ESTONIA

Enciclopedia Italiana - IX Appendice (2015)

ESTONIA

Isabelle Dumont
Riccardo Mario Cucciolla
Eneken Laanes
Grazia Paganelli

Demografia e geografia economica. Storia. Bibliografia. Letteratura. Bibliografia. Cinema. Bibliografia

Estonia

Demografia e geografia economica di Isabelle Dumont. – Stato dell’Europa settentrionale. L’incremento naturale dopo un periodo positivo tra il 2008 e il 2012 è tornato negativo dal 2013, mentre il saldo migratorio è stato negli ultimi anni costantemente negativo, cosicché la popolazione totale è in leggera, ma continua diminuzione da oltre un decennio. Nel 2014 la popolazione risultava di 1.283.771 ab., secondo una stima UNDESA (United Nations Department of Economic and Social Affairs).

Dopo l’ingresso nell’Unione Europea del 2004, nel 2010 l’E. è stato il primo Paese ex sovietico, tra le Repubbliche baltiche, a entrare nell’eurozona (mentre il 1° gennaio 2011 l’euro è entrato in circolazione). Gli sforzi per raggiungere tale obiettivo hanno comportato una diminuzione dei salari reali (salari rapportati al livello dei prezzi) nel 2009 e nel 2010 e spinto il tasso di disoccupazione oltre il 15%, raffreddando notevolmente l’entusiasmo degli estoni per l’imminente avvento della moneta unica. Tuttavia, dall’introduzione dell’euro in poi, i dati macroeconomici sono andati migliorando, salari e potere d’acquisto sono tornati a salire e il tasso di disoccupazione è sceso nel 2014 al 7%. L’E. è oggi il Paese dell’UE con il più basso debito pubblico, e la bilancia commerciale vede sostanzialmente un grande equilibrio tra import ed export, entrambi però raddoppiati nell’ultimo decennio. Raddoppiati sono anche gli investimenti stranieri nel Paese, che per il 50% provengono dalle sole Svezia e Finlandia. La crescita della produzione industriale è legata in particolar modo ai settori dell’elettronica e dell’ottica, ma anche all’industria del legname e a quella alimentare, mentre l’agricoltura ha visto una notevole crescita nelle produzioni cerealicole. Il turismo, per due terzi straniero – proveniente principalmente da Finlandia, Russia e Germania – è aumentato del 50% dall’ingresso nella UE al 2013. In campo energetico l’E. si è distinta per un notevole sviluppo delle energie rinnovabili, passate dall’1,5% del consumo totale di energia nel 2007, al 15,2% nel 2012, soprattutto grazie all’incremento esponenziale nell’utilizzo di centrali a biomasse e combustibili vegetali. Negli ultimi anni le esportazioni di energia, in particolare verso le vicine Lettonia e Finlandia, hanno superato le importazioni e il Paese si trova ad avere, dopo la Danimarca, il più basso indice di dipendenza energetica tra tutti i Paesi dell’UE.

La politica interna dell’E. è stata dominata nell’ultimo decennio da conservatori e liberali, i quali solo dal febbraio 2014 si sono alleati anche ai socialdemocratici. Non è dunque un caso che il Paese sia al 4° posto in Europa e all’11° nel mondo per la libertà economica. L’E. è dal 1991 una Repubblica parlamentare, il cui territorio è suddiviso in 15 contee, ciascuna contenente più municipalità, rurali e cittadine. Il nuovo millennio non ha visto grandi cambiamenti nella struttura amministrativa, se non la progressiva riduzione del numero di municipalità, scese a 215 nel 2014, al fine di razionalizzare i costi delle amministrazioni locali. Nell’ambito della politica estera, dopo i primi anni dalla ritrovata indipendenza nel 1991, caratterizzati da non facili rapporti con la Russia e un successivo periodo di maggiore distensione, il 18 febbraio 2014 Vladimir Putin ha finalmente approvato la firma di una serie di accordi con l’E. volti a chiudere taluni contrasti frontalieri e a delimitare gli spazi marittimi comuni nella baia di Finlandia e in quella di Narva. Tali accordi prevedono, tra l’altro, uno scambio di circa 128 ettari di terra e 11,4 km2 di superficie acquatica nel lago di Peïpous. Rimangono comunque taluni problemi, legati in particolare al fatto che circa un quarto degli abitanti è russofono, con ricorrenti accuse alla Russia di manovrare questa fetta della popolazione per mantenere una certa influenza nel Paese, dopo il suo passaggio alla NATO nel 2004. Gli sviluppi della crisi ucraina del 2014, con l’intervento di Mosca nelle aree di quel Paese con un’importante presenza russofona, ha risvegliato in E. una certa diffidenza nei confronti del potente vicino.

