LUGARO, Ernesto

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 66 (2006)

LUGARO, Ernesto

Giuseppe Armocida
Jutta M. Birkhoff

Nacque il 25 ott. 1870 a Palermo da Pietro e da Maria Milazzo. Conclusi gli studi superiori, si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell'Università di Palermo. Durante il corso di laurea, dal 1890 al 1894 fu allievo interno presso il laboratorio di istologia diretto da C. Mondino ove, già orientato ad approfondire le sue conoscenze in campo neurologico, si applicò a ricerche di istologia sul sistema nervoso.

Conseguita la laurea l'11 luglio 1894, iniziò l'attività professionale presso la clinica psichiatrica di Palermo diretta da E. Tanzi, dapprima assistente volontario, poi, dal 1895, effettivo. In questo stesso anno si trasferì a Firenze al seguito del Tanzi, che aveva assunto la direzione della clinica fiorentina di S. Salvi: nella nuova sede nel 1896 gli fu affidato, sotto la direzione di Tanzi, l'incarico di redattore della nuova Rivista di patologia nervosa e mentale, nata come gemmazione della Rivista sperimentale di freniatria e di medicina legale, periodico pubblicato a cura della clinica fiorentina e destinato ad affermarsi presto come uno dei più autorevoli nel panorama specialistico italiano; più tardi, nel 1906, il L. ne sarebbe divenuto codirettore.

Aveva così inizio la carriera accademica del L.: nominato aiuto nel 1897, conseguita nel 1899 la libera docenza in psichiatria e clinica psichiatrica, nel 1905 si trasferì a Sassari come professore di psichiatria presso l'Università e direttore del locale manicomio, di recente inaugurato. Successivamente fu straordinario di clinica delle malattie mentali e nervose nell'Università di Messina nel 1907, e nel 1908 ordinario, ruolo confermato nel novembre dell'anno successivo, di clinica psichiatrica in quella di Modena, ove per lunghi anni aveva insegnato A. Tamburini.

Nel 1911 fu chiamato a insegnare clinica psichiatrica presso l'Università di Torino, succedendo a C. Lombroso. Iniziò il suo magistero con la prolusione Malattie e sindromi nella psichiatria d'oggi, letta il 7 marzo 1911. Incaricato nel 1927 dell'insegnamento della neuropatologia, disciplina che era stata ufficializzata da C. Negro nel 1906, assunse la direzione del nuovo istituto universitario, distinto da quello destinato alla clinica psichiatrica. Nel 1935, quando avvenne la fusione delle due discipline, il L. divenne professore di clinica delle malattie nervose e mentali, la cui sede fu trasferita nel nuovo grande complesso ospedaliero alle Molinette. Tenne inoltre, in quanto professore titolare della cattedra di psichiatria, la direzione della Biblioteca Lodovico Bergamini.

Studioso di grande personalità, dotato di singolare attitudine alla ricerca e alla didattica, il L. recò importanti contributi scientifici in pressoché tutti i campi della neurologia e della psichiatria, dall'anatomia alla fisiologia e alla patologia del sistema nervoso, dalla clinica delle malattie nervose all'indagine dei fenomeni psichici e alla patologia psichiatrica. Iniziò presto le sue ricerche in campo neurologico giungendo in breve volgere di tempo ad acquisire una meritata notorietà presso la comunità scientifica, cosicché, quando nel 1907 si costituì in Roma la Società italiana di neurologia, fu chiamato a far parte del comitato promotore presieduto da L. Bianchi.

