FILO

Enciclopedia Italiana (1932)

FILO

Aldo GIAMBARTOLOMEI

(etimologia ignota; fr. fil; sp. hilo; ted. Faden; ingl. thread).- Fibre di materia tessile disposte parallelamente tra di loro e ritorte in modo da formare un insieme lungo, flessibile e più o meno sottile, mediante il processo della filatura (v.).

Filo metallico (fr. fil metallique; sp. alambre; ted. Draht; ingl. wire). - È una lunga e sottile verga di metallo ottenuta dal tondo laminato, mediante una particolare stiratura a freddo detta trafilatura.

La maggior parte dei fili ha sezione circolare. Esistono tuttavia fili a sezione quadra, triangolare, ovale, e in altre forme speciali a seconda dei particolari usi cui sono destinati (v. funi metalliche). Il diametro dei fili rotondi varia in generale da un massimo di mm. 18-20 a un minimo di mm. 0,012 circa. I fili da mm. 0,5 in meno sono spesso distinti con l'antico nome francese di carcasse.

Per alcuni tipi di filo vige tuttora la consuetudine di esprimerne il diametro non in millimetri o decimi di millimetri, ma secondo i numeri di alcune scale di grandezza. Le più correnti in Italia sono: la scala di Parigi e quella Carcasse. Largamente usate sono anche la scala di Birmingham, l'americana e la germanica.

Per alcune dimensioni sottili sopravvivono ancora alcune vecchie denominazioni. Così perla, per il filo di mm. 0,53; passaperla per il filo di mm. 0,48; gentile, mm. o,44; sbavato, mm. 0,40; sbavetta, mm. 0,36; saltaleone, mm. 0,32; fino, mm. 0,28; finissimo, mm. 0,24; sopraffino, mm. o,22.

I fili possono essere formati di: acciaio dolce (comunemente detto ferro); acciaio duro (detto acciaio); acciai speciali; rame e sue leghe (bronzi, ottone); alluminio e sue leghe; piombo; zinco; oro, argento, platino, nichel e sue leghe (nichel-cromo, ecc.); molibdeno, tungsteno, ecc. Per quanto riguarda la fabbricazione v. trafilatura.

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