AGLIETTI, Francesco

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 1 (1960)

AGLIETTI, Francesco

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Nacque a Brescia il 1 nov. 1757 da Giambattista, di famiglia aretina, e da Angela Grisser, di origine tedesca. Trasferitasi la sua famiglia a Padova, compì in questa città gli studi medi e superiori presso il seminario e l'università, laureandosi in medicina.

Dopo un periodo di perfezionamento presso gli ospedali di Bologna e di Firenze, nel 1780 si stabilì a Venezia, dove si affermò subito non solo come medico valente, ma anche come uomo di larga cultura. L'A. fu infatti un tipico rappresentante dell'intellettuale enciclopedico del sec. XVIII, aperto ad una vasta scala di interessi e dotato di un'ampia erudizione.

Testimonianza di questi interessi è la sua lunga e continua attività giornalistica. Nel 1783, infatti, fondò, con D. Gualandi e S. Gallini, il Giornale per servire alla storia della medicina di questo secolo, che diresse fino al 1800; e nel 1793 le Memorie per servire alla storia letteraria e civile, che, pure, compilò sino al 1800.

In questo secondo periodico, l'A. stesso trattò i più svariati temi. Ricorderemo l'Estratto della storia pittorica dell'Italia inferiore del Lanzi, il sunto dell'ottantesimo volume delle londinesi Transazioni filosofiche, il sunto della Memoria geologica del Pini sulle rivoluzioni del globo, nonché il sunto dei Viaggi dello Spallanzani nel Regno delle Due Sicilie e negli Appennini. L'A. curò pure la pubblicazione delle opere, in diciassette volumi, di Francesco Algarotti, dedicate a Federico II di Prussia (Venezia 1791-94), e pronunciò vari elogi (di G. P. Pellegrini, della famiglia di pittori Bellini, ecc.), non privi di acutezza e di gusto. In modo particolare l'Elogio storico di Iacopo e Giovanni Bellini del dottore F. A. membro onorario della R. Accademia di Belle Arti di Venezia (1802), in Discorsi letti nella I. R. Accademia di Belle Arti di Venezia in occasione della distribuzione dei premi degli anni 1812, 1813, 1814, 1815 (Venezia 1815), malgrado l'origine occasionale ed il tono oratorio, poggia su una lettura stilistica abbastanza aderente delle opere e su una plausibile ricostruzione dello sviluppo della pittura di Giovanni. Notevole il tentativo di retrodatare al 1473 la pala di S. Giobbe, allora comunemente assegnata al 1510 (datazione attuale: circa 1485).

Quanto alla sua attività più propriamente medica, oltre che per la fondazione del già ricordato Giornale, l'A. si distinse specialmente per aver rimesso in onore a Venezia lo studio dell'anatomia pratica (vasta eco ebbe il suo discorso-lezione al teatro anatomico di S. Giacomo del febbraio 1798) e per alcune ricerche sulla litiasi delle arterie (particolarmente importante è una sua Memoria su questo argomento, edita a Venezia nel 1800).

Notevole pure un suo discorso su La costanza delle leggi fondamentali dell'arte medica, letto nel 1803 e dato alle stampe in Venezia l'anno seguente. Vari altri suoi scritti medici minori sono inseriti nel Giornale e negli atti della Società veneta di medicina, di cui fu (nel 1789) uno dei promotori, presidente (nel 1803) e segretario perpetuo (dal 1807). Oltre a ciò ricopri a Venezia le cattedre di anatomia (dal 1798 al 1803), di medicina pratica (dal 1803 al 1809) e di clinica medica (dopo il 1809). Nel 1811 fu nominato medico direttore dell'ospedale civile, nel 1814 protomedico del Magistrato di sanità marittima ed infine, nel 1816, consigliere e protomedico del governo di Venezia.

Uomo di idee novatrici, l'A., che nel 1797 aveva aderito al governo repubblicano e pronunciato un Discorso politico al popolo di Murano (Venezia 1797) in chiave decisamente democratica, durante il Regno italico fu iscritto tra gli elettori del Collegio dei dotti e tra i membri pensionari dell'Istituto italiano.

L'A. morì a Venezia il 3 maggio 1836. Lasciò una biblioteca di oltre diecimila volumi. Nel 1842, ad opera dello scultore L. Ferrari, gli fu eretto un monumento nella sede dell'Ateneo veneto.

Molte opere attribuite all'A, dal Trompeo nel necrologio apparso nelle Effemeridi fisico-mediche del 1836, n. XXI, non furono in realtà da lui mai scritte.

Bibl.: E. De Tipaldo, Biografia degli italiani illustri, III, Venezia 1836, pp. 291-302 (a cura di P. Zannini); E. Trois, Discorso letto nell'inaugurazione del monumento di A., Venezia 1842; S. De Renzi, Storia della medicina in Italia, V, Napoli 1848, pp. 595, 626, 740, 910; G. Dandolo, La caduta della Repubblica di Venezia, I, Venezia 1855, pp. 337-344; C. Musatti. La prima lezione di anatomia del dott. F. A., in Nel centenario della dottrina di T. Rima sulle varici, a cura dell'Ospedale civile di Venezia, Venezia 1925, pp. 49-72; N. Vaccalluzzo, Fra donne e poeti nel tramonto della Serenissima, Catania 1930, passim;G. Natali, Il Settecento, I, Milano 1934, pp. 48-49; F. A. Perini, Giornalismo ed opinione pubblica nella rivoluzione di Venezia, I, Padova 1938, passim.

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