Esofagite

Dizionario di Medicina (2010)

esofagite

Maria Cristina Morelli

Processo infiammatorio dell’esofago di gravità variabile, da forme lievi a forme severe con erosioni e ulcerazioni della mucosa. Cicatrizzando l’ulcerazione può determinare restringimento del viscere. L’infiammazione cronica può portare alla sostituzione del normale epitelio squamoso dell’esofago distale con epitelio colonnare (metaplasia intestinale); tale condizione viene considerata come una lesione precancerosa.

Cause

La causa più frequente di e. è il reflusso gastroesofageo, ossia il reflusso di acido dallo stomaco all’esofago. In condizioni fisiologiche lo sfintere esofageo inferiore, situato tra esofago terminale e stomaco, impedisce il reflusso di acido. Inoltre la conformazione anatomica del cosiddetto angolo di His (formato dal margine sinistro dell’esofago e dalla grande tuberosità gastrica) e i pilastri diaframmatici partecipano alla costituzione di una efficace barriera antireflusso. La peristalsi del viscere esofageo a sua volta contribuisce a respingere l’acido dall’esofago allo stomaco. Qualora tali meccanismi divengano inefficaci, si verifica una esposizione anomala dell’esofago all’acido gastrico, che irrita e corrode la mucosa esofagea, causando l’esofagite. Più raramente l’e. può essere conseguenza di ingestione volontaria o accidentale di sostanze caustiche (alcali, acidi) che provocano profonde ulcerazioni in tutta la mucosa, spesso a livello del cardias. Altre cause rare di e. sono le infezioni micotiche e batteriche e la radioterapia (e. da raggi).

Sintomatologia

I sintomi più frequenti (che possono essere assenti nelle forme lievi) sono rappresentati da: rigurgiti acidi, pirosi (sensazione di bruciore) restrosternale che si irradia fino al giugulo, dolore toracico retrosternale che si può irradiare posteriormente e che può essere scambiato per dolore anginoso, difficoltà alla deglutizione (disfagia) dovuta a stenosi dell’esofago o ad alterazioni della motilità del viscere in conseguenza della flogosi cronica. Se si sono prodotte ulcerazioni, i dolori sono più intensi e la disfagia può progredire fino a rendere impossibile la deglutizione di cibi. In corso di e. da ingestione di caustici le ulcerazioni sono solitamente molto profonde e possono evolvere fino alla perforazione dell’esofago con conseguente mediastinite.

Diagnosi e terapia

La diagnosi di e. viene effettuata mediante esofagogastroduodenoscopia (EGDS), che consente anche una stadiazione della gravità delle lesioni. Altro esame utile è la misurazione del grado di acidità (pH) presente in esofago. I farmaci di scelta sono gli inibitori di pompa protonica. Il trattamento determina la scomparsa dei sintomi nel 70% dei pazienti, con percentuali di guarigione e prevenzione dello sviluppo di complicanze nell’80% circa dei soggetti. Norma dietetica è l’esclusione di alimenti che possono aumentare il reflusso quali cioccolata, the, caffè, cibi grassi, menta, alcolici.

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