ORSINI, Flavio

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 79 (2013)

ORSINI, Flavio

Federica Matteini

ORSINI, Flavio. – Nacque probabilmente a Napoli nel 1530, come si deduce dall’età attribuitagli da alcune fonti al momento della morte (Chacón, 1677; Cardella, 1793), secondogenito di Ferrante (Ferdinando), duca di Gravina, e della seconda moglie, Beatrice Ferrillo del Balzo di Aragona (Roma, Arch. storico capitolino, Arch. Orsini, Pergamene, II.A.25,003, 010).

Nel 1556 conseguì il diploma di dottore in utroque iure all’Università di Perugia e nel 1559 fu ordinato sacerdote. Nel 1560 fu nominato vescovo del feudo materno di Muro Lucano, e non di Morano come scrisse il Sansovino.

La notizia, frequente nei repertori di storia ecclesiastica, di una successiva elezione alla cattedra di Spoleto è errata e dovuta alla confusione, occorsa per la prima volta nell’Italia Sacra di Ferdinando Ughelli, tra la biografia del nostro e quella di un Fulvio Orsini del ramo di Monterotondo, vescovo spoletino dal 1562 al 1581. La somiglianza dei nomi e il fatto che il successore del Fulvio vescovo spoletino sia stato uno dei nipoti di Flavio Orsini ha fatto sì che le vicende biografiche dei due soggetti siano state attribuite a un unico personaggio designato come Fulvio - Flavio Orsini (Ughelli, 1644, 1717; Chacón, 1677; Cardella, 1793; Gams, 1873; Van Gulik-Eubel, 1910).

La sua perizia nelle scienze legali gli assicurò una rapida carriera: referendario di Grazia e giustizia presso il supremo tribunale della Segnatura apostolica, poi uditore della Camera apostolica, il 12 marzo 1565 fu creato cardinale da Pio IV col titolo di S. Giovanni a Porta Latina, poi di S. Pietro e Marcellino e infine, nel 1578, di S. Prisca. Dal 1569 al 1573 amministrò l’arcidiocesi di Cosenza, scontrandosi col viceré di Spagna che non intendeva accettare l’estensione ai laici di quanto stabilito dal concilio di Trento sul concubinato.

Come ricordato da Lorenzo Cardella, ebbe importanti frequentazioni intellettuali: componimenti in musica a lui dedicati da Giovanni Maria Nanino e Stefano Rossetti fanno ipotizzare una sua vicinanza al circolo culturale raccolto a Roma alla fine degli anni Sessanta intorno a Isabella de’ Medici, moglie di Paolo Giordano Orsini del ramo di Monterotondo; negli stessi anni ebbe al suo servizio, forse come maestro di musica il fiammingo Filippo di Monte (poi maestro di cappella dell’imperatore Massimiliano). Fu in ottimi rapporti con letterati come Antonio Querenghi e Uberto Foglietta; tra il 1561 e il 1565 un nipote di Francesco Guicciardini, Piero, gli donò uno dei manoscritti autografi dei Ricordi. Contrariamente a quanto riportato da Paul Oskar Kristeller (1997), non a lui, invece, ma a un successivo cardinale Orsini, Alessandro, del ramo di Bracciano, Galileo Galilei dedicò il Discorso sopra il flusso e riflusso del mare.

Il 6 settembre 1572 lasciò Roma, essendo stato scelto da Gregorio XIII come legato a latere in Francia presso Carlo IX; il suo passaggio da Spoleto alla volta di Parigi è ricordato in una lettera del vescovo Fulvio Orsini al cardinale Farnese (Arch. di Stato di Parma, Carteggio farnesiano estero, Spoleto, b. 461). La missione, difficilissima perché si svolgeva a pochi giorni di distanza dalla strage di cattolici della notte di s. Bartolomeo e ambiziosa per gli obiettivi che si prefiggeva, cioè favorire il riavvicinamento tra Francia e Spagna attraverso il matrimonio del fratello di Carlo IX con una delle figlie di Filippo II, ottenere l’adesione della Francia alla lega dei principi cattolici contro i Turchi, promuovere la pubblicazione dei decreti tridentini in Francia ed estirpare l’eresia, si concluse con un nulla di fatto.

