FERMO

Enciclopedia dell' Arte Antica (1960)

FERMO (Firmum Picenum, Φίρμον; etnico Firmanus)

G. Annibaldi

Antica città del Piceno della Regione V Augustea, a m 216 d'altitudine, tra le valli del Tenna e dell'Ete, a 5 miglia dal mare, a 15 da Falerio, legata da strade a Urbsalvia ed Asculum parimenti che con il suo porto, Castellum Firmanum o Firmanorum, presso Torre di Palme (Porto S. Giorgio).

Precedentemente alla conquista romana, F. fu senza dubbio una delle città più importanti del Piceno, abitata sin dalla prima Età del Ferro, con la presenza nel corso dell'VIII sec. a. C. di un forte nucleo villanoviano. È menzionata da Plinio tra le 13 colonie latine durante la seconda guerra punica e fu una delle 18 che si mantennero fedeli a Roma nelle più critiche circostanze (Liv., XXVII, 10). Fu municipio optimo iure con diritto di battere moneta. Vi trovò rifugio Pompeo dopo la sua disfatta ad opera di Iudacilio ed Afranio, che egli sconfisse in una seconda battaglia sotto le mura di Fermo (App., iii, C, i, 47). Nella seconda guerra civile prese le armi contro Antonio e fu punita con la deduzione di una nuova colonia di soldati della II Legione di Cesare dopo la battaglia di Filippi nel 42. Iscritta alla tribù Velina, ebbe magistrati, duoviri, aediles. In età imperiale continuò ad avere innumerevoli benefici, come attestano le iscrizioni. Dopo la caduta dell'Impero, appare di nuovo fortezza che fu presa e ripresa da Belisario e Totila (Procop., Bell. Goth. iii, ii, 39; 12, 12 ss.). Sotto gli esarchi di Ravenna continuò ad essere una delle principali città del Piceno.

L'antichità di F. è ampiamente documentata da oltre 70 iscrizioni, sculture, frammenti architettonici e soprattutto dai monumenti, tra i quali si ricorda il teatro, situato nelle pendici N-E del Girfalco sotto l'edificio dell'ex - Brefotrofio, della chiesa del Carmine e della Cassa di Risparmio nei cui sotterranei, nel 1934, si è rimesso in luce un notevole tratto della frons scenae. Il monumento più noto è la piscina epuratoria, nei sotterranei dell'ex - Convento di S. Domenico: sono visibili oggi 15 vani intercomunicanti, di cui sei adibiti a serbatoio del moderno acquedotto. Resti di un tempio pagano appaiono sotto il pavimento della chiesa metropolitana, al di sotto di una basilica paleocristiana. Si conservano notevoli avanzi delle cinte urbane: preromana, repubblicana ed augustea. Il Foro occupava parte dell'attuale piazza. Già nel 325 si sarebbe stabilita una chiesa in Fermo.

Bibl.: C. I. L., IX, p. 508, nn. 5349-5419; E. H. B. in Smith, Dict. Greek and Roman Geography; E. De Ruggiero, Diz., s. v.; H. Nissen, Italische Landeskunde, Roma, II, p. 423; Chr. Hülsen, in Pauly-Wissowa, VI, 1909, c. 2380, s., s. v.; G. Napoletani, Fermo nel Piceno, Roma 1907; G. Cicconi, Il più antico e meglio conservato monumento di Fermo, la Piscina epuratoria, Fermo 1916; id., Fermo ne' suoi più notevoli monumenti superstiti di epoca romana, in Nel bimillenario della nascita di Augusto, Ancona 1941.

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