PREŠÈREN, Francè

Enciclopedia Italiana (1935)

PREŠÈREN, Francè

Giovanni Lorenzoni

Poeta sloveno, nato a Vrba nell'Alta Slovenia il 3 dicembre 1800 da famiglia di contadini, morto a Lubiana l'8 febbraio 1849. Si laureò in diritto a Vienna (1828) e si volse all'avvocatura, ma non poté ottenere l'autorizzazione ad aprire uno studio per conto proprio in Lubiana a causa di un rapporto dell'ufficio di polizia di questa città, nel quale il poeta era descritto come libero pensatore e pericoloso dal punto di vista politico. Appena nel 1846 ottenne un posto d'avvocato autonomo a Kranj, che fu costretto ad abbandonare dopo soli due anni.

Il P. ebbe stretti legami d'amicizia con i letterati più in vista del mondo sloveno del suo tempo: Matija Čop, profondo conoscitore delle letterature classiche e moderne, il poeta Stanko Vraz, propugnatore dell'"illirismo", Andrej Smolé, Anton M. Slomšek e il profugo polacco Emil Korytko. Vissuto in mezzo a questi uomini e al vivace movimento culturale da loro promosso sotto la diretta influenza del romanticismo tedesco, nutrito di studî classici e moderni, conoscitore, oltre che delle lingue e letterature slave, della tedesca e di parecchie tra le romanze, il P., com'era naturale, confortò la propria opera di tutti i migliori elementi fornitigli dall'ambiente e dagli studî. L'opera sua non è vasta, tuttavia essa rimane il capolavoro della poesia degli Sloveni e va annoverata fra le opere più significative del mondo slavo d'allora. Il merito maggiore del P. sta nell'aver dato alla poesia d'arte del suo popolo quella precisione e quella ricchezza di espressione che le mancavano, annobilendo con gusto intelligente la lingua ed elevandola a eletta forma d'arte.

P. iniziò la sua attività letteraria nella Kranjska Čbelica (Ape di Carniola), una specie di strenna poetica (4 annate, dal 1830 al 1834). Egli cantò il suo amore infelice per la giovane Giulia Primitz, oltre che in singole poesie, in due cicli maggiori, nelle Gazele, brevi canti dell'amor che spera, e nel Sonetni venec (Corona di sonetti), composto sotto l'impressione dolorosa del fidanzamento di lei con altr'uomo. In questa "corona" si notano specialmente una forte impronta personale e un sapore di soave malinconia. L'affetto del poeta per l'amico Čop, morto prematuramente nel 1835, trova espressione nel poemetto epico Krst pri Savíci (Il battesimo sulla Savizza) che tratta poeticamente un episodio delle lotte sanguinose combattute in terra slovena per la conversione dei pagani al cristianesimo.

L'efficacia della poesia italiana - specie di Dante, del Petrarca e forse del Tasso - è notevole tanto nei sonetti del P. quanto nel Krst, e ciò non solo nell'uso dei metri (sonetto, terzina, ottava) ma anche nel loro mondo spirituale. Il P. poetò anche in lingua tedesca e i suoi versi in questa lingua non sono privi di pregi artistici.

Ediz.: A. Žigon, Prešernova čitanka, Prevalje 1922; A. Pirjevec e J. Glonar, Doktorja Francéta Prešérna zbrano delo (Opere raccolte di F.P.), Lubiana 1929.

Bibl.: A. Žigon, Fr. P. poet in umetnik (F. P. poeta e artista), Klagenfurt 1914; J. Puntar, Dante e P., in Dante: Per il secentenario della morte di Dante, Gorizia 1931 (trad. dal ms. sloveno di G. Lorenzoni).