FORUNCOLO

Enciclopedia Italiana (1932)

FORUNCOLO (dal lat. furuncŭlus; fr. furoncle; sp. clavo; ted. Furunkel; ingl. boil)

Giovanni Perez

Infiammazione acuta del follicolo pilifero e delle annesse ghiandole sebacee, provocata specialmente dallo stafilococco aureo. Sono state anche osservate foruncolosi da tifo. L'attrito, lo strofinio, i massaggi, l'iperattività delle ghiandole cutanee, l'applicazione d'impiastri, di cerotti, le irritazioni chimiche in genere favoriscono l'insorgenza di foruncoli; le intossicazioni intestinali, gli stati discrasici (uricemia, iperglicemia, diabete, ecc.), diminuendo la resistenza dei tessuti e aumentando la virulenza dei germi, predispongono alla foruncolosi, alla formazione cioè di più foruncoli. Il foruncolo si può manifestare in qualsiasi punto della superficie cutanea dove esistono peli e ghiandole sebacee. S'inizia sotto forma d'una piccola tumefazione, di colorito rosso cupo, che interessa soltanto la cute circostante all'impianto del pelo; nelle 24-36 ore successive si rende più prominente e assume una forma nodulare o conica, più o meno dolente, secondo la sede. Molto dolorosi sono, per es., i foruncoli del condotto uditivo esterno e di tutte le regioni nelle quali la cute è poco distensibile. Quando si stabilisce la suppurazione il pus affiora agli strati più superficiali dell'epidermide, e forma nella parte più sporgente del foruncolo una pustola la quale, rompendosi, mette a nudo il cencio necrotico che tende a eliminarsi attraverso la piccola ulcera crateriforme. Se il foruncolo ha sede in regioni a cute sottile e assai facilmente spostabile sui tessuti sottostanti (palpebre, pene, scroto), si può avere accentuato edema. Solo per i foruncoli molto voluminosi, oppure per foruncolosi, si può avere modica febbre.

Rare sono anche le complicazioni; ma in qualche caso, o per le condizioni generali dell'individuo (stati discrasici), o per cure inadatte, si possono manifestare flebiti, gravi specialmente nei foruncoli della faccia per possibile propagazione della flogosi ai seni meningei; forme piemiche; osteomieliti; paranefriti; ecc.

La cura consiste in un primo tempo nell'applicazione d'una goccia di tintura di iodio sul foruncolo, o nell'uso d'impacchi caldi, i quali calmano il dolore, affrettano la colliquazione dell'infiltrato infiammatorio e l'eliminazione del cencio necrotico. Per evitare che l'essudato possa infettare la cute circostante e rendersi causa di nuovi foruncoli, si disinfetta la cute con soluzioni alcooliche, o con glicerina iodata, applicando poi una sostanza grassa sterile. Bisogna assolutamente non tentare con forti e ripetute compressioni la fuoruscita di cenci necrotici ancora non del tutto delimitati. Se il foruncolo ha larga base d' impianto e l'eliminazione del cencio ritarda, provocando grave fastidio, si può ricorrere all'incisione. Negl'individui che vanno facilmente incontro a foruncolosi bisogna curare le condizioni generali e praticare opportune vaccinazioni antistafilococciche.

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