DE CHAMPS, Ettore

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 33 (1987)

DE CHAMPS (Champis, Champs), Ettore

Mauro Macedonio

Nacque a Firenze l'8 ag. 1835. Iniziati gli studi musicali sotto la guida dello zio paterno, dal quale ricevette, in tenera età, le prime lezioni di flauto, si dedicò allo studio del pianoforte sotto la guida di G. Gordoni, allargando parallelamente le proprie conoscenze dell'armonia e del contrappunto con Ignazio M. Colson. Compiuti gli studi primari, si perfezionò quindi nella composizione, divenendo allievo del pistoiese Teodulo Mabellini, uno dei nomi di maggior spicco nella Firenze musicale e alla cui scuola si formarono Emilio Usiglio e Guido Tacchinardi.

Il D. visse ed operò prevalentemente nella sua città, dove godé di un'indiscussa fama a livello locale; esordì, ancora giovanissimo, con Il genio delle colline e Il naufragio della fregata La Peyrouse, due balletti leggeri che, allestiti per il teatro Pagliano, andarono in scena rispettivamente nel 1854 e nel 1859.

Apprezzato soprattutto per la delicata sensibilità ed il gusto, nonché per il carattere italiano che aveva saputo imprimere ad un genere così squisitamente francese quale quello dell'operetta, lo troviamo qualche anno più tardi nella veste di realizzato operista.

Citiamo, in ordine cronologico, i seguenti lavori (tutti rappresentati a Firenze, salvo diversa indicazione): I tutori e le pupille, opera buffa in due atti su libretto di G. B. Canovai, rappresentata con enorme successo al teatro La Pergola l'8 apr. 1869; Il califflo di Bagdad, opera seria in due atti, ancora su libretto del Canovai, premiata dall'Accademia di Firenze e messa in scena anch'essa alla Pergola nel febbraio 1871; La secchia rapita, libretto di A. Anelli dal Tassoni operetta eroicomica scritta in collaborazione con C. Bacchini, G. Gialdini, R. Felici, E. Usiglio e G. Tacchingrdi, rappresentata il 6 apr. 1872, al teatro Pagliano secondo la Enc. d. Spett., al teatro Goldoni per il Manferrari. Ancora un'operetta, La lingua d'una donna alla prova, ovvero Gosto e Mea (librettista ignoto), farsa in un atto, fu data al teatro Rossini nell'autunno del 1872. Di nuovo un'opera seria, L'idolo cinese, libretto di ignoto, vide ricostituirsi la collaborazione tra Felici, Gialdini, Tacchinardi e lo stesso D. (teatro La Pergola, 25 marzo 1874). Conclude l'elenco delle opere maggiori Le sventure del dottor Cosmos, libretto di G. Ducati o Duca di Dino, che ebbe la prima il 27 marzo 1882 (per il Manferrari nel 1880) al teatro delle Logge.

Accanto a queste opere più impegnative, non vanno comunque dimenticati gli altri piccoli lavori leggeri che servirono a consolidare nel pubblico quell'impressione di gradevole piacevolezza all'ascolto, di cui era intrisa tutta la produzione musicale del De Champs.

Tra questi: L'alloggio militare, libretto di P. Lastrucci, teatro delle Logge, 25 giugno 1876; Le orfanelle, libretto di G. Calenzoli e P. Lastrucci con accompagnamento di pianoforte, allestito presso l'istituto Zei e rappresentato il 19 marzo 1879; I pregiudizi della zia Teresa, libretto di G. Calenzoli e P. Lastrucci, ibid. 1880; Orgoglio di nascita, libretto degli stessi autori, rappresentato presso la Regia Scuola di declamazione nel maggio 1881; La tazza di the, libretto di U. Fleres, Torino, Circolo degli artisti, 1889; La festa della nonna, libretto di G. Calenzoli e P. Lastrucci, s. d.; La notte della Befana, fantasia in un atto e tre quadri per giovanetti, su libretto di O. Masini, s. d.

