzione dantesca, sul suo modo d'invenzione, che, nel quadro della lettura edificante della civiltà cristiano-medievale, vista confluire in D., l'A. individua nella concezione figurale. Essa stabilisce tra due fatti o persone un nesso per cui l'uno non significa soltanto sé stesso, ma anche l'altro, e l'altro comprende e adempie il primo : ambedue superati nel tempo, ma presenti nel tempo. La Commedia è fondata su una prospettiva di racconto da cui la vita umana, i personaggi, le situazioni appaiono " umbra futurorum ", figura di un assoluto, di un eterno che li compie realizzandoli nella loro piena storicità. Così la libertà ‛ storica ' per cui Catone morì è una prefigurazione della libertà cristiana; così il Virgilio storico, assertore della pace universale, è figura che attinge nell'aldilà la perfezione che gli è concessa. Questa angolazione, che è una delle più rilevanti intuizioni della critica dantesca contemporanea, perché la tecnica di ricerca dello strutturalismo sperimentata sulla Commedia permette di vedere concretizzata nella sua struttura significativa la concezione del mondo di D. e del Medioevo cristiano, conferisce rara capacità di penetrazione all'analisi poetica di momenti e figure compiuta dal critico in saggi successivi, dove tutto il realismo di D. è salvato all'interno della sua stessa concezione teleologica della realtà universale : per esempio in S. Francesco d'Assisi (in Neue Dantestudien, Istanbul 1944); o in Farinata und Cavalcante (in Mimesis, Berna 1946), che è il punto d'arrivo di tutto il pensiero dell'autore sulla Commedia, o in Dante's Prayer to the Virgin (Par. XXXIII) and Earlier Eulogies (in " Romance Philology " III [1949] 1-26). Qui le estensioni e le modifiche del principio figurale, l'ampliamento dell'indagine stilistico-retorica non derogano mai dall'esigenza che aveva dettato quella formula e l'aveva resa straordinariamente efficace : la lettura unitaria del poema; l'intelligenza del suo messaggio poetico attraverso la prospettiva eterna del destino umano che definisce e condiziona i modi dell'invenzione poetica. (Per altre applicazioni del concetto di figura v. Figurative Texts illustrating certain passages of Dante's ‛ Comedia ', in " Speculum " XXI [1946] 474-489). L'ampiezza dell'indagine dantesca dell'A. è anche determinata da quell'attenta opera di ricerca e di scavo retorico e stilistico, attraverso la quale particolari della lingua o dell'espressione, modificazioni sintattiche e lessicali divengono spie di un uso o di innovazione di gusto da ricondursi a una modificazione dell'interpretazione della vita. Anche per questa strada è dato al critico mettere a fuoco atteggiamenti e caratteri dei personaggi della Commedia. A tal proposito si veda soprattutto Il pubblico occidentale e la sua lingua; e Camilla o la rinascita dello stile eletto, in Lingua letteraria e pubblico nella tarda antichità latina e nel Medioevo, Milano 1960 (trad. ital. di Literatursprache und Publikum in der Lateinischen Spätantike und im Mittelalter, Berna 1958).

Bibl. - A. Roncaglia, introduzione alla traduzione it. di Mimesis, Torino 1956; D. Della Terza, Gli studi danteschi in America, in " Rass. lett. ital. " LXIV (1960) 218-230; ID., in "Belfagor" XVIII (1963) 306-322; ID., introduzione alla raccolta degli Studi su D., op. cit.; L. Martinelli, Dante. Storia della critica, Palermo 1966, 236-238.

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