Fido

Enciclopedia Dantesca (1970)

fido

Fernando Salsano

Qualifica persona o cosa " che merita fiducia ", " che ispira sicurezza ": If XIV 100 Rëa la scelse già [l'Ida, la montagna] per cuna fida (cfr. Aen. III 111 ss.); Pg XVII 10 pareggiando i miei co' passi fidi / del mio maestro, dov'è da notare che dalla fiducia ispirata dal maestro deriva quella del seguire le sue orme; If XII 100 Or ci movemmo con la scorta fida, cioè Nesso, guida demoniaca di cui ci si poteva fidare dopo le parole di Chirone. Secondo il Buti, D. " parla quivi per lo contrario, che [Nesso] non fu fido a Deianira ".

Una più profonda e quasi mistica fiducia è significata nell'evocazione di un'esemplare e mitica cittadinanza fiorentina fatta da Cacciaguida in Pd XV 131 (così fida / cittadinanza, " immagine di una riconquistata elementarità umana, di una concordia originaria ritrovata... e d'una conseguente comunione naturale fra gli uomini ": R. Ramat, in Lect. Scaligera III 524).

Ha valore di " fedele " in Pg III 4 i' mi ristrinsi a la fida compagna, in quanto la compagnia di Virgilio non abbandona D. neppure nel generale disordine prodotto dal rimprovero di Catone e dalla fuga verso la montagna; e così, sempre in riferimento a Virgilio, in Pg XVI 8. In Pd XI 34 in sé sicura e anche a lui più fida, ci si riferisce alla Chiesa, da s. Francesco stimolata verso una più genuina fedeltà a Cristo: " ut fidelius sibi serviret et non adulteraretur per vitia " (Benvenuto; ma il Buti: " cioè che in lui maggiormente si fidasse ").