First best

Dizionario di Economia e Finanza (2012)

first best

Maurizio Franzini

Situazione che corrisponde all’ottimo di Pareto (➔ Pareto, ottimo di p). Il f. b. richiede pertanto le medesime condizioni dell’ottimo paretiano. Queste ultime, individuate in modo coerente con la visione del benessere sociale caratteristica della teoria economica tradizionale, riguardano la produzione e lo scambio di beni (➔ efficienza economica).

Le condizioni dell’ottimo di Pareto

La prima di queste condizioni richiede che le risorse disponibili non possano essere riallocate tra le varie produzioni, in modo da ottenere di più di almeno uno dei beni senza che si riduca la produzione di un altro. Se ciò, al contrario, fosse possibile, almeno un individuo disporrebbe di una quantità maggiore di almeno un bene da consumare. Il suo benessere crescerebbe e, di conseguenza, anche quello sociale; pertanto, la situazione di partenza non sarebbe efficiente in senso paretiano. Perché questa condizione di efficienza sia soddisfatta, occorre – date le tradizionali ipotesi sulla tecnologia – che tra le produttività marginali dei fattori produttivi vi sia il medesimo rapporto in tutte le produzioni: la condizione è nota come eguaglianza tra i saggi marginali di sostituzione tecnica (➔ sostituibiltà).

La seconda condizione richiede che, qualunque sia la quantità prodotta dei diversi beni, essi siano consumati dai vari individui in modo da rispettare le loro preferenze. Più precisamente, non deve essere possibile una diversa assegnazione di quei beni in modo che qualcuno stia meglio e nessuno peggio, grazie alla migliore corrispondenza tra le quantità assegnate dei vari beni e le preferenze espresse. Date le tradizionali ipotesi sulle funzioni di utilità, la condizione è soddisfatta se tra le utilità marginali dei diversi beni vi è il medesimo rapporto per tutti gli individui (la condizione è quella di eguaglianza tra i saggi marginali di sostituzione).

La terza condizione, infine, riguarda le quantità prodotte dei vari beni. Anche queste devono essere coerenti con le preferenze dei consumatori. In particolare, non deve essere possibile riallocare i fattori tra le varie produzioni – utilizzandoli sempre in maniera efficiente – in modo da mettere a disposizione dei consumatori un mix di prodotti che risulti da loro preferito. Quando questa condizione è soddisfatta, la rinuncia che occorre fare a un bene per produrne più di un altro è esattamente quella che i consumatori sono disposti a fare: si parla di eguaglianza tra saggio marginale di trasformazione (➔) e saggio marginale di sostituzione.

Raggiungimento del first best

Il primo teorema dell’economia del benessere definisce le condizioni alle quali i mercati di concorrenza perfetta realizzano tutte queste condizioni e quindi conducono al f. b. (➔ benessere, teoremi dell’economia del)

Tali condizioni difficilmente sono realizzate nella realtà. Quando una o più di queste non sono soddisfatte, si pone il problema di stabilire se sia meglio che le altre condizioni – ove possibile – siano rispettate, o se risulti preferibile violare alcune di esse. Il teorema del second best (➔) prova che può essere conveniente quest’ultima soluzione. Il raggiungimento del f. b. può essere impedito da varie circostanze e, in particolare, dalla presenza di problemi di asimmetria informativa e di incentivi distorti, che non vengono considerati nell’analisi tradizionale del first best. Tali problemi, se gravano sul funzionamento dello Stato, possono limitare anche le possibilità di correggere le inefficienze del mercato attraverso l’intervento pubblico. Più in generale, il f. b. può risultare irraggiungibile, poiché occorre destinare risorse non solo alla produzione, ma anche all’organizzazione dell’attività economica. Pur con questi limiti, resta un utile termine di riferimento per valutare, sul terreno dell’efficienza, le concrete situazioni economiche.