Fin dai primi anni della sua attività di ricercatore, sotto la guida di Mondino prima e di Tanzi poi, orientò prevalentemente i suoi interessi per le indagini morfo-fisiologiche e istopatologiche sull'encefalo e sulla cellula nervosa, che avrebbe poi proseguito per tutta la vita: condusse interessanti osservazioni sull'anatomia macro- e microscopica dell'encefalo e delle radici spinali (Contributo alla fina anatomia del grande piede d'Hippocampo, in Arch. per le scienze mediche, XVIII [1894], pp. 113-142; Sulle cellule d'origine della radice discendente del trigemino, in Arch. di ottalmologia, II [1894-95], pp. 116-119; Sull'origine di alcuni nervi encefalici (V, VI, VII, VIII), ibid., pp. 181-186; Sulla genesi delle circonvoluzioni cerebrali e cerebellari, in Riv. di patologia nervosa e mentale, II [1897], pp. 97-116; Sulle modificazioni morfologiche funzionali dei dendriti delle cellule nervose, ibid., III [1898], pp. 337-359; Fibre aberranti, fibre centrifughe e fibre ricorrenti nelle radici posteriori, in Monitore zoologico italiano, XVII [1906], pp. 217-220) e sull'istologia del tessuto nervoso, per il cui studio introdusse originali tecniche di preparazione e di colorazione (Sul valore rispettivo della parte cromatica e della acromatica nel citoplasma delle cellule nervose, in Riv. di patologia nervosa e mentale, I [1896], pp. 1-11; Un metodo di colorazione delle neurofibrille mediante l'argento colloidale, in Monitore zoologico italiano, XV [1904], pp. 350-356; Sui metodi di dimostrazione delle neurofibrille, in Riv. sperimentale di freniatria e medicina legale delle alienazioni mentali, XXXI [1905], pp. 80-91; Sulla struttura del cilindrasse, in Riv. di patologia nervosa e mentale, X [1905], pp. 265-274; Ricerche sulla colorabilità primaria del tessuto nervoso, in Arch. italiano di anatomia e di embriologia, V (1906), pp. 1-99; Alcuni metodi per stabilizzare e conservare sottovetrino i preparati alla Golgi ed alla Golgi-Cox, in Riv. di patologia nervosa e mentale, XXXII [1928], pp. 863-879; Di una impregnazione argentica particolarmente adatta per lo studio della nevroglia protoplasmatica, in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, XCIV [1931], pp. 93-102; Une méthode facile et sûre pour l'imprégnation sur blocs de la névroglie protoplasmique, in Schweizer Archiv für Neurologie und Psychiatrie, XXIX [1932], pp. 287-301). Sostenitore deciso della teoria del neurone formulata da S. Ramón y Cajal, indagò e descrisse i fenomeni fisiologici e fisiopatologici delle cellule nervose nei diversi momenti, intuì l'esistenza di una mediazione chimica responsabile della trasmissione dell'impulso nervoso (Sulle modificazioni delle cellule nervose nei diversi stati funzionali, in Lo Sperimentale, sez. di biologia, XLIX [1895], pp. 159-193; Sulle connessioni tra gli elementi nervosi della corteccia cerebellare con considerazioni generali sul significato fisiologico dei rapporti tra gli elementi nervosi, in Riv. sperimentale di freniatria e di medicina legale, XX [1894], pp. 297-331 e, in tedesco, Ueber die Verbindungen der nervosen Elementen der Kleinhirnrinde untereinander(, in Untersuchungen zur Naturlehre des Menschen und des Thiere, XV [1895], pp. 475-514; Sullo stato attuale della teoria del neurone, in Arch. italiano di anatomia e di