FINNI

Enciclopedia Italiana (1932)

FINNI

Renato BIASUTTI

Le popolazioni finniche fanno parte della famiglia ugro-finnica, che si divide in un ramo orientale (v. ugri) e in uno occidentale. Questo a sua volta comprende i Finni propriamente detti o Finlandesi, i Finni baltici (Estoni, Livoni e gli estinti Curi) e i Carelî, ai quali si riallacciano i Vepsi, i Voti, i Cnidi. I Finlandesi (Suomi, Suomalaiset) costituiscono il gruppo culturalmente più progredito dell'intera famiglia finnica. Essi si dividono in due gruppi principali, i Tavasti (Hämäläiset) e i Carelî, i quali ultimi sono distribuiti nella Finlandia sud-orientale e nelle provincie finitime della Russia. Dalla loro mescolanza sono derivate le popolazioni del Savo (Savolaiset) e i Kueni (Kainulaiset).

La popolazione rurale vive generalmente raccolta in villaggi, nei quali però le abitazioni sono poste a distanza le une dalle altre e risultano composte di un numero notevole di edifici disposti per lo più intorno a una corte. Non è del tutto scomparsa la capanna originaria dell'antica cultura finnica sprovvista di camino e con il focolare situato vicino alla porta. Ma l'abitazione rurale ordinaria a uno o due piani, è costruita interamente in travatura e in essa la stanza principale è quella provvista di una grande stufa e che serve anche da cucina invernale. La cucina estiva è invece costruita fuori dell'abitazione e presenta ancora in molti luoghi la forma della capanna conica di stanghe. Né manca mai la capanna (sauna) per il bagno a vapore che la popolazione fa assai di frequente con gran diletto. Anche i granai, nei quali il grano viene fatto asciugare e battuto, sono forniti di un focolare senza camino.

Il sistema tradizionale per preparare il terreno all'agricoltura consisteva nell'abbattere gli alberi e nel bruciare poi questi insieme con il sottobosco passando successivamente con l'aratro senza rimuoveme i resti. Questo metodo è ancora in uso nella Carelia, nel Savo e nelle parti orientali e settentrionali del Häme. Nella maggior parte del paese è tuttora adoperato un aratro a forcella: uno più pesante, a vomere orizzontale, di origine svedese, si incontra nelle regioni occidentali; infine in alcuni distretti sono usati aratri semplicissimi a uncino e aratri molto leggieri a mano. Assai sviluppate, con l'uso di mezzi diversi (trappole, lacci), sono la caccia e la pesca. Comunissima è la slitta, la quale si presenta in due forme diverse: nelle regioni orientali è piuttosto alta e i suoi pattini sono anteriormente molto ricurvi e rialzati, verso occidente, invece, è più bassa e quasi piatta.

Il pane di segala è alla base dell'alimentazione: nella Carelia e nel Savo esso è mangiato poco dopo fatto, mentre nel rimanente territorio è lasciato seccare e conservato anche per anni. I pasti sono numerosi e abbondanti: il primo, poco dopo il levar del sole, si compone di pane, pesce salato, latte acido o birra, il secondo, verso le 9, è a base di focacce, zuppa di pesce, patate e formaggio: alle due e alle 8 di sera i due pasti si ripetono all'incirca nella stessa forma. Della carne vien fatto poco consumo. Molto usati sono i kalakukko, specie di paste riempite di tritello d'avena, pesce e legumi. Anticamente veniva usata per l'alimentazione anche la corteccia di conifere: ne toglievano lo strato interno, lo arrostivano e, pestato, ne facevano delle pagnotte.

Nell'abbigliamento, i vecchi costumi si mantengono ancora in alcuni distretti della Botnia Orientale e di Viipuri. Gli uomini portano ivi una camicia, un corpetto di lana, pantaloni e stivali di pelle e un berretto di pelliccia nera: in passato era portata anche una sopra-camicia di lana a colori. Il costume femminile consiste in una camicia senza maniche, una giacca di lana bianca, un corpetto scuro e una sottana marrone o nera con pochi disegni variopinti, scarpe di pelle o di cuoio. Comune è l'ampia fibula d'argento adoperata, come presso gli Estoni, per fermare la giacca. Caratteristico per le regioni boscose dell'interno è l'uso del legno e della corteccia d'albero, specie di betulla, per fare scarpe e recipienti.

L'arte popolare, che si esplicava specialmente nella lavorazione del legno, si era sviluppata soprattutto nei distretti abitati dalla popolazione svedese: gli utensili e gli oggetti dei Finni sono in generale molto più semplici. Nella musica popolare viene usata una zampogna di corteccia di betulla, il violino a una sola corda e la cetra (kantele), generalmente pentacorde, ma che nelle forme più recenti è più larga e può averne da 8 a 16.

I Finni hanno raccolto con ogni cura tutti i documenti relativi all'etnografia nazionale: quasi ogni cittadina della Finlandia ha il suo museo mantenuto dall'amministrazione locale o da società private. A Helsinki è sorto il Museo Nazionale, diretto da J. Manninen, ricco anche di oggetti raccolti da etnologi e linguisti che viaggiarono fra Ostiachi, Voguli, Sirieni e fra diversi popoli finnici del Baltico. Caratteristico il Museo all'aria aperta sorto da pochi anni nei pressi di Helsinki (per la lingua v. finlandia: lingua).

Bibl.: A. Heikel, Die Entwickelung und Verbreitung der Bautypen im Gebiet der finnischen Stämme, in Intern. Archiv für Ethnographie, V, Leida 1892; A. Ban, Dörfer, Gebäude und Friedhöfe in den Grenzgegenden von Karelien, in Anzeiger der ethnogr. Abt. der Ungar. National Museum, V, Budapest 1906; U. T. Sirelius, Über die primitiven Wohnungen der finnischen und ob-ugrischen Völker, in Finnisch-ugrische Forschungen, X, Helsinki 1910; G. Renwick, Finland to-day, Londra e Lipsia 1911; Atlas of Finland, Helsinki 1929; J. Manninen, Le raccolte etnografiche in Finlandia, in Lares, II, Firenze 1931.

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