Indicatori economico-sociali

Storia di Riccardo Mario Cucciolla. – Nell’agosto 2006, l’ex ministro degli esteri Toomas Hendrik Ilves venne eletto alla presidenza della Repubblica, battendo l’uscente Arnold Rüütel. Le successive elezioni parlamentari del 4 marzo 2007 furono vinte dal Partito della riforma di Andrus Ansip, che formò una coalizione di governo con l’Unione della patria e res publica (IRL) e il Partito socialdemocratico (SDE), lasciando all’opposizione il Partito di centro estone (EK), i Verdi estoni (ER) e l’Unione popolare estone (ERL).

Nell’aprile 2007, il governo dovette fronteggiare l’insurrezione della popolazione russofona che protestava contro la decisione di rimuovere un monumento all’Armata rossa dal centro di Tallinn, sensibilizzando l’opinione pubblica russa e creando ulteriori tensioni tra Tallinn e Mosca. Ai fatti seguì una serie di attacchi informatici provenienti dalla Russia contro siti governativi e commerciali dell’Estonia.

Per fronteggiare la crisi economica globale, nel 2009 il governo varò un programma di austerità che prevedeva l’aumento delle tasse e la riduzione degli stipendi del settore pubblico, causando un picco del tasso di disoccupazione al 16,7% nel 2010. Tuttavia, il PIL ricominciò a crescere già nel 2010, anno in cui l’E. divenne il primo Paese ex sovietico a essere ammesso all’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) e ad adottare l’euro, che entrò in circolazione il 1° gennaio 2011. Nel 2012 venne varata una nuova legislazione anticorruzione e ratificato il Meccanismo europeo di stabilità.

Nelle elezioni del marzo 2011, il Partito della riforma ottenne il maggior numero di seggi in Parlamento (33) e Ansip formò un governo in coalizione con l’IRL, mentre EK e SDE rimanevano all’opposizione e gli altri partiti non superavano lo sbarramento al 5%. In agosto, il Parlamento rinnovò il mandato presidenziale a Ilves. Dopo l’evidente calo di consensi registrato nelle elezioni municipali dell’ottobre 2013 e la difficile formalizzazione dei confini russo-estoni con Mosca, Ansip si dimise il 4 marzo 2014. Il giovane Taavi Rõivas assunse la leadership del Partito della riforma e il 26 marzo divenne primo ministro formando un governo che rimpiazzava l’alleato IRL con lo SDE.

Nelle elezioni di marzo 2015, il Partito della riforma si confermò forza di maggioranza relativa in Parlamento e Rõivas – nuovamente premier – formò un esecutivo in coalizione con IRL e SDE.

Bibliografia: R.C.M. Mole, The Baltic States from the Soviet Union to the European Union: identity, discourse and power in the post-communist transition of Estonia, Latvia and Lithuania, Abingdon-New York 2012.

Letteratura di Eneken Laanes. – L’ultimo decennio ha portato nuove voci e tendenze nella letteratura estone. Il tentativo di rielaborare il passato sovietico caratteristico di tante opere degli anni Novanta è stato sostituito dall’interesse per la nuova realtà politica ed economica del Paese. Da una parte, le ricerche identitarie conducono verso il lontano passato ugrofinnico, il folklore e la mitologia. Dall’altra, la quotidianità locale viene ripensata nel contesto internazionale, molto più accessibile agli scrittori grazie alla maggiore mobilità dell’ultimo decennio.

In prosa, la ricerca identitaria è rappresentata da Mees, kes teadis ussisõnu (2007, L’uomo che sapeva la lingua dei serpenti) di Andrus Kivirähk, che tratta in stile grottesco i temi seri dell’estinzione delle culture e del regresso. Katkuhaud (2007, La tomba della peste) di Ene Mihkelson è un romanzo filosofico centrato sul trauma delle repressioni sovietiche. Al passato si rivolge anche la serie di romanzi gialli, iniziata nel 2010, di Indrek Hargla, ambientati nella Tallinn medievale del ‘farmacista Melchiorre’ (Apteeker Melchior, 2010, Farmacista Melchiorre), mentre Mesilased (2012; trad. it. Le api, 2015) di Meelis Friedenthal offre uno spaccato della società estone alla fine del 17° secolo.

Tra gli autori che si concentrano sull’attualità, è innovativo il punto di vista femminile anticonformista dei racconti di Maarja Kangro (Ahvid ja solidaarsus, 2010, Le scimmie e la solidarietà). La prosa recente di Tõnu Õnnepalu, uno degli autori centrali dello scorso decennio, continua il genere dell’autofiction (Flandria päevik, 2007, Diario di Fiandra). Un nuovo fenomeno è costituito dalla letteratura estone in lingua russa con i romanzi di Andrei Ivanov che trattano i problemi dell’immigrazione in E. e in Europa (Putezhestvie Hanumana na Lolland, 2009, Il viaggio di Hanuman a Lolland).

