Fluoro

Dizionario di Medicina (2010)

fluoro


Elemento chimico del gruppo degli alogeni. Il f. si riscontra sia nel mondo vegetale sia in quello animale. Piccole quantità di f. proteggono dalla carie dentaria: l’effetto protettivo si ha per una dose cumulativa giornaliera di 0,05÷0,07 mg/kg di peso corporeo. Le acque potabili italiane ne contengono mediamente 0,2 mg/l. Le fonti alimentari più significative di f. sono, oltre all’acqua potabile che è la più importante, il pesce (0,2÷0,3 mg/kg), i frutti di mare (0,3÷1,5 mg/kg) e le uova (0,3 mg/kg). Il f. si localizza prevalentemente nelle ossa e nei denti, dove sostituisce gli ioni bicarbonato e l’idrossile dell’idrossiapatite formando cristalli di fluoroapatite, più resistente all’attacco degli acidi prodotti dai batteri che solubilizzano lo smalto dei denti. Il f. ha anche effetti tossici: esposizione prolungate al f. elementare gassoso (a concentrazioni superiori a 0,1 ppm) sono molto dannose, dal momento che provocano irritazione delle vie respiratorie e lesioni polmonari. Il f. sotto forma di sale è letale a concentrazioni superiori a 5÷10 g/70 kg di peso corporeo ingerite per via orale. I sintomi di tossicità acuta comprendono nausea, vomito, diarrea, dolori addominali, salivazione e lacrimazione eccessive, disturbi polmonari, insufficienza cardiaca, debolezza, convulsioni, paralisi e perfino coma. Il segno più evidente di tossicità cronica è la fluorosi. Altri danni possono prodursi a livello delle ossa (fluorosi scheletrica), con dolori alle articolazioni e osteoporosi delle ossa lunghe. I casi più seri sono accompagnati da debolezza muscolare e difetti neurologici.

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