RAFFAELE, Federico

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 86 (2016)

RAFFAELE, Federico

Elena Canadelli

RAFFAELE, Federico. – Nacque a Napoli il 4 giugno 1862 dal medico e libero docente Antonio Raffaele e da Elvira Lion. Dopo aver frequentato l’istituto tecnico, si iscrisse all’Università di Napoli, laureandosi in scienze naturali nel 1884. Formatosi alla scuola zoologica napoletana, sotto la guida di Salvatore Trinchese, dal 1887 al 1898 ricoprì il ruolo di assistente presso l’istituto di Napoli, conseguendo la libera docenza in anatomia e fisiologia comparate nel 1893 e in zoologia nel 1896.

Nel 1885, Raffaele iniziò a lavorare presso la Stazione zoologica di Napoli, fondata pochi anni prima dallo zoologo tedesco Anton Dohrn, di cui diventò uno dei più stretti collaboratori. Il periodo trascorso nella Stazione fu fondamentale per la sua formazione in campo morfologico, ittiologico ed embriologico. Raffaele vi svolse ampie ricerche sulle uova galleggianti e le larve dei pesci Teleostei del golfo di Napoli, pubblicando nel 1888 una monografia su questi temi (in Mittheilungen aus der Zoologischen Station zu Neapel, vol. 8, pp. 1-84), frutto di ricerche condotte negli anni precedenti e in parte pubblicate nel Bollettino della Società dei naturalisti in Napoli (vol. 1, pp. 53-58, 83 s.). Tra i maggiori esponenti dell’embriologia sperimentale in Italia, si specializzò soprattutto nello studio di pesci e anfibi, con lavori come Sullo spostamento postembrionale della cavità addominale nei pesci Teleostei (in Mittheilungen aus der Zoologischen Station zu Neapel, 1890, vol. 9, pp. 305-329); Ricerche sullo sviluppo del sistema vascolare nei Selacei (ibid., 1892, vol. 10, pp. 441-479) e Ricerche intorno allo sviluppo della linea e del nervo laterale negli anfibi (in Internationale Monatsschrift für Anatomie und Physiologie, 1900, vol. 17, pp. 389-407).

Nel 1898 fu chiamato alla cattedra di zoologia e anatomia comparata dell’Università di Palermo, di cui nel 1911 divenne rettore. Nel 1915 si trasferì all’istituto di zoologia dell’Università di Roma, dove rimase fino al pensionamento nel 1935. Nella capitale, Raffaele ebbe numerosi allievi e collaboratori, tra cui Pasquale Pasquini e Giuseppe Montalenti, che nel 1939 gli dedicarono un volume monografico dell’Archivio zoologico italiano.

Uomo di vasta cultura, Raffaele si confrontò con le grandi questioni teoriche delle scienze della vita. Pubblicò alcune riflessioni storico-filosofiche sul concetto di specie e sulla teoria dell’evoluzione, tra cui L’individuo e la specie (Palermo 1905; Firenze 19432), Il concetto di specie in biologia (in Rivista di scienza, 1907, vol. 1, pp. 67-90, pp. 237-264) e Le nuove tendenze nelle teorie dell’evoluzione (in Annuario della Biblioteca filosofica di Palermo, 1912, vol. 1, pp. 91-112). In un momento di difficoltà dell’evoluzionismo, Raffaele assunse una posizione di scetticismo nei confronti delle cause dell’evoluzione. Nell’ambito del dibattito italiano sugli inizi della genetica, si schierò in un primo tempo tra gli oppositori della teoria cromosomica di Thomas H. Morgan, al fianco di biologi come Davide Carazzi. Sulle pagine della Rassegna delle scienze biologiche, fondata e diretta da Carazzi, Raffaele prese posizione contro l’idea della disposizione lineare dei geni sui cromosomi, definendola una «dottrina della filza di salsicce» (A proposito di cromosomi, in Rassegna delle scienze biologiche, 1920, vol. 2, p. 84). Intorno al 1923 cambiò idea, iniziando a insegnare la genetica cromosomica nei suoi corsi all’Università di Roma, come dimostrano le lezioni confluite nel manuale pubblicato a cura di Pasquini e Silvio Ranzi, Zoologia, per gli studenti di scienze naturali, di medicina e chimica farmacia, secondo le lezioni del Prof. Federico Raffaele (Roma 1924).

Dal matrimonio con Maria Manche nacquero quattro figli: Elvira, Antonio, Alfredo e Giulio, che seguì le orme paterne nello studio della zoologia.

