EROSIONE

Enciclopedia Italiana (1932)

EROSIONE (latino erosio; fr. érosion; sp. erosión; ted. Erosion; ingl. erosion)

Giuseppe Stefanini

Complesso di fenomeni dovuti a differenti forze geologiche, che operano sulle rocce di solito più o meno alterate dai processi di disfacimento meteorico, e tendono a demolirle, facendo assumere al suolo particolari forme caratteristiche, dette forme di erosione. I fenomeni di erosione hanno nomi diversi, a seconda delle forze da cui sono prodotti, indicandosi come corrasione (v.) l'erosione dovuta al vento (fenomeno eolico), come corrosione (v.) quella dovuta a dissoluzione nelle acque (fenomeno carsico), come abrasione (v.) quella dipendente dal moto ondoso, come denudazione o dilavamento (v.) quella dovuta alle acque di pioggia sulla superficie del suolo. Così il nome erosione è riserbato ai processi che agiscono in senso lineare, specie a quelli in rapporto con le acque correnti. (V. tavv. XXXIII e XXXIV).

La capacilà erosiva di un corso d'acqua dipende dalla massa e dalla velocità delle acque e dalla natura e quantità dei materiali detritici (ghiaie, sabbie, argille) che esso trasporta, i quali per attrito sul fondo e sulle pareti dell'alveo logorano la roccia che lo costituisce. L'erosione può essere prodotta, sia da semplice strisciamento dei detriti sul fondo, sia per azione di vortici, che si generano spesso, soprattutto nei tratti a forte pendenza (rapide) o a sezione ristretta (gole) o a direzione bruscamente variabile, e che, localizzando e intensificando il movimento dei detriti, scavano a guisa di trapano nella roccia cavità generalmente cilindriche, note come marmitte d'erosione o marmitte dei giganti (v. anche ghiacciaio). Poiché l'attività erosiva è proporzionale alla massa delle acque, e questa aumenta di regola da monte a valle, l'escavazione si compie più rapidamente nella parte inferiore delle valli e risale via via all'indietro (legge dell'erosione regressiva: Surell 1841), talché l'inclinazione del letto decresce più o meno regolarmente da monte a valle, e il profilo longitudinale dei corsi d'acqua si avvicina a una curva parabolica concava in alto e tangente al punto più basso. Questa curva si chiama profilo di equilibrio, in quanto assicura alle acque un deflusso costante e regolare. Quando, per qualunque causa naturale (durezza della roccia, fratture, ingombro del letto, ecc.) o artificiale, venga a essere turbata la regolarità del profilo d'equilibrio e si formi un salto (cascata) nel letto del corso d'acqua, questo, accresciutesi localmente la velocità e la forza erosiva, tenderà a cancellarne le tracce con relativa rapidità, facendone arretrare il ciglio fino a trasformare la cascata in una rapida, di cui addolcisce poi il pendio. Poiché normalmente (all'infuori cioè delle cascate e dei vortici) non si può avere erosione al di sotto del punto più basso del profilo di equilibrio, questo punto più basso, che è rappresentato dal mare o da un lago pei corsi di acqua principali, da un altro corso d'acqua per gli affluenti di esso, prende il nome di livello di base. Il concetto di livello di base fu già intuito dal Fossombroni nel sec. XVIII. Poiché i corsi d'acqua funzionano in ogni loro punto come livello di base rispetto ai loro affluenti, e questi rispetto ai subaffluenti e cosi via, e d'altra parte il pendio dei versanti si raccorda per successive smotte agli alvei (modellamento dei versanti), ne deriva che l'erosione deve condurre a poco a poco a un progressivo abbassamento di tutta la superficie del suolo e, se l'azione si prolunga sufficientemente, il suolo stesso assume una forma generale pianeggiante, appoggiata ai profili di equilibrio, come questi si appoggiano al livello di base, e denominata penepiano (Davis) o semipiano. Quando una simile evoluzione è terminata, si dice che è compiuto un ciclo di erosione. Il ciclo di erosione s'inizia con una fase giovanile relativamente breve e caratterizzata da un deflusso irregolare delle acque, dai profili delle valli ancora ondulati, dal rilievo del suolo a forme brusche e capricciose; esso si continua con la fase di maturità, nella quale i corsi d'acqua principali hanno raggiunto il loro profilo di equilibrio, e quelli secondarî si avviano a raggiungerlo, mentre il rilievo generale del suolo è addolcito, attenuato, e il regime delle acque è regolare; nella fase senile, lentissima, raggiunto ormai il profilo di equilibrio, il modellamento dei versanti continua fino a toccare il limite di scorrimento delle acque, che finiscono con il ristagnare in parte qua e là sul suolo pianeggiante, abbandonando per ogni dove detriti, mentre i corsi d'acqua corrono pigramente entro valli larghe e poco profonde, separate da dorsi appiattiti, passando gradatamente a penepiano. Ogni abbassamento del livello di base determina, per la legge dell'erosione regressiva, un riattivarsi di tutto il corso che ne dipende; gli alvei si approfondiscono e ai lati di essi rimangono in alto, testimoni del primitivo livello, dei ripiani detti terrazzi d'erosione: la valle ne risulta ringiovanita, e se il fenomeno si estende a tutta una regione, si avrà l'inizio di un nuovo ciclo (epiciclo) che si sovrappone a quello già iniziato. Ogni innalzamento del livello di base produce d'altra parte un rallentamento nell'attività erosiva di tutto il bacino, un aumento di depositi, un invecchiamento precoce nelle forme del suolo e nel reticolato idrografico.

Bibl.: A. Phillippson, Ein Beitrag zur Erosiontheorie, in Peterm. Mittheil., 1886, p. 32; G. de la Noë e E. de Margerie, Les formes du terrain, Parigi 1888; W. M. Davis, Base level, Grade and Peneplain, in Journ. of Geol., X (1902); E. De Martonne, Traité de géographie physique, 4ª ed., Parigi 1925; E. Haug, Traité de géol., I, Parigi 1921; G. Rovereto, Forme della terra, I, Milano 1923.

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