Magellano, Ferdinando

Enciclopedia dei ragazzi (2006)

Magellano, Ferdinando

Silvia Moretti

Il navigatore che realizzò il primo giro del mondo

Il portoghese Ferdinando Magellano, come molti altri navigatori, incarna lo spirito europeo d’avventura e di conquista

tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. Nel 1519, alla guida di una spedizione di cinque navi, partì per la prima circumnavigazione del globo: la sua impresa contribuì ad arricchire le conoscenze geografiche dell’epoca

I primi viaggi

Ferdinando Magellano (forma italianizzata di Magalhães) nacque in Portogallo nel 1480. Di famiglia nobile, navigò al servizio del proprio paese in Estremo Oriente e si distinse nella conquista di Malacca (Malaysia), un porto che divenne la base dei traffici commerciali portoghesi nell’Asia sudorientale. In seguito, abbandonato il mare, si dedicò a studi nautici e cosmografici.

Allo stesso modo di Cristoforo Colombo, Magellano voleva raggiungere l’Oriente navigando verso Occidente. Ma per fare questo era necessario scoprire un passaggio a sud del nuovo continente dove era appena sbarcato Colombo. I Portoghesi, però, non mostrarono interesse al suo progetto, convinti che la rotta lungo le coste africane fosse la via più rapida e sicura per raggiungere l’Estremo Oriente. Solo nel 1519, con l’appoggio di Carlo V, re di Spagna e imperatore, Magellano poté salpare per la sua spedizione.

La circumnavigazione del globo

Cinque navi con a bordo 265 uomini, quasi tutti spagnoli, salparono dalla Spagna nel settembre del 1519. Dopo alcune difficoltà la spedizione iniziò l’esplorazione delle coste dell’America Meridionale alla ricerca del mitico passaggio verso le Indie. Domato un primo ammutinamento degli equipaggi, Magellano raggiunse lo stretto, che poi avrebbe preso il suo nome, il 21 ottobre 1520: per riuscire ad attraversarlo, battuto com’era da venti fortissimi, fu necessario un mese.

La spedizione proseguì con tre sole navi (una era naufragata, l’altra aveva disertato) e la navigazione continuò nell’Oceano Pacifico, così chiamato da Magellano per le correnti e i venti favorevoli incontrati.

Il 6 marzo 1521 la spedizione raggiunse le Isole Marianne, che Magellano allora battezzò Isole dei Ladroni per il tentativo degli indigeni di rubare il poco che era rimasto a bordo. Gli equipaggi, infatti, erano decimati dalla fame e dalle malattie. Dalle Marianne Magellano salpò per le Filippine, dove morì in uno scontro con gli indigeni. La sua spedizione, ridotta a due sole navi, fu la prima ad aver attraversato l’Oceano Pacifico.

Il ritorno a casa

Nel 1522 un’unica nave, la Victoria, con pochi superstiti a bordo, approdò in Spagna. Dopo aver circumnavigato l’Africa, la Victoria era tornata in patria e aveva così compiuto il primo giro del mondo.

La spedizione ideata da Magellano non aveva ottenuto risultati economici perché la rotta seguita era troppo lunga e quindi inutilizzabile per il traffico commerciale, ma aveva contribuito alla conoscenza di regioni ancora ignote e aveva definitivamente dimostrato la sfericità della Terra. Tra i pochi superstiti c’era anche un italiano, Antonio Pigafetta, che ci ha lasciato una preziosa relazione di questo viaggio.

Alla scoperta dell’ignoto

Nei loro viaggi d’esplorazione oltreoceano gli europei scoprirono davvero un mondo nuovo: animali mai visti prima, una vegetazione fittissima e spaventosa, uomini e donne con usanze e abitudini completamente diverse dalle loro. Antonio Pigafetta ci ha lasciato una testimonianza interessantissima della prima circumnavigazione del globo: nelle sue descrizioni si fondono stupore, paura, immaginazione e razionalità. Pigafetta chiama oche i pinguini e lupi marini le foche per la loro voracità: «Hanno solamente duoi piedi appiccati al corpo, che somigliano a due mani con unghie piccole». Racconta poi l’incontro con «un uomo di statura gigante […] così grande che li nostri non gli arrivavano alla cintura». Il capitano, dopo averlo sfamato, «gli presentò uno specchio grande d’acciaio, nel quale subito che vidde la sua figura, fu grandemente spaventato e saltò all’indietro, e nel saltare gittò tre o quattro delli nostri per terra».

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