BENNATI, Francesco

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 8 (1966)

BENNATI, Francesco

Domenico Celestino

Nato a Mantova nel 1798, studiò medicina e chirurgia presso le universìtà di Pavia e di Padova, e, distintosi in modo particolare, proseguì gli studi a spese del governo austriaco. Laureatosi a Padova con una tesi dal titolo Dissertatio inauguralis medica sistens diagnosim diarrhoae... (pubblicata a Padova nel 1826), si trasferì poi a Vienna per seguirvi un corso di perfezionamento in medicina. Successivamente, in qualità di medico del duca di Hamiltori, si recò a Londra e a Edimburgo. per stabilirsi più tardi a Parigi quale medico dell'Opera Italiana. Nella capitale francese, in seguito a un incidente, il B. morì il 10 marzo 1834.

Dalle scarse notizie che si hanno sulla sua breve vita, sì può desumere che il B. fu un buon medico pratico, conosciuto e stimato. Per quanto riguarda la sua attività scientifica, va notato che egli si dedicò con passione allo studio dei problemi di fisiologia e patologia della voce umana: ancora studente, nel 182 1 le sue teorie sulla voce laringea e sopralaringea furono comunicate all'Accademia delle scienze di Padova da G. Gullini, professore di fisiologia in quella università; più tardi il B. intraprese ricerche basate essenzialmente sull'applicazione delle cognizioni mediche allo studio della voce umana durante il canto (egli stesso era dotato di bellissima voce), e il 25 genn. 1830 leggeva innanzi alla Società delle scienze fisiche e chimiche di Parigi una memoria sulla fisiologia della voce, ottenendo un premio. Il 25 settembre dello stesso anno, ancora alla Società parigina, il B. comunicava una seconda memoria riguardante i suoi studi sulla patologia della voce. Entrambe queste memorie furono poi pubblicate (Paris 1832) coi titoli Recherches sur le mécanisme de la voix humaine e Recherches sur les maladies qui affectent les organes de la voix humaine. Frattanto era comparsa una sua Notice physiologique sur Paganini in Revue de Paris, II (1831). In seguito il B: dava una compiuta sintesi dei suoi studi e delle sue ricerche, che aveva in precedenza pubblicato separatamente, nell'opera Etudes physiologiques et pathologiques sur les organes do la voix humaine (Paris 1833), per la quale l'Accademia delle Scienze di Parigi gli conferiva uno dei premi per la medicina istituiti da De Montyon (l'opera fu poi pubblicata in italiano a Milano nel 1834, col titolo Studi fisiologici e patologici sugli organi della voce umana). IlB. pubblicò ancora un lavoro dal titolo Mémoire sur un cas particulier d'anomalie de la voix humaine pendant le chant (Paris 1833), che raccoglieva le sue osservazioni sulla voce di alcuni cantanti del teatro dell'Opera italiana a Parigi; un ultimo suo lavoro, Le timbre de la voix, fu pubblicato postumo (Paris 1838). Egli fu socio della Società reale di medicina e chinirgia di Edimburgo, membro della Società di scienze fisiche e chimiche di Parigi, membro corrispondente dell'Accademia reale delle scienze di Rouen e della Società linneana di Bordeaux.

Nei suoi lavori il B. illustrò i movimenti della faringe, dei velo palatino, della lingua e della cavità buccale nella emissione della voce parlata e cantata, mettendo in evidenza come la laringe si innalzi e le fauci si restringano nella emissione dei suoni alti e come il contrario accada nella emissione di quelli gravi. Egli, basandosi anche su prove sperimentali eseguite su un malato portatore di fistola faringea, il quale presentava mutamenti nel suono della voce strettamente correlati alle variazioni del volume della cavità di risonanza, attribuì alle corde vocali la funzione di fornire la vibrazione e agli organi sopralaringei il compito di modulare e potenziare i suoni. Secondo alcuni autori, avrebbe usato nel 1832 uno specchio a 2 tubi, fabbricato da un meccanico di nome Selligues sofferente di turbercolosi laringea, per poter vedere le corde vocali ed eseguire, in tal modo, la laringoscopia; secondo altre fonti, invece, il Selligues avrebbe costruito lo strumento per A. Trousseau e J. H. Belloc, che eseguirono sui viventi e sui cadaveri dei tentativi di laringoscopia, del resto già praticati rispettivamente nel 1827 da L. Senn e nel 328 da B. G. Babington, che erano ríusciti a vedere l'apertura superiore della laringe. In realtà, il primo a rilevare i movimenti della laringe fu Manuel Garcia, maestro di canto, che, nel 1853, studiando la fisiologia del canto, praticò su se stesso la laringoscopia, servendosi di uno specchietto da dentista, e inaugurò in tal modo il periodo laringoscopico della otorinolaringologia. Lo stesso B., infatti, non ha riferito nei suoi scritti di alcun tentativo da lui compiuto di laringoscopia; egli, invece, ideò e costruì un faringoscopio, costituito da un abbassalingua munito di un sistema di illuminazione, nonché uno strumento per causticare l'ugola. Dalla copiosa serie di osservazioni cliniche e terapeutiche, raccolta nei suoi scritti, risulta anche che gli erano ben noti i rapporti tra funzione vocale e disturbi delle funzioni digestive e genitali, e malattie generali come l'anemia. Va infine rilevato che, in campo terapeutico, il B. fu, tra l'altro, sostenitore dei gargarismi a base d'allume.

Bibl.: J. M. Querard La littérature francaise contemporaíne 1827-1847, I, Paris 1840, p. 272; P. Heyrnann, Handbuch der Laringologie und Rhinologíe, I, Wien 1898, p. 23; R. Scott Stevenson-D. Guthrie, Ahistory of oto-laryngology, Edinburgh 1948, p. 95; Biographie universelle, V, p. 638; A. Hirseh, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte, I, Berlin-Wien 1929, p. 460; Encidop. medica ital., IV, col. 1354, sub voce Fonazione; Encidop. ital., VI, p. 647; XXV, p. 767, sub voce Otorinolaringologia.

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