Castro, Fidel

Dizionario di Storia (2010)

Castro, Fidel (propr. Fidel Alejandro Castro Ruz)


Castro, Fidel

(propr. Fidel Alejandro Castro Ruz) Politico cubano (n. Finca Manacas, Birán, 1926). Oppositore del dittatore F. Batista, nel 1953 guidò un attacco contro una caserma di Santiago de Cuba. Condannato a 15 anni di prigione fu amnistiato nel 1955 e si rifugiò in Messico. Nel 1956 tornò a Cuba e diede inizio con il suo Movimiento 26 de julio alla guerriglia contro Batista, conclusa nel 1959 con il suo ingresso trionfale all’Avana. Assunta la carica di primo ministro, che unì a quella di comandante delle forze rivoluzionarie, C. affrontò i gravi problemi economici e sociali di Cuba con una serie di drastici provvedimenti che colpirono anche gli importanti interessi degli Stati Uniti; la reazione di questi ultimi e la crescita della tensione fra i due Paesi indussero C. ad avvicinarsi sempre più all’Unione Sovietica, avviando contemporaneamente sul piano interno una decisa trasformazione in senso socialista. Dopo la crisi internazionale del 1962, conclusasi con il ritiro da Cuba dei missili sovietici e l’impegno statunitense a non aggredire l’isola, C. perseguì una politica di relativa autonomia dall’URSS, volta a favorire la diffusione dei movimenti di guerriglia in America Latina e, più in generale, orientata in senso terzomondista. Dopo il varo della nuova Costituzione cubana (1976), fu eletto presidente del Consiglio di Stato (capo dello Stato) e da allora ha mantenuto questa carica, insieme a quelle di presidente del Consiglio dei ministri, di comandante in capo delle forze armate rivoluzionarie e di primo segretario del Partito comunista. Presidente del movimento dei Paesi non allineati dal 1979 al 1982, ha guidato al suo interno la componente più favorevole al blocco sovietico. Dopo lo scioglimento dell’URSS (1991) si è trovato sempre più isolato in seno alla comunità internazionale. Al peggioramento delle condizioni economiche nell’isola e all’inasprimento dell’embargo statunitense (1992), ha risposto con una sempre maggiore concentrazione di poteri nelle sue mani fino a quando nel 2006, per intervenuti problemi di salute, ha ceduto il potere al fratello Raúl (n. 1931). Il passaggio di consegne fra i due fratelli è stato formalizzato nel 2008, quando l’Assemblea nazionale cubana ha eletto Raúl presidente del Consiglio di Stato. Alla politica attuata da C. a Cuba (castrismo) si sono richiamati alcuni movimenti politici dell’America latina, che sostenendo l’impossibilità di istituire regimi democratico-borghesi avanzati, capaci di realizzare profonde riforme, hanno concepito la lotta armata come strumento insostituibile per il raggiungimento di obiettivi politico-sociali (nazionalizzazione delle risorse economiche, riforme agrarie ecc.). Il castrismo in America latina ha avuto la maggiore diffusione nel corso degli anni Sessanta, diminuita dopo la morte di E. Che Guevara (1967) e la contraddittoria linea politica di F. Castro.

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