Raffaele si interessò a questioni legate alla pesca, anche in veste di consulente del Comitato consultivo per la pesca del ministero dell’Agricoltura. Numerosi furono gli incarichi istituzionali da lui ricoperti nel corso della sua lunga carriera. Tra questi, fu consigliere di amministrazione della Stazione zoologica di Napoli dal 1924 alla morte, presidente dell’Unione zoologica italiana, nel 1914 e nel 1921, e membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione durante il ministero del filosofo Giovanni Gentile, di cui fu amico e collaboratore. Nel 1925, Gentile gli affidò la direzione della sezione di biologia e zoologia dell’Enciclopedia italiana, per la quale scrisse numerose voci, tra cui quelle dedicate all’embriologia (1932), all’istinto (1933) e alle società animali (1936). Oltre a opere di carattere divulgativo, come La vita nel mare, pubblicato con Vallardi nel 1892, a Raffaele si devono varie traduzioni in italiano di testi rappresentativi delle scienze della vita di quel periodo, tra cui Fisiologia comparata del cervello e psicologia comparata di Jacques Loeb (Palermo 1907) e Specie e varietà, e loro origine per mutazione di Hugo De Vries (Palermo 1909).

Cavaliere nell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro, fu socio di numerose accademie, tra cui l’Accademia nazionale dei Lincei, l’Accademia delle scienze, detta dei XL, l’Accademia di scienze, lettere ed arti di Palermo, l’Accademia Pontaniana di Napoli e la Linnean Society di Londra.

Morì il 3 febbraio 1937 a Roma dopo una breve malattia.

Opere. Oltre ai contributi citati, fu autore di numerose pubblicazioni, tra cui: Descrizione di un nuovo Lichomolgus parassita del Mytilus gallo-provincialis Lk., in Atti della R. Accademia dei Lincei. Memorie della Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 4, 1885, vol. 1, pp. 302-307 (con F.S. Monticelli); Metamorfosi del Lepidopus caudatus, in Bollettino della Società dei naturalisti in Napoli, 1889, vol. 3, pp. 31-33; Note intorno alle specie mediterranee del gen. Scopelus, in Mittheilungen aus der Zoologischen Station zu Neapel, 1889, vol. 9, pp. 179-186; Osservazioni sul foglietto epidermico superficiale degli embrioni dei Pesci ossei, ibid., 1895, vol. 12, pp. 169-207; Per la genesi dei nervi da catene cellulari, in Anatomischer Anzeiger, 1900, vol. 18, pp. 337-344; Daniele Rosa: Ologenesi (recensione), in Monitore zoologico italiano, 1918, vol. 30, pp. 96-104; Ancora poche parole intorno ai cromosomi, in Rassegna delle scienze biologiche, 1921, vol. 3, pp. 33-40; Somiglianze e parentele fra gli animali, in Nuova Antologia, s. 7, 1930, vol. 242, pp. 486-505.

Fonti e Bibl.: L’Archivio storico della Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli conserva uno scambio epistolare di oltre 200 lettere con i Dohrn, Anton e il figlio e suo successore Reinhard, e con il loro segretario Hermann Linden, compreso tra il 1880 e il 1920 circa. Si veda inoltre il suo fascicolo in Archivio storico dell’Università degli studi di Roma La Sapienza, Personale docente, f. AS 522.

Tra le commemorazioni di Federico Raffaele, si segnalano: G. Montalenti, in Bollettino di zoologia, 1937, vol. 8, pp. 79-80; P. Pasquini, in Rivista di biologia, 1937, vol. 23, pp. 160-172; P. Pasquini, in Monitore zoologico italiano, 1937, vol. 48, pp. 76-80; G. Gentile, in Archivio zoologico italiano, 1939, vol. 26, pp. V-VIII; P. Pasquini - G. Montalenti, ibid., pp. IX-XXIX. Si vedano inoltre: R. Milani, L’evoluzione dell’Unione zoologica italiana nei cento anni della sua storia, in Italian Journal of zoology, 1999, vol. 66, pp. 399-417; C. Pogliano, Bachi, polli e grani. Appunti sulla ricezione della genetica in Italia (1900-1953), in Nuncius, 1999, vol. 14, pp. 133-168; A. Dröscher, Academic zoology in Italy between 1861 and 1900, in Giovanni Canestrini. Zoologist and darwinist, a cura di A. Minelli - S. Casellato, Venezia 2001, pp. 305-347; A. Volpone, Gli inizi della genetica in Italia, Bari 2008, pp. 293-298; A. Volpone - G. Corbellini, Le scienze della vita, in Storia d’Italia, Annali 26, Scienze e tecnologie dell’Italia unita, a cura di F. Cassata - C. Pogliano, Torino 2011, pp. 575-598; M. Capocci - A. Volpone, La genetica nel Novecento, in Il Contributo italiano alla storia del pensiero. Scienze, Roma 2013, pp. 519-526 (in partic. p. 521).

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