Lasciata Parigi già nel gennaio 1573, Orsini fu inviato a Bologna per cercare invano di regolare un contrasto tra la S. Sede e il duca di Ferrara; rientrò infine a Roma, dove negli anni precedenti aveva intrapreso una serie di acquisti immobiliari volti alla creazione di una spettacolare vigna al Pincio tra le odierne vie del Babuino, di S. Giacomo, di Gesù e Maria e del Corso.

Il suo impegno nel 1563 come membro della Congregatio super viis, pontibus et fontibus e poi nel 1570 come responsabile della gestione dell’Acqua Vergine fu ricompensato da Pio IV con speciali concessioni che gli permisero negli anni successivi di alimentare le fontane del suo viridarium con diramazioni di quest’acquedotto. Un’accurata descrizione del giardino e delle sue meraviglie è contenuta nel suo testamento (parzialmente pubblicato da Lanciani, 1903).

Nominato protettore di Francia nel 1573, di Spagna nel 1580 e delle Fiandre nel 1581, nel 1575 ricevette anche l’incarico di prefetto della Segnatura dei brevi. Invano ritornò a Napoli per curare ai bagni di Pozzuoli la salute malferma: morì infatti all’età di 51 anni nel palazzo del marchese di Trivico, Ferrante Loffredo, a Pizzofalcone, nel quartiere napoletano di S. Ferdinando, il 17 luglio 1581 (Chacón, 1601; Imhoff, 1710; Litta, s. d.).

Errata è invece la data del 15 agosto, altrove sostenuta (Ughelli, I, 1644; Roma, Arch. storico Capitolino, Archivio Orsini, I serie, vol. 408). Ne è prova una lettera inviata il 24 luglio 1581 dal cardinale Marco Sittico Altemps al cardinale Alessandro Farnese per comunicargli la morte dell’illustre parente (Arch. di Stato di Parma, Carteggio farnesiano estero, Roma, b. 389).

Fu sepolto nella chiesa di S. Domenico in Napoli, dove già riposava il padre.

Il suo nome è ancora oggi legato a località della Sabina come Torre Flavia, Villa Flavia, Monte Flavio da lui fondate o ristrutturate. Alla morte di Ferdinando Orsini, infatti, Flavio aveva ricevuto parte dei possedimenti paterni nello Stato Pontificio, cui rinunciò nel 1562 in favore del fratello Virginio.

Designò come erede universale il nipote Giovanni Antonio, figlio ancora minorenne del defunto Virginio, del quale già da tempo aveva assunto la tutela. L’usufrutto della vigna a Porta Pinciana fu però lasciato al nipote Pietro, figlio del fratello Antonio e futuro vescovo di Spoleto: l’asta dei beni mobili della villa, tenutasi il 10 ottobre 1581, ebbe uno spettatore d’eccezione in Michel de Montaigne che nel suo Journal du voyage en Italie ne lasciò un’acuta e ammirata descrizione (1962, p. 1325).

Di Orsini è noto un ritratto monetale (Toderi - Vannel, 2000, II, p. 810), realizzato probabilmente prima del 1560, anno della nomina a vescovo di Muro, dal momento che la leggenda FLAVIUS URSINUS non contiene riferimenti a questo titolo.

