Fenotiazina

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Composto chimico eterociclico,

formula

cristalli rombici incolori, solubili in acqua, alcol, etere. Si prepara fondendo insieme zolfo e difenilammina; lo iodio catalizza la reazione.

Trova impiego nella fabbricazione di coloranti (blu di metilene), come insetticida e come vermifugo in veterinaria. Alcuni derivati della f. si usano in medicina come antiallergici, altri come neuroplegici, antiparkinsoniani, antistaminici e neurolettici. La dietazina, che è il cloridrato di N-(dietilammino-2-etil)-fenotiazina, e l’ isotazina o dietilammino-propil-1-N-fenotiazina, sono molto attive nei confronti delle sindromi parkinsoniane di qualsiasi natura e agiscono anche sull’ipertonia piramidale. Tra gli antistaminici il più importante è la prometazina o N-(dimetilammino-2-propil-1)-fenotiazina, che è di notevole efficacia nell’orticaria e nella malattia da siero e che grazie alle collaterali proprietà ipnotiche e antalgiche è usata largamente in psichiatria come sedativo. Fra i neurolettici, figurano la cloropromazina, efficace contro i disturbi psicotici (allucinazioni, disordini del pensiero, eccitamento maniacale), la levomeprazina o metossi-dimetilammino-metil-propil-fenotiazina, la tioridazina o metiltio-([metil-1-piperidil-2]-2 etil)-fenotiazina e la perfenazina o cloro-3 ([idrossietil-4-piperazinil]-3 propil)-10 fenotiazina, la trifluoromazina e l’ acepromazina.

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