FLYNN, Errol

Enciclopedia del Cinema (2003)

Flynn, Errol (propr. Errol Leslie Thomson)

Melania G. Mazzucco

Attore cinematografico australiano, naturalizzato statunitense, nato a Hobart (Tasmania) il 20 giugno 1909 e morto a Vancouver (Canada) il 14 ottobre 1959. Con un sorriso seducente e un fisico atletico, è stato l'eroe incosciente e scanzonato, spericolato e temerario fino a sfidare la morte, dei migliori film d'azione, di cappa e spada e di guerra nei tardi anni Trenta e durante il secondo conflitto mondiale.Figlio di un professore di biologia, studiò nelle migliori scuole di Londra e di Parigi. Ma l'irrequietezza del carattere lo spinse prima a diventare pugile e poi a farsi giramondo e avventuriero. Nelle sue memorie raccontò di essere stato cercatore d'oro in Nuova Guinea, manovale, poliziotto, guardiano di una piantagione, proprietario di una miniera d'oro, marinaio e pescatore di perle. Se ciò fosse vero o inventato per motivi pubblicitari, o vero ma romanzato dall'autore, ha in fondo poca importanza: l'immagine di sé che F. voleva accreditare corrisponde a quella che il cinema gli aveva donato, e l'attore si era identificato completamente con il proprio personaggio. In ogni caso, dopo varie esperienze, incontrò in una taverna di Port Moresby (in Australia) l'operatore Herman Erben e lo aiutò a girare un documentario sui cacciatori di teste in Nuova Caledonia; quando Erben divenne produttore, lo scritturò e lo fece esordire nel film che Charles Chauvel girò in Australia, In the wake of the Bounty (1933). F. vi interpretò la parte di Fletcher Christian, che nei remake successivi della storia dell'ammutinamento del Bounty sarebbe stata di Clark Gable, Marlon Brando e Mel Gibson. Tornato a Londra, esordì come attore teatrale, cimentandosi con il repertorio shakespeariano, e poco dopo girò il film Murder at Monte Carlo (1935) di Ralph Ince.Scritturato dalla Warner Bros., giunse a Hollywood per essere lanciato come emulo ed erede di Douglas Fairbanks. Ottenne un grande successo nel film di cappa e spada Captain Blood (1935; Capitan Blood) diretto da Michael Curtiz: energico e risoluto, con un volto simpatico, dalla maschera neutra che celava una limitata gamma espressiva, si rivelò perfetto nel ruolo del corsaro sfrontato e galante che imperversa nel Mar Caribico e nel cuore della protagonista (Olivia de Havilland). Il suo personaggio di eroe romantico e avventuroso era già definito: da allora sarebbe stato, sempre per Curtiz, lanciere inglese destinato a perire nell'epica battaglia di Sebastopoli in Crimea in The charge of the light brigade (1936; La carica dei 600), irresistibile Robin Hood in The adventures of Robin Hood (1938; La leggenda di Robin Hood o Robin Hood), entrambi con Olivia de Havilland; ambizioso amante della regina Elisabetta in The private lives of Elizabeth and Essex (1939; Il conte di Essex), al fianco di Bette Davis; eroico capitano nordista della guerra di Secessione in Virginia City (1940; Carovana d'eroi); fanatico eroe sudista in Santa Fe trail (1940; I pascoli dell'odio). Il regista Raoul Walsh lo volle invece nel ruolo dell'ardimentoso Custer in They died with their boots on (1942; La storia del generale Custer), chiamandolo da allora a interpretare alcuni dei suoi migliori film: eroe in missione disperata nella Germania contemporanea devastata dalla guerra in Desperate journey (1942; L'avventura impossibile); pugile spavaldo e appassionato di W. Shakespeare in Gentleman Jim (1942; Il sentiero della gloria); ladro senza scrupoli ma capace di sacrificare la propria vita per salvare gli ostaggi dei nazisti in Uncertain glory (1944; Tre giorni di gloria); capitano di un gruppo di paracadutisti in marcia estenuante nella giungla birmana in Objective, Burma! (1945; Obiettivo Burma), capolavoro del regista e uno dei migliori film di guerra di tutti i tempi; disincantato capitano nordista divenuto speculatore senza scrupoli in Silver river (1948; Sul fiume d'argento). Questo ruolo, l'ultimo che interpretò per Walsh, rappresentò un significativo mutamento nel personaggio di F., questa volta antieroe ambiguo e perfino malvagio. Dopo una serie di film sbagliati, l'attore perse il favore popolare e, dimenticato e trascurato, cadde in una profonda depressione. Ma proprio questo precoce declino contribuì a farlo considerare qualcosa di più di un corpo atletico e di una presenza affascinante, e F. poté dimostrare le sue doti di attore riapparendo in The sun also rises (1957; Il sole sorgerà ancora) di Henry King nel ruolo di un simpatico ex eroe, alcolizzato e inetto. Poco prima di morire avrebbe interpretato ancora ruoli semi-autobiografici di personaggi stanchi e disillusi in Too much, too soon (1958; Furia d'amare) di Art Napoleon, in cui è un gigionesco John Barrymore, l'attore con cui aveva finito per identificarsi, e in The roots of heaven (1958; Le radici del cielo) di John Huston.Tra i suoi scritti sono da ricordare un libro di avventurosi viaggi Beam ends (1937), l'autobiografia My wicked, wicked ways (1959; trad. it. Una vita proibita, 1960), nonché la raccolta From a life of adventure: the writings of Errol Flynn (1980) a cura di T. Thomas.

Bibliografia

P. Valenti, Errol Flynn: a bio-bibliography, Westport (CT) 1984; T. Thomas, Errol Flynn: the spy who never was, New York 1990; G. Nicholson, The Errol Flynn novel, London 1994.

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