Fonti e Bibl.: Roma, Arch. Storico Capitolino, Arch. Orsini, Pergamene, II.A.24, 026, 037, 039, 060, 062, 072, II.A.25,003, 010, 024, II.A.26,005, 013, 019, 031, 034, 039, 040A-B-C, 045, 046, 052, 066, II.A.27,018; Corrispondenza privata, voll. 194-195; I serie, vol. 405 (Varii fatti della famiglia Orsini), 407 (Discorso genealogico...), 408 (Elogi di cento e più personaggi...); Arch. di Stato di Parma, Carteggio farnesiano estero, Roma, bb. 340, 345, 362, 389; ibid., Spoleto, b. 461; Modena, Bibl. Estense, Autografoteca Campori, b. O. F. cardinale; Parma, Bibl. Palatina, Carteggio del cardinale Alessandro Farnese, b. O. F.- Fulvio al cardinale Farnese; Milano, Bibl. Ambrosiana, F 55 inf., cc. 364 s.; F 56 inf., c. 25r; F 74 inf., cc. 499, 504; F 76 inf., cc. 130, 136; F 81 inf., cc. 101, 110, 114, 121, 178-180, 182 s., 185-187, 192, 199, 209, 218, 224, 229, 280-283, 293 s.; F 97 inf., cc. 11, 20; F 123 inf., cc. 52 s.; F 151 inf., c. 172; P3 inf., c. 239; P5 inf., cc. 196, 198; P 224 sup., cc. 2-18 (U. Foglietta, Descriptio fundi Tyburtini Hippoliti cardinalis ferrariensis ad Flavium Ursinum cardinalem); Q 122 sup., cc. 100-101r; R 101 sup., cc. 49r-76v;  Y 131 sup., cc. 3-10; Sezione dell’Arch. di Stato di Spoleto, Lettere, b. 62, 1562, 1562 C; b. 63, 1563, 1563 C; Los Angeles, University of California, Centre for Medieval and Renaissance studies, Orsini Archives, Città, Stati, Feudi e Castelli, box 40, folder 1, Bracciano 41; box 79, folder 2, Gravina 08; box 94, folder 10, Monteflavio; box 117, folder 2, Roma 02; Inventari, box 13, folder 1, Inventari 01; Bolle, box 225, folder 1, Bolle 01; Cause, box 290, folders 1-2-3, Roma - Cause 026-027-028; box 254, folder 1, Eredità romana O. di Gravina 01; F. Sansovino, Historia di casa O., Venezia, Stagnini, 1565, parte I, c. 12, parte II, c. 6v; M.E. de Montaigne, Journal du voyage en Italie…, in Oeuvres complètes, a cura di A. Thibaudet - M. Rat, Paris 1962, p. 1325; A. Chacón, Vitae et gesta Summorum Pontificum, II, Roma 1601, p. 1196 n. XLII; F. Ughelli, Italia Sacra, I, Roma 1644, col. *184 n. LXV; VI, col. 1042 n. XXXI; A. Chacón, Vitae et res gestae Pontificum, III, Roma 1677, col. 971 n. XLII; J.W. Imhoff, Genealogiae viginti illustrium in Italia familiarum…, Amsterdam 1710, pp. 318 tav. VI, 340; F. Ughelli, Italia sacra... editio secunda, Venezia 1717-22, VI col. 850, n. XXXII; L. Cardella, Memorie storiche de’ cardinali della Santa Romana Chiesa, V, Roma 1793, pp. 94 s.; P. Litta, Le famiglie celebri italiane, s. d., s. v. Orsini, tav. XXVIII; G. Moroni, Diz. di erudizione storico-ecclesiastica, XLIX, Venezia 1848, pp. 169 s.; P.B. Gams, Series episcoporum Ecclesiae catholicae, Regensburg 1873, p. 902; G. Van Gulik - C. Eubel, Hierarchia Catholica, III, Münster 1910, pp. 45 n. 36, 268; B. Katterbach, Referendarii utriusque Signaturae..., Roma 1931, pp. 120, 138; L. von Pastor, Storia dei Papi dalla fine del Medioevo, IX, Roma 1955, pp. 370-372; M. Barbi, La nuova filologia e l’edizione dei nostri scrittori, Firenze 1973, p. 133; Correspondance du nonce en France Antonio Maria Salviati (1572-1578), a cura di P. Hurtubise - R. Toupin, I, Roma 1975, pp. 68-75; L. Scotoni, I territori autonomi dello Stato Ecclesiastico nel Cinquecento, Lecce 1982, p. 51; C. D’Onofrio, Le fontane di Roma, Roma 1986, pp. 134-138; R. Lanciani, Storia degli scavi di Roma, II, Roma 1903, pp. 17-19; B. Barbiche, Les registres du cardinal F. O. légat ‘a latere’ en France en 1572-1573, in Archivum Historiae Pontificiae, XXXI (1993), pp. 265-273; P.O. Kristeller, Iter Italicum. A cumulative index to the volumes I-VI, Leiden 1997, ad nomen; G. Toderi - F. Vannel, Le medaglie italiane del XVI secolo, II, Firenze 2000, p. 810 n. 2545; F. Matteini, La difficoltà di chiamarsi Orsini. La biografia dimenticata di F. O., vescovo di Spoleto: una prima ricostruzione, in Bollettino Deput. di Storia Patria per l’Umbria, CVIII (2011), pp. 445-494; A. Newcomb, Giovanni Maria Nanino's early patrons in Rome, in The Journal of Musicology, XXX (2013), 1, pp. 103-127.

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