Quanto mai diversificata nei vari generi, la produzione dei D., di cui abbiamo testimonianza attraverso le molte pubblicazioni, comprende anche, tra l'altro, due messe per grande orchestra, due altre messe a cappella, di cui una breve a due voci e di limitata estensione, con accompagnamento di organo (Firenze s. d.). Ed inoltre Fiori primaverili, raccolta di melodie e canti ad una o più voci con accompagnamento di pianoforte, composta per la gioventù (Firenze 1898): brani sciolti, da cui traspare una cantabilità di ampio respiro unita ad una vena poetica semplice e pulita, come Maggio (per soprani e bassi) e Natale (per soprani, contralti e bassi), entrambi editi a Firenze s. data. Ricordiamo infine, insieme a numerose composizioni originali destinate al repertorio pianistico, la trascrizione per pianoforte a quattro mani della Marcia turca di W. A. Mozart (Milano 1871) e la riduzione per canto e pianoforte della Marcia reale di G. Gabetti su parole di N. Giotti (Milano s. d.).

Di non minore importanza è il D. teorico e didatta, del quale conserviamo più di un semplice attestato. Particolare rilievo assume, per la lucidità e la chiarezza che vi si incontrano, una interessante Guida teoncopratica per l'esatta interpretazione ed applicazione di qualunque segno grafico-musicale moderno (Firenze s. d.). Tra le tante considerazioni qui espresse dal D., notiamo l'accenno che egli fa di un tentativo di indagine filologica e di interpretazione critica dei vari "segni d'abbellimento" che compaiono, per esempio, nelle composizioni di J. S. Bach. Si tratta di uno studio su quelle "abbreviazioni", non sempre tramandate correttamente, per ciò che concerne la loro esecuzione, che ci rimanda agli interventi critici, di H. von Bülow e F. Chrysander.

Degno di nota anche il testo della conferenza letta il 5 nov. 1882, quale accademico residente, presso il Regio Istituto musicale di Firenze, e dal titolo Delle vere condizioni nelle quali si trovano attualmente l'arte e la professione musicale in Italia. Qui il D. affronta in termini estremamente pratici e corretti i problemi legati alla professionalità e che dovettero travagliare molto il mondo musicale italiano alla fine dell'800, dopodiché estende il discorso a ciò che è più inerente l'"artisticità" del prodotto musicale. Egli dà prova di saper precorrere i tempi sostenendo una sorta di moderno "relativismo culturale" e denunciando la necessità di superare quelle barriere emocentriche che pretendono di inquadrare il concetto di estetica musicale entro qualcosa di definibile in senso assoluto, universale.

Ancora due opere, infine, a carattere didattico e divulgativo: si tratta di un Manuale per l'alunno delle scuole di solfeggio cantato (Firenze 1895; 2 ed. completa, ibid. 1898) e di una raccolta di Cinquanta solfeggi per l'esercizio di lettura in tutte le chiavi e divisi in tre parti, in ordine alla difficoltà (Firenze s.d.).

Il D. morì a Firenze il 12 apr. 1905.

Fonti e Bibl.: Necrol., in Musica e musicisti (Milano), I (1905), p. 384; La Nazione, 13-14 apr. 1905; H. Riemann, Opern-Handbuch, Leipzig 1887, pp. 193, 223, 387, 437, 512, 577; C. Dassori, Opere e operisti 1541-1902, Genova 1903, p. 106; A. Simonetti, Teodulo Mabellini, Pistoia 1923, pp. 27 s.; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, Firenze 1954, I, pp. 297 s.; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, Suppl., p. 169; Cyclopedia of Music and Musicians, a cura di J. D. Champlin ir., New York 1888, p. 299; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, pp. 327 s.; suppl., p. 187; The MacMillan Encycl. of Music and Musicians, London 1938, p. 315; Enc. d. Spett., IV, coll. 302 s.; Riemann Musik Lexikon, I, p. 299; Enc. della musica Ricordi, II, p. 25.

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