embriologia, III [1904], pp. 412-437; Sul meccanismo delle azioni nervose, in Riv. di patologia nervosa e mentale, XXIX [1924], pp. 26-48; Esiste una sinergia nervosa?, I, Il principio della "reazione specifica", in Scientia, XXXVII [1925], pp. 19-28; II, Conduzione intraneuronica e trasmissione interneuronica, ibid., pp. 89-98; III, Conclusione: il funzionamento psichico può essere spiegato anche senza l'ipotesi d'una energia nervosa, ibid., pp. 165-176) e, in polemica con C. Golgi, del quale criticava l'adesione assoluta al metodo empirico e il rifiuto di riconoscere l'utilità e l'importanza delle ipotesi scientifiche, non riconobbe al reticolo individuato sulla superficie delle cellule nervose il ruolo di apparato di isolamento (A proposito di un presunto rivestimento isolatore della cellula nervosa, in Riv. di patologia nervosa e mentale, III [1898], pp. 265-271); descrisse le funzioni della nevroglia (Sulle funzioni della nevroglia, ibid., XII [1907], pp. 225-233, e, in francese, Sur les functions de la névroglie, in Archives italiennes de biologie, XLVIII [1907-08], pp. 357-368) e i fenomeni rigenerativi delle fibre nervose (Osservazioni sui gomitoli nervosi nella rigenerazione dei nervi, in Riv. di patologia nervosa e mentale, XI [1906], pp. 170-179; Ancora un'esperienza contro l'autorigenerazione delle fibre nervose, ibid., pp. 273-277; Sulla presunta rigenerazione autogena delle radici posteriori, ibid., pp. 337-348; Esperienze decisive contro l'autorigenerazione delle fibre nervose, in Studi neurologici dedicati a E. Tanzi, Torino 1926, pp. 233-300). Importanti, infine, furono gli studi, anche sperimentali, condotti dal L. sulla patologia cellulare nervosa: Nuovi dati e nuovi problemi nella patologia della cellula nervosa, in Riv. di patologia nervosa e mentale, I (1896), pp. 303-322; Sulle alterazioni delle cellule nervose per mutilazione parziale del prolungamento nervoso, ibid., pp. 432-435; Sulle alterazioni delle cellule nervose dei gangli spinali in seguito al taglio della branca periferica o centrale del loro prolungamento, ibid., pp. 457-470; Sulla patologia delle cellule dei gangli sensitivi, ibid., V (1900), pp. 145-161, 241-253, 396-411; VI (1901), pp. 433-458; VII (1902), pp. 97-120; VIII (1903), pp. 481-515 (poi pubblicati come monografia a Firenze, 1903); Sulla legge di Waller, ibid., VI (1901), pp. 193-208; Clasmatodendrosi e pseudo-clasmatodendrosi, ibid., XLVII (1936), pp. 1-36. Tra i contributi del L. alla clinica neurologica si possono ricordare: Sulla mioclonia, ibid., I (1896), pp. 389-394; Sui rapporti fra il tono muscolare, la contrattura e lo stato dei riflessi, ibid., III (1898), pp. 481-500; Sindrome uremica simulante un tumore del lobo frontale sinistro, ibid., V (1900), pp. 111-129; Il riflesso del m. orbicularis oculi e le odierne vedute sulla natura dei "riflessi propri dei muscoli", in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, XCII (1929), pp. 46-58; Riflessi propri dei muscoli e sinergie muscolari, in Riv. di patologia nervosa e mentale, XXXV (1930), pp. 7-21. In un importante studio sulla percezione del dolore sostenne che l'origine delle sensazioni dolorifiche risiedesse nel talamo ottico, negando l'esistenza di recettori periferici specifici: Fisiopatologia del dolore, ibid., XXXVI (1931), pp. 105-177.