È cresciuta la popolarità della saggistica grazie al contributo di poeti importanti come Jaan Kaplinski, Hasso Krull e Valdur Mikita, che provano anch’essi a ripensare il presente attingendo agli strati più arcaici della tradizione linguistica e culturale estone.

In poesia domina il tentativo di comprendere l’essenza del presente e della quotidianità in versi liberi. Lo stile di Jürgen Rooste, poeta di Tallinn, è robusto ed empatico (Higgsi boson, 2012, Il bosone di Higgs). Il gioco erudito e la ricerca formale contraddistinguono invece la poesia di Maarja Kangro (La farfalla dell’irreversibilità, 2011), Hasso Krull (Neli korda neli, 2009, Quattro per quattro) e Kalju Kruusa (pseud. di Jaanus Valk; La quinta ruota di scorta, 2012). Kristiina Ehin rappresenta il lato lirico della grande tradizione poetica femminile estone (Kaitseala, 2005, Zona protetta). Ene Mihkelson, Jaan Kaplinski e Doris Kareva (L’ombra del tempo, 2011) continuano a essere autori ‘classici’ di alto livello.

Negli ultimi anni, la forte tradizione della letteratura per l’infanzia si è affermata anche a livello internazionale con Aino Pervik, Piret Raud e Kristiina Kass.

Bibliografia: M. Väljataga, Literary perspectives: Estonia.Waiting for the great Estonian novel, «Eurozine», 2007, pp. 1-7; P. Mattei, Quattro voci contemporanee, «LEA - Lingue e letterature d’Oriente e d’Occidente», 2012, 1, pp. 85-109; B. Töttössy, Estonia letteraria, «LEA - Lingua e letteratura d’Oriente e d’Occidente», 2012, 1, pp. 79-82.

Cinema di Grazia Paganelli. – La cinematografia estone è nata solo nel 1991, con il ritorno all’indipendenza del Paese, dopo l’occupazione sovietica durata 73 anni. In tutto questo periodo, infatti, il cinema in E. aveva avuto grande sviluppo, sia nella produzione di documentari e nel cinema di finzione, sia nell’animazione (genere, quest’ultimo, di cui ci sono tuttora raffinati produttori). Tuttavia, si può affermare con una certa convinzione che la cinematografia estone, seppure in una forma non organizzata come tale, era emersa già a partire dagli anni Sessanta. Se da un lato, infatti, il sistema produttivo sovietico tendeva ad accentrare a Mosca ogni fase della creazione di un film, dall’altro era comunque nata una vera e propria ‘cinematografia nazionale’ con opere che si era no radicate nella cultura estone. Registi come Ülo Tambek (1922-1979), Andres Sööt (n. 1934) e Semjon Shkoolnikov (n. 1918), Valeeria Anderson (n. 1932), Mark-Toomas Soosaar (n. 1946), per il documentario, e Arvo Kruusement (n. 1928), Grigori Kromanov (1926-1984), Peeter Simm (n. 1953), per il cinema di finzione, avevano offerto il loro sguardo pieno di stupore, di energia e di ironia nel descrivere l’insolito e il quotidiano.

Disko ja tuumasõda

Con l’indipendenza, il cinema estone si è concentrato soprattutto sui temi prima impossibili da rappresentare. Le conseguenze della lunga occupazione straniera, il retaggio della deportazione, ma anche la nuova vita nelle città, le relazioni tra cose e persone, il tempo che cambia sono diventati il soggetto più frequente a partire dai primi anni Duemila. I registi si dimostrano quanto mai tesi verso la contaminazione di realismo e finzione, la libertà dello sguardo e una modernità schietta e prepotente. Jaak Kilmi (n. 1973), Andres Maimik (n. 1970), Priit Valkna (n. 1971) e Sulev Keedus (n. 1957) sono l’esempio, con i loro film, del caleidoscopio di segni che l’E. sta producendo, ancora una volta a cavallo tra il passato e il futuro. Tra i film, vanno citati almeno Klass (2007) di Ilmar Raag, Püha Tõnu kiusamine (2009, noto con il titolo The temptation of st. Tony) di Veiko Õunpuu e Disko ja tuumasõda (2009, noto con il titolo Disco and atomic war) di Jaak Kilmi.

Bibliografia: C. Robinson, Puppets, parables and paradoxes.Estonian animation before and after independence, «Animation journal», 1999, 1, pp. 4-31; Una diagonale baltica, a cura di G. Paganelli, Firenze 2008.

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