In ambito psichiatrico il L., inserito nella dominante atmosfera scientifica del tempo, seguì un indirizzo decisamente organicista: convinto del determinismo somatico anziché psicologico delle malattie mentali, tendeva a una interpretazione biomeccanica dei fenomeni psichici fondata essenzialmente sui grandi progressi conseguiti dalla ricerca anatomica sul sistema nervoso.

In un'ampia relazione presentata nell'ottobre 1899 al X congresso della Società italiana di freniatria svoltosi a Napoli, espresse la totale fiducia nei recenti "meravigliosi progressi" dell'anatomia dei centri nervosi e nella "gigantesca opera di rinnovamento" legata soprattutto al nome di Ramón y Cajal (I recenti progressi dell'anatomia del sistema nervoso in rapporto alla psicologia e alla psichiatria, in Riv. sperimentale di freniatria e medicina legale delle alienazioni mentali, XXVI [1900], pp. 831-894): le idee innovative scaturite dall'interpretazione dei risultati delle ricerche anatomiche sui rapporti tra cellule e fibre nervose gli apparivano in grado di spiegare su basi organiche anche i fenomeni psichici, nella convinzione che la coscienza risiedesse nelle cellule nervose. La relazione fu seguita da immediate e sostanziali osservazioni critiche avanzate da quanti non concordavano sulla certezza di ipotesi come quella degli equivalenti morfologici del pensiero cosciente. Ma il L., seguace del principio del parallelismo psicofisico, rimase distante sia dagli indirizzi psicologici ottocenteschi, sia dalle più recenti dottrine psicopatologiche ispirate alla degenerazione e, nella convinzione che i vari disturbi mentali fossero autentiche manifestazioni patologiche da studiare con i metodi della neurofisiologia e della neuropatologia, sostenne la necessità dell'integrazione della psichiatria con la clinica generale. Tra i vari contributi che recò alla clinica psichiatrica si ricordano gli studi sulle allucinazioni psichiche (Sulle pseudo-allucinazioni (allucinazioni psichiche di Baillarger). Contributo alla psicologia della demenza paranoide, in Riv. di patologia nervosa e mentale, VIII [1903], pp. 1-36, 72-87), sull'ipocondria persecutoria (L'ipocondria persecutoria; una forma tardiva della demenza precoce, ibid., IX [1904], pp. 105-112), sull'alcolismo (Intorno alla patogenesi dell'allucinosi alcoolica, in Quaderni di psichiatria, II [1915], pp. 1-7) e sull'endemia gozzo-cretinica, che lo hanno fatto annoverare tra i benemeriti della lotta contro il gozzismo (Sul cretinismo sporadico, in Riv. di patologia nervosa e mentale, X [1905], pp. 1-42; Per la cura e la profilassi dell'endemia gozzo-cretinica, L'Aquila 1922). Pubblicò un acuto saggio ancora oggi attuale, I problemi odierni della psichiatria, Milano-Palermo 1906 (trad. inglese, Manchester 1909), e nel 1913, a Catania, Intorno al senso di tensione affettiva. Espressione dell'atmosfera del tempo, durante la prima guerra mondiale, fu La psichiatria tedesca nella storia e nell'attualità (Firenze 1916), critica severa della storia della psichiatria tedesca con una descrizione delle caratteristiche deteriori, anche culturali, della Germania. Collaborò con E. Tanzi alla stesura della seconda (Milano 1914-16) e della terza edizione (ibid. 1923) del Trattato delle malattie mentali, che per tutto il Novecento costituì un punto di riferimento di primaria importanza per alcuni capitoli di dottrina: in netta antitesi alle posizioni di C. Lombroso, la distinzione tra malattia, intesa come processo biologico abnorme, e anomalia, particolare stato dell'organismo al quale corrisponde un'aberrazione funzionale, induceva i due studiosi a non interpretare la delinquenza come un ritorno atavico rivelato da segni somatici codificati dall'antropologia criminale e a considerare l'immoralità costituzionale come una anomalia conseguente a una condizione organica predisponente. Essi negavano quindi l'utilità del manicomio criminale per gli autori di reati causati da immoralità costituzionale: questi avrebbero dovuto essere trattati come delinquenti ordinari e, in generale, auspicavano che l'ospedale psichiatrico dovesse divenire vero luogo di cura, al servizio della clinica e non della sicurezza sociale.

Nel 1920 il L. pubblicò a Bologna il saggio Idealismo filosofico e realismo politico, nel 1934 il necrologio del maestro (Eugenio Tanzi, in Riv. di patologia nervosa e mentale, XLIII [1934], pp. I-XX) e nel 1935, a Bergamo, un'ampia monografia sul pittore Cesare Ferro.

Socio di numerose accademie e società scientifiche, il L. morì a Salò il 15 febbr. 1940.

Fonti e Bibl.: Necr., in Annuario della R. Università di Torino, 1939-40, pp. 407-417 (con l'elenco completo delle pubblicazioni scientifiche); in Cervello, XIX (1940), p. 96; in Giorn. della R. Acc. di medicina di Torino, XVII (1940), pp. 19-33; in Journal belge de neurologie et de psychiatrie, XL (1940), pp. 230-232; in Il Policlinico, sez. pratica, XLVII (1940), p. 701; in Riv. sperimentale di freniatria e medicina legale delle alienazioni mentali, LXIV (1940), pp. 195-200; in Revista de neuro-psiquiatría (Lima), IV (1941), pp. 196 s.; D. Bolsi, L'opera scientifica di E. L. nel quadro della neurologia moderna, in Riv. di patologia nervosa e mentale, LVII (1941), pp. 1-18; N. Beccari, Il problema del neurone, I, Le differenti teorie sulla struttura fondamentale del sistema nervoso, Firenze 1944, pp. 26 s.; G. Padovani, La stampa periodica italiana di neuropsichiatria e scienze affini nel primo centenario di sua vita (1843-1943), Milano 1946, pp. 54 s.; C. Ferrio, La psiche e i nervi. Introduzione storica ad ogni studio di psicologia, neurologia e psichiatria, Torino 1948, pp. 283, 348; R. Canosa, Storia del manicomio in Italia dall'Unità a oggi, Milano 1979, pp. 72-75; L'Università di Torino. Profilo storico e istituzionale, Torino 1993, p. 109; I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte(, II, pp. 950 s.; Enc. Italiana, XXI, p. 611; Appendice II, II, p. 234.

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